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vile attentato

Lamezia, escavatore dato alle fiamme a San Teodoro, Ferraro S.p.A. non arretra di un passo

Atto vandalico nella notte contro il cantiere PINQUA, distrutto un mezzo dell’azienda

Pubblicato il: 07/12/2025 – 11:30
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Lamezia, escavatore dato alle fiamme a San Teodoro, Ferraro S.p.A. non arretra di un passo

LAMEZIA TERME La Ferraro S.p.A., per voce del Direttore Generale Delegato Angelo Ferraro, esprime la più ferma condanna per il grave atto vandalico compiuto nella notte nel rione San Teodoro. Intorno all’1:30, ignoti hanno dato alle fiamme un piccolo escavatore dell’azienda, un mezzo essenziale impiegato nei lavori di riqualificazione urbana del quartiere previsti nell’ambito del programma PINQUA (Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare). Il macchinario, fondamentale per l’avanzamento del progetto di rigenerazione urbana, è stato completamente distrutto nell’incendio doloso. «Il gesto di questa notte è innanzitutto un attacco alla comunità cittadina e alla sua aspirazione a un futuro migliore, ancor prima che un danno alla nostra azienda. Si tratta di un atto vile e inaccettabile, che condanniamo con la massima fermezza. Non ci lasceremo intimidire: non faremo alcun passo indietro e proseguiremo con determinazione i lavori di riqualificazione previsti per San Teodoro, perché non permetteremo a pochi criminali di rallentare il percorso di sviluppo del nostro territorio», ha dichiarato Angelo Ferraro. Ferraro ha poi espresso «un sincero ringraziamento al Sindaco di Lamezia Terme, Mario Murone, e a tutte le Autorità per la vicinanza e il supporto manifestati in queste ore», riferendosi alla forte condanna pubblica espressa dal primo cittadino. «La solidarietà istituzionale che abbiamo ricevuto ci conforta e ci dà ancora più forza per andare avanti. Confidiamo pienamente nell’operato delle Forze dell’Ordine e della magistratura, certi che i responsabili verranno individuati al più presto e assicurati alla giustizia. Siamo convinti che il rispetto delle regole e la tutela del futuro della nostra comunità prevarranno su ogni tentativo di intimidazione o sopraffazione», ha concluso.

Le reazioni

«L’attacco subito non è solo un danno materiale alla ditta Ferraro spa, alla quale esprimiamo la nostra più sentita e incondizionata vicinanza, ma è un attacco diretto alla speranza, al futuro e al desiderio di riscatto dell’intera città di Lamezia Terme», sottolinea Mario Murone primo cittadino di Lamezia Terme. «L’atto criminale colpisce un intervento cruciale destinato a migliorare la qualità della vita dei residenti, trasformando un quartiere storico attraverso fondi nazionali e un ambizioso progetto di rigenerazione. Il sindaco invita la ditta Ferraro a “a proseguire senza esitazioni e con rinnovato impegno per il completamento dell’intervento. La città onesta è con voi e non permetteremo a pochi criminali di frenare il nostro percorso di sviluppo.” Nei giorni scorsi, in Prefettura a Catanzaro, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa volto a rafforzare la sinergia tra istituzioni e forze dell’ordine nella prevenzione e nel contrasto alla criminalità organizzata e comune. “L’attenzione della Prefettura e della Questura sul territorio di Lamezia Terme è del massimo livello e senza sosta, così come sicuramente lo è stata e lo sarà l’azione della Distrettuale Antimafia. Sono fiducioso che si possa fare in tempi brevi piena luce sull’accaduto e individuare i responsabili. La legalità e il diritto al futuro vinceranno su ogni forma di violenza e intimidazione”, ha concluso il sindaco. L’episodio segue altri quattro atti intimidatori avvenuti nelle scorse settimane ai danni di commercianti e imprenditori».
«Esprimiamo indignazione e ferma condanna per il vile gesto intimidatorio perpetrato la scorsa notte nel rione San Teodoro, dove ignoti hanno incendiato un escavatore impegnato nei lavori di riqualificazione previsti dal programma PINQUA». E’ quanto dichiarano, in una nota, i consiglieri comunali Raso, Bevilacqua e Branca. «Si tratta di un atto gravissimo, che non colpisce soltanto la Ditta Ferraro SPA — alla quale manifestiamo piena solidarietà e vicinanza — ma l’intera comunità lametina, che guarda a questi interventi come a un’opportunità concreta di rinascita urbana e sociale. Danneggiare un cantiere significa tentare di ostacolare il futuro, la dignità e la speranza dei cittadini. Ribadiamo il nostro sostegno al Sindaco Mario Murone e alla linea di fermezza assunta dall’Amministrazione comunale: nessuna intimidazione potrà arrestare il percorso di sviluppo e legalità intrapreso da Lamezia Terme. Invitiamo la Ditta Ferraro SPA a proseguire con determinazione il proprio lavoro, certi che la città onesta è al loro fianco». «Accogliamo con favore il recente Protocollo d’Intesa sottoscritto in Prefettura, volto a rafforzare la collaborazione tra Istituzioni e Forze dell’Ordine. Siamo fiduciosi che l’impegno congiunto di Prefettura, Questura e Autorità giudiziarie consentirà di fare piena luce sull’accaduto e individuare al più presto i responsabili», chiosano.
«L’incendio di un escavatore, utilizzato dall’impresa Ferraro spa per i lavori di riqualificazione urbana di S. Teodoro previsti nell’ambito dei progetti PINQUA, è un atto di inaudita gravità. Le modalità del vile attentato fanno supporre che ci si trova davanti ad un gesto di intimidazione rivolto verso una delle aziende più qualificate del settore nell’ambito del sistema imprenditoriale del Sud d’Italia che ha ottenuto diversi riconoscimenti e raggiunto importanti traguardi. Non bisogna sottovalutare quanto accaduto, è un tema che riguarda l’intero territorio e non solo noi, soprattutto dopo i recenti atti intimidatori ai danni di imprenditori. L’obiettivo era sicuramente la ditta, ma in questo modo è stata colpita l’intera comunità. I cittadini sono in apprensione e vogliamo capire cosa sta succedendo. Non va sottovalutata questa nuova ondata di violenza, si è di fronte ad una recrudescenza criminale che considero allarmante. Oltre alla solidarietà all’impresa Ferraro spa, esprimo preoccupazione e sgomento per l’azione intimidatoria commessa. La criminalità va combattuta e isolata con coraggio e determinazione. L’intimidazione va intesa non solo come un atto di violenza contro il gruppo Ferraro spa ma anche come una minaccia rivolta alla sicurezza delle attività commerciali e imprenditoriali che si svolgono in città, rappresentando una sfida alle istituzioni. Confido nell’operato della magistratura e delle Forze dell’Ordine affinché venga fatta piena luce e vengano assicurati alla giustizia gli autori di questo grave atto intimidatorio», dice Gennarino Masi Consigliere comunale Pd.
«Esprimo la più ferma condanna per il grave attentato incendiario che, nella notte, ha colpito un escavatore di proprietà della ditta Ferraro Spa impegnata nei lavori di riqualificazione urbana a Lamezia Terme. Un gesto vile e inaccettabile, che non rappresenta solo un danno materiale, ma un attacco diretto al lavoro onesto, alla libertà d’impresa e al futuro dell’intera comunità lametina», dichiara Andrea Gentile Deputato alla Camera. «Alla proprietà della ditta Ferraro, ai lavoratori e alle loro famiglie – prosegue Gentile – va la mia solidarietà forte, sincera e incondizionata, insieme alla più convinta vicinanza all’Amministrazione comunale di Lamezia Terme, guidata dall’avvocato Mario Murone, sindaco che sta lavorando con serietà, buona programmazione e visione per il rilancio della città. Colpire un cantiere che opera per la rigenerazione del centro storico, sostenuto anche da fondi pubblici, significa tentare di frenare il percorso di sviluppo e riscatto che Lamezia ha intrapreso e che non può essere rimesso in discussione da qualsivoglia atto criminale». «Da deputato di maggioranza – aggiunge Gentile – assicuro il massimo impegno perché lo Stato continui a essere presente in modo concreto e visibile sul territorio: è necessario rafforzare i presìdi di legalità, sostenere le imprese che investono e garantire ogni misura utile a tutelare chi crea lavoro e opportunità. Confido nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura affinché si faccia piena luce sull’accaduto e siano rapidamente individuati e puniti gli autori di questo ignobile attentato». «Lamezia Terme – conclude Andrea Gentile – non intende subire: la città onesta, le istituzioni e lo Stato sono e saranno al fianco di chi lavora nel rispetto delle regole. Gli atti intimidatori non fermeranno il cammino di crescita, legalità e sviluppo che questo territorio merita e che sta finalmente costruendo, giorno dopo giorno». Solidarietà anche dall’assessore Giulia Bifano: Stanotte qualcuno ha pensato di dare fuoco a un escavatore impegnato in un cantiere di riqualificazione. «Un mezzo bruciato, l’ennesimo “avvertimento”. Non è solo un danno: è uno schiaffo in faccia a un’intera città che vuole rialzarsi. Ed è arrivato il momento di dirlo chiaro: siamo stanchi. Siamo disgustati. La Ndrangheta fa schifo. I lametini sono stanchi di vedere il futuro preso in ostaggio da pochi vigliacchi che agiscono nel buio. Disgustati da chi crede davvero che con la prepotenza del metodo mafioso si possano bloccare i progetti, la speranza, il diritto delle persone a vivere in un posto più bello, più sicuro, più giusto. Bruciare un escavatore non è “un episodio”: è un attacco al lavoro onesto, a chi ogni giorno si alza per trasformare carte, progetti e fondi in strade sistemate, case dignitose, spazi pubblici vivibili. È un messaggio sporco lanciato contro la voglia di cambiamento di una comunità intera. A chi ha colpito dico una cosa sola: Come sempre, avete scelto il modo più meschino per dire che avete paura del futuro. E avete ragione ad averne. Perché il futuro non è vostro. La mia solidarietà va a chi lavora in quei cantieri, alle imprese che non arretrano, a chi ci mette la faccia e le mani. Non sarete lasciati soli. Non deve essere normale lavorare con l’ansia di trovare i mezzi incendiati la mattina dopo. Non deve essere normale girarsi dall’altra parte. Chi ha responsabilità, chi indaga e chi amministra sa che qui non si può far finta di niente: ogni gesto come questo è un test su quanto una comunità è disposta a reagire. E la risposta deve essere una sola: non abbiamo più intenzione di abbassare la testa. I progetti di riqualificazione devono andare avanti. I quartieri devono cambiare lo stesso. La paura non può essere abitudine. Lamezia è stanca, sì. Ma proprio per questo è pronta a essere più unita, più vigile, più esigente. Con chi distrugge e con chi ha il dovere di proteggere e ricostruire. Ognuno scelga da che parte stare. Dalla parte del fumo nella notte o dalla parte di chi, ostinatamente, vuole vedere alba e cantieri aperti. Io lo dico chiaramente: si tratta di vigliacchi che da sempre soffocano la propria terra, la propria madre. E cosa c’è di più meschino che tradire casa propria e soffocarne il futuro? E quindi: nessun rispetto. Nessuna tolleranza. Solo porte chiuse. Non c’è spazio per il vostro sporco nel presente e nel futuro della nostra città. Noi, con i lametini per bene, remiamo verso una stessa meta: la legalità intesa come espressione del sentimento di onestà. E anche se remeremo contro vento, sarà una navigazione che ci riempirà d’onore. Solo alzando la testa sapremo riconoscere orizzonti più ampi e ambire a mete di straordinaria visione. Uno di quei tramonti che si levano con meravigliosi colori dalla costa calabrese».

La nota della Fillea Cgil

La Fillea CGIL Calabria, tramite il segretario generale, Simone Celebre, esprime la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio avvenuto nella notte a Lamezia Terme, che ha visto l’incendio di un escavatore della ditta Ferraro spa, impegnata in cruciali lavori di riqualificazione nel centro storico, ed esprime la piena solidarietà ai proprietari e a tutti i lavoratori. «​Questo gesto criminale – afferma Celebre – non è solo un danno materiale, ma un attacco diretto al futuro, alla speranza e al diritto al riscatto dell’intera comunità di Lamezia Terme. Colpire un intervento destinato a migliorare la qualità della vita dei residenti e a trasformare un quartiere storico, realizzato grazie a fondi nazionali e a un ambizioso progetto di rigenerazione, significa voler frenare – evidenzia il segretario generale del Fillea Cgil Calabria – lo sviluppo onesto e legale del nostro territorio. ​Rivolgiamo la nostra più sentita e incondizionata vicinanza e solidarietà alla ditta Ferraro spa, ai suoi lavoratori. Come Fillea Cgil Calabria non permetteremo a pochi criminali di dettare l’agenda o di intimidire chi lavora per un futuro migliore. ​Invitiamo l’azienda Ferraro a proseguire senza esitazioni e con rinnovato impegno per il completamento dell’intervento. ​Siamo fiduciosi nell’operato delle Forze dell’Ordine, anche alla luce del recente protocollo d’intesa sottoscritto in Prefettura a Catanzaro, affinché si faccia piena luce sull’accaduto e si individuino i responsabili. ​La legalità, il lavoro e il diritto al futuro vinceranno su ogni forma di violenza e intimidazione».

«Uno schiaffo in faccia all’intera città»

Solidarietà anche dall’assessore Giulia Bifano: Stanotte qualcuno ha pensato di dare fuoco a un escavatore impegnato in un cantiere di riqualificazione. «Un mezzo bruciato, l’ennesimo “avvertimento”. Non è solo un danno: è uno schiaffo in faccia a un’intera città che vuole rialzarsi. Ed è arrivato il momento di dirlo chiaro: siamo stanchi. Siamo disgustati. La ‘ndrangheta fa schifo. I lametini sono stanchi di vedere il futuro preso in ostaggio da pochi vigliacchi che agiscono nel buio. Disgustati da chi crede davvero che con la prepotenza del metodo mafioso si possano bloccare i progetti, la speranza, il diritto delle persone a vivere in un posto più bello, più sicuro, più giusto. Bruciare un escavatore non è “un episodio”: è un attacco al lavoro onesto, a chi ogni giorno si alza per trasformare carte, progetti e fondi in strade sistemate, case dignitose, spazi pubblici vivibili. È un messaggio sporco lanciato contro la voglia di cambiamento di una comunità intera. A chi ha colpito dico una cosa sola: Come sempre, avete scelto il modo più meschino per dire che avete paura del futuro. E avete ragione ad averne. Perché il futuro non è vostro. La mia solidarietà va a chi lavora in quei cantieri, alle imprese che non arretrano, a chi ci mette la faccia e le mani. Non sarete lasciati soli. Non deve essere normale lavorare con l’ansia di trovare i mezzi incendiati la mattina dopo. Non deve essere normale girarsi dall’altra parte. Chi ha responsabilità, chi indaga e chi amministra sa che qui non si può far finta di niente: ogni gesto come questo è un test su quanto una comunità è disposta a reagire. E la risposta deve essere una sola: non abbiamo più intenzione di abbassare la testa. I progetti di riqualificazione devono andare avanti. I quartieri devono cambiare lo stesso. La paura non può essere abitudine. Lamezia è stanca, sì. Ma proprio per questo è pronta a essere più unita, più vigile, più esigente. Con chi distrugge e con chi ha il dovere di proteggere e ricostruire. Ognuno scelga da che parte stare. Dalla parte del fumo nella notte o dalla parte di chi, ostinatamente, vuole vedere alba e cantieri aperti. Io lo dico chiaramente: si tratta di vigliacchi che da sempre soffocano la propria terra, la propria madre. E cosa c’è di più meschino che tradire casa propria e soffocarne il futuro? E quindi: nessun rispetto. Nessuna tolleranza. Solo porte chiuse. Non c’è spazio per il vostro sporco nel presente e nel futuro della nostra città. Noi, con i lametini per bene, remiamo verso una stessa meta: la legalità intesa come espressione del sentimento di onestà. E anche se remeremo contro vento, sarà una navigazione che ci riempirà d’onore. Solo alzando la testa sapremo riconoscere orizzonti più ampi e ambire a mete di straordinaria visione. Uno di quei tramonti che si levano con meravigliosi colori dalla costa calabrese».

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