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"Nuovo potere", Mollace chiede la condanna per tutti

REGGIO CALABRIA Agli sgoccioli il processo d`appello nato dall`inchiesta “Nuovo Potere” della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Il sostituto procuratore generale Francesco Mollace…

Pubblicato il: 17/10/2012 – 16:35
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"Nuovo potere", Mollace chiede la condanna per tutti

REGGIO CALABRIA Agli sgoccioli il processo d`appello nato dall`inchiesta “Nuovo Potere” della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.
Il sostituto procuratore generale Francesco Mollace ha concluso la requisitoria contro le cosche di Roccaforte del Greco e ha chiesto la condanna per tutti i 27 imputati che erano stati giudicati colpevoli in primo grado. Il pg ha ricostruito l`impianto accusatorio dell`inchiesta che era stata coordinata dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri e dal sostituto Antonio De Bernardo.
La politica e gli appalti, le armi e gli agguati. Il fascicolo dell`inchiesta “Nuovo potere” è una sorta di manuale della ‘ndrangheta in chiave moderna.
Stando agli inquirenti, dopo la faida dell`area grecanica, negli ultimi anni le cosche si sono avvicinate e hanno dato di fatto vita ad un`unica organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti tra Roccaforte del Greco e la zona di Verbania, alla gestione illecita degli appalti pubblici sul comune di Roccaforte (vinti sempre dalle stesse due imprese), alle estorsioni e al traffico delle armi tra il paesino del Basso Jonio e la Svizzera dove alcuni indagati si erano trasferiti per gestire le attività illecite della cosca.
«Il nuovo potere non ha famiglia!» è stata la frase pronunciata da un affiliato nel corso di un`intercettazione ambientale captata dagli inquirenti.
Gli affari sopra di tutto. Anche sopra il sangue versato dai parenti trucidati durante la faida. La “rimodulata” organizzazione criminale non si tirava certamente indietro qualora si rendesse necessario perpetrare omicidi o altri gravi reati sulla persona. Nell’inchiesta hanno pesato le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carlo Mesiano (anche lui imputato nel processo) come le famiglie mafiose riuscivano a condizionare l’attività del Comune.
Ritornando all`udienza, il pg Mollace ha chiesto la condanna di Domenico Attinà (7 anni), Mario Attinà (2 anni e 8 mesi), Massimo A. Gabello (1 anno e 4 mesi), Vincenzo Gullì (12 anni), Annunziato Iaria (6 anni e 8 mesi), Carmelo Rocco Iaria (6 anni e 8 mesi), Domenico Carmelo Iaria (12 anni e 6 mesi), Massimo Idà (6 anni e 8 mesi), Andrea Pasquale Mesiano (2 anni e 8 mesi), Carlo Mesiano (1 anno e 8 mesi), Agostino Palamara (6 anni e 8 mesi), Domenico Pangallo (7 anni), Francesco Pangallo, cl. 75, (13 anni), Francesco Pangallo, cl. 74, (4 anni e 8 mesi), Giovanni Pangallo (10 anni), Antonino Pannuti (3 anni e 4 mesi), Bruno Pizzi (3 anni e 4 mesi), Arnaldo Proscenio (6 anni e 8 mesi), Domenico Proscenio (7 anni e 6 mesi), Francesco Romeo (3 anni e 4 mesi), Girolamo Romeo (3 anni e 4 mesi), Vincenzo P. Romeo (6 anni e 8 mesi), Teodoro Spanò (9 anni), Filippo Stelitano (7 anni), Natale Tripodi (6 anni e 8 mesi), Pietro Verno (10 anni), Vittorio Verno (7 anni e 6 mesi).
L`udienza è stata poi rinviata al prossimo 30 ottobre quando inizieranno le arringhe della difesa.

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