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La sveglia della legalità non suona nel Palazzo

REGGIO CALABRIA Doveva essere una solenne commemorazione di Giovanni Falcone, il magistrato ucciso da Cosa Nostra il 23 maggio di venti anni fa. In realtà, ad ascoltare la lectio magistralis del doce…

Pubblicato il: 23/05/2012 – 15:57
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La sveglia della legalità non suona nel Palazzo

REGGIO CALABRIA Doveva essere una solenne commemorazione di Giovanni Falcone, il magistrato ucciso da Cosa Nostra il 23 maggio di venti anni fa. In realtà, ad ascoltare la lectio magistralis del docente dell`Unical Ercole Giap Parini, si sono ritrovati in pochissimi. Un vero flop, insomma, dovuto alla decisione di tenere l`incontro a porte chiuse. Alla presenza dei consiglieri regionali componenti della commissione anti-`ndrangheta e degli operatori dell`informazione, nell`aula “Giuditta Levato” di Palazzo Campanella, è andato in scena un andirivieni che non è stato proprio gratificante per la accurata prolusione (circa mezz`ora in tutto) del prof. Che ha parlato, praticamente, alle sedie vuote, come si evince anche dalla foto che pubblichiamo a corredo dell`articolo.
Salvatore Magarò, presidente della commissione anti-`ndrangheta, alquanto imbarazzato, ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco davanti a taccuini e telecamere. Nemmeno i gadget preparati per l`occasione (una sveglia della legalità) sono serviti a trattenere nel Palazzo i nostri rappresentanti istituzionali.
Insomma, una rievocazione che poteva essere senza dubbio organizzata meglio, magari per evitare l`effetto sala vuota: forse un incontro aperto al pubblico sarebbe stato preferibile a una seduta di commissione. Ferdinando Aiello, consigliere regionale di Sel, va giù duro: «Abbiamo perso l`ennesima occasione per dimostrare che questa Regione serva a qualcosa».

IL GADGET (SNOBBATO)
E IL MONITO AI GIOVANI
«Capaci 23 maggio 1992, ore 17.58». È l’informazione secca e puntuale contenuta nell’orologio commemorativo della strage in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e tre agenti di scorta. Una macchiolina di sangue posizionata sul quadrante, poco prima delle ore sei, richiama alla memoria il tragico momento dell’esplosione. Magarò ne ha fatto dono ai consiglieri membri dell’organismo all’inizio della seduta convocata per quest’oggi che ha al primo punto dell’ordine del giorno la commemorazione del giudice Falcone nel ventennale della sua scomparsa.
«Quel giorno – ha commentato Magarò intervenendo a Mangone alla Giornata della
legalità promossa dall`Amministrazione comunale con la partecipazione degli alunni dell`Istituto comprensivo Statale nel ventennale della strage – nel cuore di tutte le persone perbene, delle donne e degli uomini onesti di questo Paese si è aperta una ferita profonda che ancora oggi stenta a rimarginarsi».
«Le immagini dei drammatici momenti – ha aggiunto – che hanno seguito la strage di Capaci, dei volti straziati dei parenti delle vittime, della rabbia e del dolore delle migliaia di palermitani presenti ai funerali, delle lacrime, dello sgomento e della commozione che ancora oggi riaffiora a vent`anni da quei tragici eventi, devono rappresentare un monito per tutti noi, per i cittadini, per le istituzioni, per la politica, affinché ognuno, secondo il proprio ruolo, si senta spronato ad impegnarsi di più ogni giorno, per fare prevalere la legalità, la moralità, la giustizia sulle prevaricazioni, il malaffare, la corruzione, la violenza, la morte».
«Abbiamo il dovere di testimoniare alle nuove generazioni – ha detto ancora Magarò – l`esempio di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, di Antonino Scopelliti e di tanti altri servitori dello Stato che voi non avete mai conosciuto – ha concluso Magarò rivolgendosi agli studenti presenti alla manifestazione – per fare maturare nei giovani la consapevolezza e la sensibilità verso il problema della mafia, della `ndrangheta e delle altre organizzazioni criminali che affliggono il nostro territorio».
L`esempio, almeno stando alla commemorazione “istituzionale”, forse andrebbe testimoniato non solo «alle nuove generazioni».

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