“Cacciatori di Calabria”, lo Stato in terra di ‘ndrangheta
LAMEZIA TERME C’è lo Stato e l’anti-Stato, in Calabria. L’anti-Stato è nei 56 miliardi di fatturato annuo della ‘ndrangheta, si conta sia circa il 3,5% del Pil italiano. Lo Stato invece…
LAMEZIA TERME C’è lo Stato e l’anti-Stato, in Calabria. L’anti-Stato è nei 56 miliardi di fatturato annuo della ‘ndrangheta, si conta sia circa il 3,5% del Pil italiano. Lo Stato invece sono i 90 uomini dello Squadrone dei carabinieri cacciatori di Calabria impegnati quotidianamente nella nostra regione per sradicare la ‘ndrine dal profondo, tra il guado di un fiume e un cunicolo scavato sottoterra. Uno speciale di SkyTg24 dedicato ai cacciatori di Calabria ne rivela i numeri ma soprattutto ne racconta la battaglia quotidiana in Aspromonte, baluardo delle più potenti famiglie di ‘ndrangheta.
Un viaggio che parte da Vibo, dove ha sede il reparto, e che si dirama da Rosarno a Caulonia, da Platì a Laureana di Borrello. Un percorso fatto di perlustrazioni, rastrellamenti nelle campagne e in zone di montagna, attraversando torrenti e tra le rocce, perquisizioni in casolari abbandonati. Operazioni fatte perlopiù a notta fonda e con qualsiasi condizione meteorologica. E dove anche ritrovare un covo di armi o delle munizioni diventa fondamentale. È una pista, ma soprattutto è uno strumento in più che si sottrae alla criminalità organizzata.
«Un sacrificio fisico e anche psicologico, perché inizi a lavorare alle 2 di notte e finirai la sera dopo magari per riposare un po’ e poi ricominciare di nuovo», racconta uno dei carabinieri. Equipaggiati per poter resistere in qualsiasi ambiente e con qualsiasi temperatura, i militari sono dotati anche di
sofisticate apparecchiature per la visione notturna, a lunga distanza e di dispositivi di riprese video. Si mimetizzano nel territorio ma al tempo stesso riescono ad esercitarvi una pressione costante tale da far sentire la loro presenza e contrapporsi agli altri soldati, quelli delle ‘ndrine. Perché anche la ‘ndrangheta ha il suo esercito. Solo in Calabria, ad oggi, si contano circa 40 mila affiliati. Negli anni, i carabinieri carabinieri cacciatori ne hanno arrestati poco più di 2500. Tra questi sono stati intercettati 272 latitanti, nascosti nei posti più insospettabili: nelle case dei propri familiari, tra un mobile e l’altro della cucina, oppure in tunnel scavati sotto le abitazioni. E ogni arresto è una vittoria di tutti.
Un lavoro a tappeto in un territorio difficil
e e delicato che, come ricorda uno dei cacciatori, è «dello Stato, delle persone oneste e soprattutto dei calabresi».
Adelia Pantano
redazione@corrierecal.it