`Ndrine decapitate in Lombardia Ma l`omertà regna sovrana
MILANO `Ndrangheta padrona in terra lombarda. I carabinieri del comando provinciale di Milano hanno eseguito 37 ordini di custodia cautelare nell`ambito di un`operazione “Ulisse” contro clan della `n…

MILANO `Ndrangheta padrona in terra lombarda. I carabinieri del comando provinciale di Milano hanno eseguito 37 ordini di custodia cautelare nell`ambito di un`operazione “Ulisse” contro clan della `ndrangheta in Lombardia. I provvedimenti, emessi dalla Procura distrettuale antimafia di Milano, riguardano i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, porto e detenzione illegale di armi, usura ed estorsione, tutti reati aggravati dalle finalità mafiose. Le indagini sono originate dagli approfondimenti di un`altra operazione contro l`associazione mafiosa denominata “Crimine” e, secondo gli investigatori, hanno consentito di documentare le dinamiche criminali delle proiezioni extraregionali della `ndrangheta in Lombardia, il loro solido legame con le cosche di origine e il controllo delle aree di influenza attraverso il ricorso alla violenza e alla intimidazione. Nel corso dell`operazione, i carabinieri hanno scoperto un bunker nell`abitazione di via Boito 23 a Giussano, in provincia di Milano. Si tratta dell`abitazione di Antonio Stagno, 44enne giussanese che si trova detenuto per altra causa nel carcere di Opera. «Si tratta di un vero e proprio bunker con una parete mobile che si aziona con un telecomando – ha spiegato ai cronisti il pm della Dda di Milano, Alessandra Dolci – come quelli che siamo soliti trovare in realtà come San Luca o Platì».
IMPRENDITORI OMERTOSI
Le indagini della Dda di Milano, che hanno portato oggi a 37 arresti smantellando le cosche della `ndrangheta radicate tra Milano e Monza, confermano quanto era già emerso da altre operazioni contro i clan calabresi radicati in Lombardia: l`assenza totale, anche in una regione del Nord, di denunce da parte degli imprenditori “vessati” e “vittime” di fatti di estorsione e usura. Da quanto si è appreso, l`operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Milano e coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dai pm Alessandra Dolci e Cecilia Vassena, ha portato in carcere, tra gli altri, Ulisse Panetta, presunto boss del “locale” di Giussano, con ordinanza firmata dal gip milanese Andrea Ghinetti, e alcuni appartenenti alle “famiglie” Cristello e Corigliano. Un contributo fondamentale alle indagini, secondo quanto è emerso, è arrivato da un “nuovo” pentito della `ndrangheta in Lombardia, Michael Panaja, che era stato arrestato assieme a un altro pentito, Antonino Belnome (che ha già parlato di alcuni omicidi avvenuti negli ultimi anni), perché ritenuto uno dei responsabili dell`omicidio di Carmelo Novella. Quest`ultimo, ritenuto “capo dei capi” delle cosche dalla `ndrangheta in Lombardia, venne ucciso in un bar nel milanese nel luglio 2008, perché voleva rendere autonome i “locali” lombardi dalla “casa madre” calabrese.
Con le sue parole ai pm, Panaja avrebbe svelato in particolare le attività delle cosche lombarde dal luglio 2010 in poi, ossia ciò che è avvenuto dopo il maxi-blitz “Infinito” della Dda di Milano che aveva portato a oltre 170 arresti e a 110 condanne con rito abbreviato. Le cosche di Giussano e Seregno, stando alle indagini, oltre a “occuparsii” dei traffici di droga (detenevano anche molte armi), avrebbero continuato a intimidire piccoli imprenditori locali, soprattutto di origine calabrese, taglieggiandoli con l`usura e le estorsioni, senza che da questi sia mai arrivata alcuna denuncia alle forze dell`ordine.