San Giovanni in Fiore, esposto al Prefetto: «Il Comune trasformato in un affare di famiglia»
Nel mirino la nomina ad assessore del marito della ex prima cittadina. Nell’esposto si ipotizzano abuso di potere, conflitto d’interessi e violazione dei principi costituzionali

SAN GIOVANNI IN FIORE Finisce sul tavolo del Prefetto di Cosenza lo «spettacolo indecoroso» andato in scena al Comune di San Giovanni in Fiore l’antivigilia di Natale. Il Comitato 18 Gennaio ha depositato un esposto durissimo per denunciare «una spregiudicata operazione di potere»: la nomina ad assessore di Marco Ambrogio, marito della sindaca decaduta Rosaria Succurro.
Una staffetta architettata a tavolino
Il Comitato non usa giri di parole e parla di un disegno premeditato per aggirare la legge. I passaggi, secondo l’esposto, sono fin troppo chiari: la sindaca Succurro, al momento della sua decadenza, ha nominato Claudia Loria vicesindaco facente funzione. Quest’ultima, appena insediata, avrebbe «ricambiato il favore» nominando assessore il marito della Succurro. Si palesa così, secondo i firmatari, un evidente raggiro della normativa sulle incompatibilità che ha determinato la decadenza della sindaca: al suo posto subentra il marito. Quest’ultimo viene nominato assessore con le deleghe più rilevanti – Lavori pubblici, Urbanistica, Bilancio e Personale – accentrando di fatto l’intera gestione del Comune. La famiglia realizzerebbe così la continuità del controllo degli investimenti, degli appalti e dell’affidamento dei servizi. «Siamo di fronte a un gioco di prestigio istituzionale che offende l’intelligenza dei cittadini» attacca il Comitato. «Hanno trasformato la casa comunale in un affare di famiglia, usando le poltrone pubbliche come se fossero proprietà privata per mantenere il controllo dell’ente nonostante la decadenza della sindaca».
Violata la Costituzione
Nell’esposto firmato dall’Associazione si ipotizzano violazioni definite «gravissime». Abuso del ruolo di supplenza: il vicesindaco facente funzione dovrebbe limitarsi all’ordinaria amministrazione e non blindare equilibri politici di natura familiare. Sfacciato conflitto d’interessi: la nomina garantirebbe un vantaggio diretto alla cerchia ristretta della ex sindaca, calpestando il principio di imparzialità sancito dall’articolo 97 della Costituzione. Sviamento di potere: si contesta l’utilizzo di uno strumento legislativo per fini diversi da quelli previsti, ovvero l’occupazione sistematica delle istituzioni.
Appello al Prefetto: «Ripristinare la legalità»
«Non si può restare a guardare mentre si eludono le norme sull’incompatibilità con una spregiudicatezza e un’arroganza tali da indurre ogni persona di buon senso a chiedersi se, in un Paese normale, sia possibile raggirare la legge oltreché calpestare l’etica e la morale pubblica con tanta sfrontatezza. San Giovanni in Fiore non è un feudo. È un Comune con una storia democratica luminosa, segnata da grandi lotte per il lavoro, i diritti e la legalità. I sangiovannesi meritano rispetto». La battaglia per la trasparenza, la legalità e la democrazia, annuncia il Comitato 18 Gennaio, «è solo all’inizio». È stata già annunciata una larga mobilitazione per «contrastare questa deriva immorale e degenerativa, che non appartiene alla storia e ai valori della città di Gioacchino da Fiore». Lunedì 29 dicembre alle ore 17.30 si terrà un incontro pubblico presso la sede del Comitato 18 Gennaio, in via Roma.