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PALAZZO INFETTO | Di Martino (Sel): raccontare il cono d`ombra

REGGIO CALABRIA «Raccontare Reggio, raccontare la Calabria. Sento il bisogno di lanciare un appello ai direttori delle principali testate giornalistiche nazionali: mandate i vostri inviati a Reggio e…

Pubblicato il: 18/10/2012 – 10:31
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PALAZZO INFETTO | Di Martino (Sel): raccontare il cono d`ombra

REGGIO CALABRIA «Raccontare Reggio, raccontare la Calabria. Sento il bisogno di lanciare un appello ai direttori delle principali testate giornalistiche nazionali: mandate i vostri inviati a Reggio e in Calabria a raccontare quanto sta avvenendo qui. È indispensabile per salvare la Calabria ma serve all`Italia e all`Europa». È quanto afferma, in una nota, Andrea Di Martino, coordinatore regionale di Sel Calabria.
«Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti – prosegue Di Martino – dopo lo scioglimento dell`amministrazione di Reggio Calabria, per gravi contiguità della stessa con le `ndrine, piuttosto che guardare alle sue responsabilità, ha sferrato un duro attacco alla stampa. Ha indicato in quei giornalisti che in questi anni hanno raccontato la malapolitica reggina come i responsabili unici del disastro. Baldessarro, Musolino e Ruotolo, sarebbero i nemici della città, secondo il governatore azzoppato. Andrebbero letti gli atti che hanno portato allo scioglimento. In quelle carte c`é un percorso infernale, di una politica decaduta in malaffare. Dove il distinguo tra il lecito e l`illecito svanisce e ogni rapporto con il male deteriorante del mezzogiorno diventa normale”. «A Reggio – sostiene il coordinatore regionale di Sel – le `ndrine governavano direttamente, non avevano bisogno di infiltrarsi. Questo significa quel termine “contiguità” utilizzato dal ministro. Scopelliti era ed è il leader di quel centrodestra che ha provocato questo disastro etico e morale. Oggi non governa più Reggio, è il presidente della Regione e basta leggere l`elenco dei consiglieri regionali arrestati e inquisiti per allertarsi. La reazione è invece un attacco a quei giornalisti che raccontano i fatti. Ciò è possibile perché la Calabria è in un cono d`ombra dell`informazione nazionale. Non vi sono redazioni di testate nazionali, il tg3 regionale ha uno stile eccessivamente istituzionale. Di conseguenza tutto ciò che accade e si racconta non attraversa il Pollino. È quello che è stato raccontato in questi anni è stato molto ed è stato grave. Perché chi lavora qui, lo fa con dedizione e molto coraggio. Questo non basta più, la Calabria fa notizia solo quando ormai è troppo tardi. Lo stesso dibattito di questi giorni è concentrato molto sulla Lombardia e sfiora solo la Calabria. Eppure quello che accade qui ha conseguenze devastanti per il Paese. Va organizzata in tempi rapidi l`invasione di un esercito di penne, per raccontare, per disvelare ciò che ancora oggi accade nel profondo sud. Perché in questo modo salveremo la Calabria e il sud, ma salveremo la nostra democrazia messa in pericolo da un nemico potente e feroce».

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