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la riforma delle circoscrizioni

Dai palazzi ai quartieri, Reggio riscrive il governo del territorio

Cinque circoscrizioni con funzioni operative reali e risorse dedicate. Ora il passaggio decisivo in Consiglio comunale

Pubblicato il: 22/12/2025 – 12:50
di Paola Suraci
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Dai palazzi ai quartieri, Reggio riscrive il governo del territorio

REGGIO CALABRIA Dopo anni di rinvii, tensioni interne e scontri politici anche durissimi che hanno spesso rischiato di affossare tutto, la riforma delle circoscrizioni arriva finalmente al bivio decisivo. L’approvazione all’unanimità in II Commissione consiliare Affari istituzionali della modifica allo Statuto comunale segna un passaggio politico tutt’altro che formale: per la prima volta dopo molto tempo, Reggio Calabria si prepara a ridisegnare davvero il proprio modello di governo territoriale.
Il prossimo passaggio sarà il Consiglio comunale, con ogni probabilità il 29 dicembre e il voto sulle circoscrizioni non sarà una semplice ratifica tecnica, ma una scelta di campo sul futuro assetto del potere cittadino.
Solo una settimana fa, in aula, maggioranza e opposizione si erano scontrate duramente proprio sull’operazione circoscrizioni: costi, coperture finanziarie, sostenibilità amministrativa e, soprattutto, quanta autonomia e quante funzioni reali trasferire ai territori. Oggi, almeno in Commissione, è tornato il sereno. Ma si tratta di una tregua fragile, perché la riforma incide su un nervo scoperto della politica reggina: la redistribuzione del potere.
La proposta licenziata dalla Commissione presieduta da Giuseppe Marino – con il contributo decisivo del consigliere delegato al Decentramento Giuseppe Giordano – prevede l’istituzione di cinque circoscrizioni, più snelle rispetto al passato ma potenzialmente molto più incisive. Ed è proprio sulle funzioni che si gioca la partita vera.
Le circoscrizioni, nelle intenzioni della maggioranza, non dovranno essere organismi simbolici o meri luoghi di rappresentanza, ma snodi operativi dell’amministrazione comunale, chiamati a intervenire direttamente su manutenzioni ordinarie, servizi di prossimità, politiche sociali, tributi, polizia locale, politiche giovanili e partecipazione civica. Un modello che punta a spostare decisioni e risposte dai corridoi di Palazzo San Giorgio ai quartieri, riducendo tempi e distanze tra cittadini e istituzioni.
Un cambio di paradigma che spaventa più di qualcuno. Perché rafforzare le circoscrizioni significa anche limitare il centralismo politico e amministrativo, riducendo il controllo diretto di assessori e consiglieri comunali su pezzi di gestione quotidiana del territorio. Non a caso, il dibattito in Commissione si è acceso proprio quando si è parlato di risorse e funzioni: senza coperture certe e competenze chiare, il rischio è creare enti deboli; con risorse e poteri reali, invece, le circoscrizioni diventano veri contropoteri territoriali.
«Le circoscrizioni devono essere l’asse portante di una nuova organizzazione dei servizi sul territorio», ha rivendicato Giordano, parlando di una riforma strategica e coerente con le linee di mandato del sindaco Falcomatà. Un’impostazione condivisa dal Pd, che rivendica la riforma come una battaglia storica per ricostruire un rapporto di prossimità con periferie e quartieri troppo spesso dimenticati.
Ma se sul piano istituzionale l’unanimità segna un punto di equilibrio, sul piano politico lo scontro si è semplicemente spostato. Nei giorni successivi all’approvazione in Commissione si è infatti aperta una vera e propria corsa alla rivendicazione dei meriti. Il Partito democratico rivendica la riforma come punto qualificante del mandato del sindaco Falcomatà e come battaglia storica del Pd. Forza Italia e altre forze di opposizione, sottolineano invece il ruolo decisivo svolto a livello nazionale.
In questo solco si inserisce la presa di posizione di Giuseppe Vizzari, che attribuisce la paternità politica dell’operazione all’onorevole Francesco Cannizzaro.
«Senza il suo intervento nella Legge di Bilancio 2023 – sostiene – nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile». L’emendamento approvato ha infatti modificato il Testo unico degli enti locali, consentendo l’istituzione delle circoscrizioni nelle città metropolitane sotto i 250mila abitanti e stanziando 700 mila euro una tantum per garantirne la sostenibilità. Un intervento che, di fatto, riguarda solo Reggio Calabria.
Dal canto suo, il Pd ribadisce la centralità del lavoro svolto a livello comunale. «È un risultato politico importante – afferma il segretario provinciale Giuseppe Panetta – coerente con la visione di città del sindaco Falcomatà». Sulla stessa linea la segretaria cittadina Valeria Bonforte, che definisce le circoscrizioni «uno strumento di democrazia e partecipazione, non un mero assetto istituzionale».
Ora la parola passa al Consiglio comunale. Lì si capirà se la tregua reggerà o se le tensioni torneranno a esplodere. Le circoscrizioni, dopo anni di attese e lotte interne, sono davvero a un passo dal diventare realtà. Ma la loro nascita, oltre che amministrativa, resta profondamente politica. (redazione@corrierecal.it)

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