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Sanità, ecco tutte le criticità evidenziate nei verbali del "tavolo Massicci"

REGGIO CALABRIA Dal “tavolo Massicci” non arrivano belle notizie per la sanità calabrese. L`ottimismo manifestato nelle ultime settimane dal governatore Peppe Scopelliti contrasta, e non poco, con …

Pubblicato il: 01/12/2011 – 11:00
Sanità, ecco tutte le criticità evidenziate nei verbali del "tavolo Massicci"

REGGIO CALABRIA Dal “tavolo Massicci” non arrivano belle notizie per la sanità calabrese. L`ottimismo manifestato nelle ultime settimane dal governatore Peppe Scopelliti contrasta, e non poco, con quanto si legge nei verbali dell`ultimo incontro romano (a cui hanno preso parte i rappresentanti dei vari ministeri interessati, quelli della Regione Calabria e del Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza) del 24 ottobre scorso. Dentro c`è di tutto: assunzioni non autorizzate, leggi approvate in palese contrasto con le normative imposte dal Piano di rientro e mancata attuazione della riorganizzazione della rete ospedaliera. E le positività? Ci sono, ma in minima parte. Riguardano le azioni «concretamente messe in atto al fine di certificare la posizione debitoria pregressa e le azioni di potenziamento del monitoraggio dei fatti contabili regionali e aziendali che stanno comportando progressivamente un miglioramento nella tempestività, nella regolarità e nell’attendibilità della loro rappresentazione». Per carità, sempre meglio dei “bilanci orali” degli anni passati ma ancora troppo poco per gridare alla svolta.
Ma passiamo ai punti dolenti e partiamo dalla legge regionale (impugnata dal governo davanti alla Corte costituzionale) che ha trasformato in ente pubblico il polo oncologico della Fondazione Campanella. La norma, secondo i tecnici ministeriali, si pone in contrapposizione alle previsioni del Piano di rientro nelle parte relativa all`assunzione di nuovo personale. «La legge – secondo quanto sostengono “tavolo Massicci” e Comitato per la verifica dei Lea  – risulta essere inoltre in contrasto con la normativa relativa alle modalità di selezione e accertamento dei requisiti previsti per l’accesso al servizio sanitario nazionale. Il provvedimento sulla “Campanella” comporta, anche per la sua genericità, oneri non quantificati e non coperti».
Non finisce qui: altri profili di criticità vengono rilevati in merito all`assetto istituzionale, gestionale e organizzativo della Fondazione. «In particolare non sono chiari – rilevano i funzionari ministeriali – a natura del presidio sanitario strutturato su base ospedaliera (la cui realizzazione è scopo della Fondazione) ed i rapporti dello stesso con l`Azienda ospedaliera Mater Domini; il riferimento all’articolo 65 della legge regionale 19/2009 per il provvisorio accreditamento della struttura, considerato che tale norma si riferisce ad altre fattispecie; il passaggio (mediante estinzione o trasformazione) dalla vecchia alla nuova Fondazione il cui atto costitutivo e statuto dovrebbero essere preventivamente approvati da un organo regionale». Ogni tipo di ritardo potrebbe rivelarsi fatale perché la mancata realizzazione degli impegni e degli obiettivi che erano stati definiti nelle precedenti riunioni rischia di far pagare un prezzo pesante alla nostra regione, precludendo l`erogazione di circa un miliardo di euro che spettano come premialità alla Calabria.
Sempre in tema di leggi impugnate, “tavolo Massicci” e Comitato per la verifica dei Lea, chiedono «quali determinazioni siano state assunte in merito» alla legge (anche questa impugnata dal governo) che istituisce il “centro regionale sangue”.
E poi ancora ampio spazio viene dedicata alla non completa attuazione del decreto 18/2010 che riorganizza la rete dei presidi ospedalieri calabresi: «Facciamo prioritariamente presente che il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera prevede la riconversione di 18 presidi ospedalieri rispettivamente in: quattro ospedali di montagna, tredici centri assistenza primaria territoriale e un ospedale di riabilitazione. Restano pertanto in attesa della disattivazione e riqualificazione degli ulteriori presidi». Tutto questo mentre è sempre necessario che la Regione «trasmetta l’ulteriore documentazione attestante l’effettiva riconversione delle rimanenti strutture come indicato dal piano di riorganizzazione stesso e chiarisca se sono state effettuate tutte le modificazioni previste nei decreti ed in itinere al momento di adozione degli stessi, per esempio la trasformazione del servizio di radiologia dell’ospedale di Chiaravalle in servizio di telemedicina».
Ma il “peggio” deve ancora arrivare e riguarda il ritardo con cui si è proceduto a determinare i posti letto per acuzie e post acuzie pubblici e privati, con il quale si valida il riordino della capacita recettiva di ciascuna Azienda per acuti in regime di ricovero ordinario e/o diurno, per le Asp di Cosenza, Crotone, Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria, e per le Ao di Cosenza e Reggio Calabria. “Tavolo Massicci” e comitato «non possono non evidenziare il ritardo con cui la struttura commissariale sta procedendo nell’intervento strutturale di maggiore rilevanza per gli esiti del Piano di rientro finalizzato sia a garantire la corretta erogazione dei Lea sia ad assicurare la corretta programmazione finanziaria nei termini programmati». Tutti questi temi saranno al centro della discussione del consiglio regionale in programma per domani. A Palazzo Campanella si prevede bagarre.

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