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Dipendenti Arssa: falsa riforma

CATANZARO Solo il 20% del bilancio viene utilizzato per fini istituzionali. Mentre non si conosce a cosa possa essere destinata la restante parte. Questa in sintesi la posizione del comitato dei dipe…

Pubblicato il: 26/07/2012 – 18:36
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Dipendenti Arssa: falsa riforma

CATANZARO Solo il 20% del bilancio viene utilizzato per fini istituzionali. Mentre non si conosce a cosa possa essere destinata la restante parte. Questa in sintesi la posizione del comitato dei dipendenti dell`Arssa aderente a Cgil, Cisl e Uil che in una nota boccia la riforma dell`ente strumentale della Regione. «Chi ha responsabilità di governo – denunciano i rappresenti delle tre sigle sindacali – non ha ancora chiarito cosa ci fa questa Agenzia pubblica con il restante 80% (circa 48.000.000 milioni di euro sui 60.000.000 di euro del bilancio annuo complessivo). La magistratura contabile, puntualmente, ogni anno, effettua forti rilievi proprio sull’utilizzazione impropria di questa elevata percentuale delle risorse di bilancio».
Secondo i sindacati dei lavoratori dell`Arssa «i servizi in agricoltura, a differenza dei compiti impropri dell’Arssa, sono pubblici perché istituiti con specifico regolamento comunitario e ritenuti strategici per lo sviluppo e la crescita del comparto agricolo italiano e quindi calabrese». «I dipendenti pubblici dell’agenzia (amministrativi e tecnici specializzati) – afferma la nota di Cgil, Cisl e Uil aziendale – per più di un ventennio, oltre ad aver assicurato i servizi di assistenza tecnica di base, consulenze su certificazioni e marchi di qualità, hanno dato vita a strutture che hanno erogato servizi di alta professionalità riconosciuta a livello nazionale ed europeo quali ad esempio quelli: agrometeorologico, agropedologico e cartografico. A questi, negli ultimi anni, si è aggiunto il servizio di consulenza per l’attuazione del Por 2000-2006 e del Psr 2007-2013 di cui oggi beneficia il dipartimento Agricoltura della Regione Calabria».
Per questo il comitato di dipendenti condanna la valutazione di «tali servizi ad una logica imprenditoriale di pareggio di bilanci, renderebbe difficoltoso l’accesso alla stragrande maggioranza di piccoli e medi agricoltori calabresi che, nella nostra regione presidiano il territorio evitando gravi fenomeni di spopolamento e rischio idrogeologico». Secondo i dipendenti aderenti ai sindacati confederali questa è «una finta riforma che uccide il servizio pubblico».
«La giunta regionale ha presentato due proposte di legge – scrivono –, che sono all’esame della seconda commissione consiliare, cosiddette di “riforma” dal titolo “Istituzione dell’Azienda per lo sviluppo dell’Agricoltura Calabrese” e “Disposizione in materia di Sviluppo dell’Agricoltura”, che prevedono di dar vita ad un’ “azienda di diritto privato” con la quale si “istituzionalizzano” gli attuali sprechi che nelle intenzioni proclamate della giunta regionale si vorrebbero, invece, combattere. Peraltro, la presentazione di due proposte di legge invece di una, ha in sé il malcelato tentativo di aggirare l’art. 54 comma 3 del regolamento del consiglio regionale che prevede che l’istituzione di Aziende Regionali sia approvata con maggioranza di 2/3 del Consiglio Regionale stesso. Nella seconda proposta (che per quanto detto sopra può essere approvata a maggioranza semplice) si delinea la costituzione di un ente di “diritto pubblico economico” (art. 1) che, contrariamente all’aggettivo “pubblico”, fonda le sue regole sostanzialmente nel diritto privato».
Da qui il rischio che «la proposta, in realtà, non solo replica gli sprechi citati ma, addirittura, aggiunge dell’altro per disegnare un ente dai confini sbiaditi che si presta facilmente a giochi e logiche clientelari con il rischio, addirittura, di incrementare l’attuale dotazione di bilancio che, ricordiamo, è pari a circa 60 milioni di euro». E, poi, il comitato dei lavoratori dell`Arssa lancia la proposta. Una ipotesi che sarebbe stata già presentata lo scorso 19 luglio in occasione dell`audizione in seconda commissione e che prevede il ritorno dei servizi di competenza regionale ad essere svolti dalla Regione Calabria nel dipartimento Agricoltura con lo stesso personale e le stesse strutture attualmente utilizzate dall’Arssa. Una strada fanno notare i dipendenti già seguita negli anni scorsi in varie regione italiane e più recentemente in Toscana ed Abruzzo.
«Questa proposta – concludono – ha il pregio di contenere il costo di gestione dei servizi, pari al citato 20% del bilancio, cioè circa 12 milioni di euro. Anzi, ancor meno, visto che i servizi, così gestiti, permetterebbero di realizzare maggiori economie legate all’azzeramento dei costi della politica e di quelli della dirigenza».

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