Stige, chiuso l’appello bis: confermate le condanne ai vertici della cosca Farao-Marincola
La Corte d’appello di Catanzaro ribadisce l’impianto accusatorio della Dda: 11 condanne

CATANZARO Si è chiuso con undici condanne e due assoluzioni il giudizio d’appello bis legato all’inchiesta “Stige”, uno dei procedimenti più rilevanti contro la cosca Farao-Marincola di Cirò. La sentenza, emessa dalla Corte d’appello di Catanzaro, presieduta da Abigail Mellace, ha confermato in larga parte l’impianto accusatorio costruito dalla Direzione distrettuale antimafia, pur apportando alcune riduzioni di pena rispetto al primo grado abbreviato. Le condanne più pesanti sono rimaste immutate: 20 anni di reclusione per Cataldo Marincola, ritenuto uno dei vertici del clan, e per Peppe Spagnolo. Si tratta delle stesse pene stabilite dal Gup nel settembre 2019. Tra le altre posizioni, i giudici hanno stabilito 13 anni di carcere per Giuseppe Giglio, figlio del boss di Strongoli Salvatore Giglio, mentre Francesco Tallarico, indicato come referente per l’area di Casabona, è stato condannato a 17 anni, un mese e dieci giorni. Confermata anche la pena a 4 anni e 8 mesi per il collaboratore di giustizia Francesco Farao, figura ritenuta di supporto alle attività del clan. Sul fronte delle assoluzioni, la Corte ha nuovamente scagionato gli imprenditori Luigi Caputo e Amodeo Caputo, già prosciolti in primo grado. I due erano difesi dagli avvocati Nuccio Barbuto, Francesco Barbuto, Vincenzo Ioppoli e Vincenzo Maiello. La sentenza chiude un passaggio giudiziario importante dell’inchiesta “Stige”, che negli ultimi anni ha messo in luce la rete di interessi economici e il radicamento territoriale del sodalizio criminale cirotano. (redazione@corrierecal.it)
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