«La decisione della Commissione europea di confermare la cancellazione del Ponte sullo Stretto dalle previsioni programmatiche e finanziarie della Ue, assieme ai contenuti dei recenti decreti finanziari e alla bozza del “decreto sviluppo” in discussione, di fatto mettono la parola fine alla pantomima del ponte». Lo affermano, in una dichiarazione congiunta, i docenti Alberto Ziparo, dell`Università di Firenze, e Guido Signorino, dell`Università di Messina, del coordinamento degli studi sugli impatti del Ponte sullo Stretto. «Non ci sono infatti fondi europei – proseguono Ziparo e Signorino – non ci sono fondi nazionali, come Tremonti va dicendo da almeno un anno e ha ribadito in questi giorni: peraltro i problemi economico-finanziari del progetto, oggi stimato in circa 9 miliardi di euro e per cui si sono spesi già svariate centinaia di milioni, senza neppure avere un elaborato esecutivo, si sommano agli enormi perduranti problemi tecnici e ambientali confermati dal progetto definitivo, che dimostra gli enormi impatti del ponte e non contiene neppure la verifica certa della sua costruibilità, avallando al contrario i dubbi già espressi anche dai consulenti del progetto». «Anche per rispetto al paese e alla società italiana che sta soffrendo i termini di una crisi economica drammatica – proseguono i due docenti – va chiuso definitivamente il pozzo di San Patrizio degli sprechi del ponte, interrompendo subito ogni procedura e chiudendo la Stretto di Messina. A questo proposito si sottolinea che ad oggi l`interruzione delle procedure del ponte non comporterebbe alcuna penale, circostanza confermata dagli stessi dirigenti della Stretto di Messina. Evidentemente le dichiarazioni sul tema del ministro Matteoli e di Impregilo sono sbagliate e strumentali a proseguire con un trasferimento di risorse pubbliche alle imprese evidentemente inaccettabile».
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