L`EDITORIALE | Arena, lasci perdere
Demetrio Arena, 42 anni dopo, vorrebbe emulare Piero Battaglia con un “rapporto alla città” che chiami a raccolta i nuovi “boia chi molla” per difendere Reggio dai nemici che l`assediano. Arena, lasc…

Demetrio Arena, 42 anni dopo, vorrebbe emulare Piero Battaglia con un “rapporto alla città” che chiami a raccolta i nuovi “boia chi molla” per difendere Reggio dai nemici che l`assediano.
Arena, lasci perdere.
Intanto se proprio vuole tenere il suo “rapporto alla città” si prenda un palco e parli in Piazza Italia, non ripieghi su pantofolaie e confortevoli conferenze stampa. E soprattutto non approfitti più di giornalisti che accettano di prender parte ad una conferenza stampa dove (sic!) è proibito fare domande. Che conferenza stampa è quella dove non si possono fare domande? E perché non se ne possono fare?
Tornando al sindaco dei “Moti”, Battaglia, che aveva stoffa e motivazioni ben più solide, questo fece: tenne un rapporto alla città ma lo tenne in Piazza facendo nomi e cognomi. Arena invece ammette candidamente che lui non ne fa: «Perché non sono così sciocco da farli».
Arena, lasci perdere.
Poi c`è un`altra abissale differenza: Piero Battaglia era un sindaco democristiano e nel suo rapporto attaccò prima di tutto il suo partito. Non restò vago ed ai “nemici” diede un nome, un cognome ed una mission. Disse che c`era sulle spalle di Reggio un accordo spartitorio tra Catanzaro e Cosenza e disse anche che a gestirlo erano Riccardo Misasi e Giacomo Mancini (come cambiano i tempi eh…) e precisò anche che in cambio Catanzaro avrebbe avuto il capoluogo e Cosenza (che ha sempre puntato più alla sostanza che al pennacchio) l`università. Insomma, tutta un`altra storia.
E poi quanta confusione nelle livorose parole del tenitore di conferenze stampa senza domande, a cominciare dai giornalisti indegni che gettano fango sulla città ma che d`estate a Reggio «li vediamo ritirare premi in città, consegnati da associazioni che non meritano il nome che portano». E qui forse potremmo anche essere d`accordo con Arena che fa un autogol bestiale, visto che le associazioni premianti sono anche quelle firmanti il manifesto che tanto piace al sindaco Arena.
Di confusione in confusione: che assedio è se Arena mette la città di cui è sindaco in un «trittico che riguarda il Lazio, la Lombardia e Reggio»? Allora la chiamata alle armi non è in difesa di Reggio ma di qualcun altro e di qualcos`altro.
Arena, lasci perdere.
L`unica che ha azzeccato sta nel finale: «A pagare devono essere solo i colpevoli». È quello che chiede la stragrande maggioranza dei reggini, dei calabresi e degli italiani perbene. È quello che, sia pure con un risveglio tardivo, stanno tentando di garantire le istituzioni a ciò preposte. Stia composto e le lasci lavorare se vuole davvero bene alla sua città.