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C’era una volta il “partito dei sindaci”

I tormenti del centrosinistra. Le grandi città e il modello (appassito) di “campo largo”

Il “caso” Reggio Calabria ma non solo. Nei capoluoghi di provincia il filotto vincente degli anni scorsi ha infilato il viale del tramonto

Pubblicato il: 01/12/2025 – 15:38
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I tormenti del centrosinistra. Le grandi città e il modello (appassito) di “campo largo”

LAMEZIA TERME La “vulgata” dice che il centrodestra ha già le idee chiare, per quanto riguarda le Amministrative del 2026 in alcune grandi città calabresi, nel senso che avrebbe già distribuito le caselle tra i partiti alleati e individuato anche i nomi dei candidati sindaco. E dice, anche, che invece sull’altro versante, quello del centrosinistra, in alcuni casi c’è confusione, in altri non c’è praticamente nulla. Al di là dei retroscena, comunque, un dato il quadro calabrese attuale sembra offrirlo in modo abbastanza palese: il fronte progressista che attualmente governa nei capoluoghi di provincia, quel fronte che fino a qualche tempo fa si vantava di guidare i grandi centri urbani grazie a un modello vincente (il “campo largo”) oggi invece vive in alcune piazze – esempio, Reggio Calabria – una profonda divisione, in altre piazze invece un'”impasse” che ingessa anche le relative amministrazioni, che stentano a realizzare risultati concreti e men che meno positivi. C’era una volta il “partito dei sindaci”… E questo, per il centrosinistra, proietta ombre sicuramente poco confortanti per le future tornate elettorali, nelle quali la coalizione rischia di bissare il tracollo delle ultime Regionali (anticipato a sua volta dalla sconfitta a Lamezia Terme).

Le singole realtà

E’ il caso di Reggio Calabria, dove lo strappo tra il Pd con i suoi vertici regionali e territoriali capitanati dal segretario Nicola Irto e il sindaco-ex sindaco Giuseppe Falcomatà ha raggiunto il picco trascinando nel gorgo l’intero schieramento, mentre il centrodestra già veleggia e assapora il ritorno alla guida di Palazzo San Giorgio (opzionato dal coordinatore regionale di Forza Italia Francesco Cannizzaro). Reggio andrà al voto nel 2026 così come anche Crotone, piazza quest’ultima nella quale dal centrosinistra non arriva alcun segnale: “Il Pd praticamente non c’è”, sussurra un dirigente dem pitagorico guardando invece all’attivismo dell’altra parte, peraltro non unitaria (un gruppo di Forza Italia, legato all’asse Roberto Occhiuto-Sergio Ferrari, sostiene apertamente la ricandidatura del sindaco uscente Vincenzo Voce, non condiviso però da altre aree del centrodestra). C’è poi Cosenza, guidata dall’amministrazione di Franz Caruso, macchiata (anche) dall’affaire del “concorsone” nel segno dell’”amichettismo” trasversale di cui ha scritto il Corriere della Calabria: nelle scorse settimane si vociferava di un rimpasto di Giunta che doveva essere il frutto dei nuovi rapporti di forza dettati dalle Regionali, della endemica divisione del Pd (con l’ala “ufficiale” pro-Caruso e un’altra invece contro) e della spaccatura interna ai socialisti, ma il dossier sembra sa sparito dai radar politici del centrosinistra, anche se questo clima avvelenato ovviamente conferma le tensioni e le difficoltà di tenuta della coalizione. Quanto a Catanzaro, qui il centrosinistra governa la città con il sindaco Nicola Fiorita grazie al  “puntello” di un a consistente pattuglia di “responsabili” (per i maligni “opportunisti”) eletti nel 2022 in altri schieramenti: per il resto nel capoluogo il Pd non ha neanche il segretario cittadino, M5S è impalpabile, Avs è in crescita ma ancora non sposta nulla. Infine, il Comune di Vibo, l’ultimo capoluogo in ordine di tempo conquistato dal centrosinistra con il sindaco Enzo Romeo: i bene informati parlano di situazione politica stabile a Palazzo Razza ma in realtà le tensioni sottotraccia ci sarebbero eccome, con il Pd che sta registrando la “scalata” in città dell’area del capogruppo regionale Ernesto Alecci e con le frizioni tra dem e M5S sulle Provinciali. Insomma, anche a Vibo le premesse non inducono al sereno, per i progressisti di Calabria. Alla fine a “resistere” a quello che si profila come un massiccio “assalto” del centrodestra, potrebbe essere solo Corigliano-Rossano con il sindaco Flavio Stasi, in un 2026 che si preannuncia problematico per il centrosinistra tanto quanto il 2025. (a. cant.)

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