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Crolla il Musaba, ci pensano gli studenti

Sono stati i ragazzi dell’istituto d’arte “Panetta” di Locri a rimuovere le macerie della copertura dell’antica cisterna romana dall’accesso al Musaba. Il crollo risale al 9 novembre scorso, il 10 …

Pubblicato il: 12/12/2011 – 16:58
Crolla il Musaba, ci pensano gli studenti

Sono stati i ragazzi dell’istituto d’arte “Panetta” di Locri a rimuovere le macerie della copertura dell’antica cisterna romana dall’accesso al Musaba. Il crollo risale al 9 novembre scorso, il 10 dicembre, invece, si è svolta la prima giornata di sensibilizzazione “Braccia regalate alla cultura” per rimediare al disastro.
Alla manifestazione, informa il Musaba, hanno partecipato diverse autorità locali, oltre agli studenti del “Panetta”, cosa che non ha impedito a Nik Spatari e Hiske Maas – che del Musaba sono gli ideatori e gli instancabili animatori – di lamentarsi della latitanza delle istituzioni rispetto ai problemi della struttura culturale, unica nella Locride per le sue specificità artistiche.
«E’ necessario che l’identità del Musaba e la sua missione siano decise e rilanciate attraverso un atto di volontà politica che individui il ruolo artistico, turistico e culturale di MuSaBa – scrivono infatti Spatari e Maas – altrimenti è una realtà di valore già riconosciuto che non può decollare in Europa e oltre. Nella vita ci sono momenti in cui qualcuno ha la volontà di concepire un’idea e la forza di realizzarla. Siamo più che convinti che la nostra scelta di investire la nostra energia su MuSaBa rappresenta un sogno realizzato che può avere ricadute positive su tutta la Calabria, in Europa e anche oltre. Non vogliamo più guardare all’attività e al valore del MuSaBa riducendo la prospettiva ai confini locali/territoriali. Oltre quest’orizzonte ravvicinato guardiamo all’Europa, Usa, Canada, e perché no, al Giappone e alla Cina».
«Sono anni che subiamo sgarbi istituzionali – aggiungono Spatari e Maas – perché le richieste non vengono onorate, perché c’è una slealtà obiettiva nei rapporti. E poi progetti finanziati, anche per lavori urgentissimi, che attengono alla salvaguardia e alla sicurezza, che non vengono avviati per motivi incomprensibili».
L’iniziativa di sabato scorso, con gli studenti a fare quello che le autorità non riesono o non vogliono fare, rappresenta una bella risposta della società civile alla “distrazione” delle istituzioni.

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