Ultimo aggiornamento alle 21:03
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 6 minuti
Cambia colore:
 

La Casa della legalità insorge «No a Caridi in Commissione antimafia»

REGGIO CALABRIA È a dir poco indignata la missiva che la Casa della Legalità – nota onlus impegnata nella lotta alle mafie – ha inviato ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Piero Gras…

Pubblicato il: 09/10/2013 – 8:35
La Casa della legalità insorge «No a Caridi in Commissione antimafia»

REGGIO CALABRIA È a dir poco indignata la missiva che la Casa della Legalità – nota onlus impegnata nella lotta alle mafie – ha inviato ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Piero Grasso, per segnalare come sia «quanto mai inopportuno che il Caridi Antonio Stefano venga inserito nella Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere». Per gli attivisti, «l`ombra che poggia sulla sua persona, per i rilievi promossi dalla Direzione investigativa antimafia (antecedenti all`elezione del Caridi nel Senato della Repubblica), rischia di gettare dubbi e sospetti sulla costituenda Commissione antimafia, minandone la credibilità e autorevolezza».
Un’indicazione, quella del senatore calabrese del Pdl, proveniente dal capogruppo Renato Schifani, che non piace per niente agli attivisti antimafia, nei confronti della quale non fanno che esprimere «viva preoccupazione» anche in ragione della «peculiarità e dei poteri (anche di accesso a documentazione “riservata” inerente inchieste dell`autorità giudiziaria, risultanze delle attività investigative dei reparti dello Stato ed anche gli esiti delle commissioni d`accesso) che sono assegnati a tale Commissione».

SU CARIDI SEGNALAZIONI VECCHIE E NUOVE Parole pesantissime, che gli attivisti della Casa della legalità, non fondano su quanto già da tempo emerso grazie all’attività della Dda reggina, i cui sostituti già nove anni fa si sono imbattuti nel senatore Caridi interrogando il pentito Giovambattista Fracapane, killer di riferimento dei De Stefano, che nel 2004 dichiarerà di aver sentito spesso il nome del governatore Giuseppe Scopelliti e dell’assessore Antonio Caridi negli ambienti della cosca di Archi. Tanto meno sulle più recenti acquisizioni investigative relative all’inchiesta “Sistema-Assenzio”, nell’ambito della quale il senatore – all’epoca assessore regionale – è stato “pizzicato” a parlare di presunte assunzioni pilotate con il consigliere comunale Dominique Suraci, poi arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa.
La lettera della onlus si basa sulle risultanze di recentissime indagini della Dia emerse pubblicamente nel corso delle audizioni che la Commissione antimafia ha effettuato a Genova nella scorsa legislatura.
«In particolare – si legge nella missiva – emergeva un collegamento diretto del Caridi con gli esponenti della potente cosca Gullace-Raso-Albanese, con anche condizionamento del voto alle scorse elezioni regionali in Calabria da parte degli esponenti della `ndrangheta finalizzata all`ascesa politica del Caridi stesso».

L`INDAGINE GENOVESE E infatti seguendo le tracce di personaggi del calibro di Carmelo Gullace, considerato il referente della cosca per il nord-ovest d`Italia, suo cugino Girolamo Raso, detto “il professore” o “Mommo” , per la Dia figura di riferimento per tutti gli associati, ed il fratellastro Giuseppe Raso, detto “Avvocaticchio”, vero e proprio “reggente” della cosca nel territorio di origine, ove è affiancato dal fratellastro Francesco Gullace, che gli investigatori sono arrivati a Caridi.
Per gli inquirenti sono loro il vero e proprio vertice della cosca in Liguria, ma – stando a quanto si legge nella missiva – anche in Calabria “il professore” Raso  non sarebbe stato un personaggio di secondo piano, ma al contrario non avrebbe fatto altro che perseguire la storica strategia di contaminazione delle istituzioni propria del clan.
In passato – ricorda la casa della legalità sulla base di vecchie e nuove risultanze investigative – nell’orbita dei raso-Gullace-Albanese risultano personaggi come  il sottosegretario Sebastiano Vincelli, o il commercialista Vincenzo Cafari, uomo del boiardo della Dc Ludovico Ligato, massone e considerato uomo cerniera con il mondo delle imprese e della politica tanto per la `ndrangheta come per Cosa nostra.  
Una “tradizione” che il clan avrebbe mantenuto e coltivato.
È dalla medesima galassia criminale che è  arrivato l’endorsement per il candidato pidiellino alla Regione Lombardia, Domenico Zambetti, arrestato per aver comprato voti da uomini delle ndrine lombarde, ma anche  l`indagine su Alberto Teardo, «ex presidente della Regione Liguria – si sottolinea nel testo – nonché massone ed iscritto alla Loggia P2, e condannato per associazione per delinquere», aveva portato alla luce sia l`acquisizione di voti a favore del politico, sia il consolidato legame con uomini direttamente ricollegabili al clan. In questo senso, il senatore Caridi non sarebbe che l’ennesima pedina di uno schieramento ampio a disposizione di un clan che dalle indagini risulta capace di «ottenere entrature nell`ambiente politico-istituzionale» riscontrabili tanto «in molteplici atti amministrativi (concessioni, licenze e appalti) assegnati a società facenti capo a soggetti strettamente legati al Gullace”, come nella capacità di ottenere informazioni su indagini in corso».

IL CLAN DISSE: «VOTATE CARIDI»
Un clan potente e pericoloso dunque, che proprio su Caridi – affermano gli attivisti – avrebbe deciso di puntare. «Nella provincia di Reggio Calabria – si legge nel verbale di quell’audizione di cui la missiva della Casa della legalità cita ampi stralci – può contare su una rete di contatti con alcuni pubblici amministratori ed esponenti politici, coi quali non lesina il reciproco scambio di favori. L`indagine ha consentito di documentare l`alacre attività di sostegno elettorale svolta nell`ultima consultazione regionale da esponenti della cosca, anche con palesi intimidazioni, a favore di un candidato alla Regione Calabria, Caridi Antonio Stefano, poi eletto e, in atto assessore regionale, con delega ad Attività produttive».  
Un’indagine ancora in corso, stando a quanto afferma la missiva, che «dovrebbe indurre il Caridi a rigettare l`inserimento nella Commissione antimafia, così come indurre il capogruppo del Pdl al Senato a non proporre il Caridi come componente di tale Commissione d`inchiesta. Questo anche perché – forse occorre precisarlo – l`indagine della Dia non è mai stata smentita né da parte della struttura stessa, né da parte dell`autorità giudiziaria».

LO SCIOGLIMENTO DI REGGIO E I GEMELLAGGI Ma sono anche altre le considerazioni che a detta della Casa della legalità avrebbero dovuto spingere Schifani a valutare come quanto meno inopportuna la proposta di Caridi come membro della Commissione, non ultima «la considerazione che questi era stato scelto come assessore regionale – eletto secondo la Dia a seguito di pressioni e intimidazioni della cosca dei Gullace-Raso-Albanese – dal presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti. Questi come noto era il sindaco del Comune di Reggio Calabria che, a seguito di indagini della competente autorità giudiziaria e di un`apposita commissione d`accesso, si è evidenziato ente fortemente infiltrato e condizionato dalla `ndrangheta tanto da comportare lo scioglimento«.
E forse non a caso – lascia intendere la missiva – «la passata amministrazione comunale guidata dallo Scopelliti aveva preso direttamente parte a due incontri-gemellaggi con la città di Genova».   
Il primo – si ricorda nella missiva – con il Comune guidato dalla giunta Vincenzi, passata alla storia per le curiose assegnazioni di lavori e appalti a società dei Mamone e dei Gullace, il secondo con la “Festa dei calabresi” promossa da Aldo Praticò (Pdl), consigliere comunale a Genova e candidato alle elezioni regionali del 2010, con il sostegno del “locale” della `ndrangheta di Genova ed in particolare dell`allora capo-locale Domenico Gangemi. «In entrambi i casi Giuseppe Scopelliti – sottolineano gli attivisti – inviò a Genova rappresentanti della propria amministrazione a sostegno del “gemellaggio” istituzionale nel primo caso, ed a sostegno della manifestazione e candidatura del Praticò nel secondo, quando, sul medesimo palco s
i troveranno anche i noti esponenti della `ndrangheta Gangemi, Condidorio, Bruzzaniti E Gorizia”. (0040)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x