REGGIO CALABRIA Lunga mattinata di riunioni a Palazzo Campanella in preparazione del consiglio regionale convocato per la giornata di oggi. Prima il confronto tra i capigruppo e le delegazioni di rappresentanti delle Province di Crotone e Vibo Valentia, che in base al riordino predisposto dal governo verrebbero cancellate e accorpate a quelle di Cosenza e Catanzaro. Poi una lunga riunione della maggioranza di centrodestra. Che ufficialmente è stata convocata per affrontare il tema del riassetto istituzionale ma che, inevitabilmente, ha toccato altri temi come quelli della sanità. D’altronde le recenti incomprensioni registrate sulla proposta di legge (a firma di Salerno, Chiappetta, Serra e Parente) che riordina il sistema sanitario calabrese con l’abolizione delle Asp di Vibo e Crotone hanno lasciato il segno. Il governatore Scopelliti, soprattutto in questo particolare momento, vuole evitare divisioni e nel corso del summit avrebbe invitato tutti (alla luce dei mugugni che ha dovuto sorbirsi) a «evitare fughe in avanti». Un modo elegante per far capire che su questioni di vitale importanza non è possibile procedere con proposte autonome dei singoli consiglieri.
Tornando alla questione delle Province, c’è da dire che il presidente del Consiglio Franco Talarico ha usato toni rassicuranti alle delegazioni dei due territori oggetto dei tagli: «Siamo estremamente attenti alle istanze rappresentate da due territori cruciali per la Calabria, quello di Crotone e di Vibo, e orientati a tutelare, con ogni mezzo a nostra disposizione, le ragioni delle popolazioni interessate al fine di impedire che contro la Calabria si consumino altri strappi in questo frangente di grave crisi economica e sociale».
Da parte loro, gli esponenti di questi due territori hanno, all`unisono, ribadito «l`urgenza di andare avanti nel ricorso presentato dalla Regione alla Corte costituzionale per affermare l`illegittimità della decisione del governo Monti» e, contemporaneamente, hanno chiesto che «il consiglio regionale deliberi positivamente sul mantenimento delle cinque Province calabresi».
IL DOCUMENTO DEL CENTRODESTRA
La riunione di maggioranza si è conclusa con la decisione di portare in Aula un ordine del giorno (su cui si chiede il voto delle minoranze) in cui viene ribadita la necessità di proseguire sulla strada del ricorso alla Corte costituzionale contro il decreto del governo, far presente all`esecutivo Monti che il Consiglio delle autonomie si è espresso per il mantenimento in vita delle cinque Province e, in subordine, se la Consulta non dovesse prendere in considerazione l’iniziativa della Regione Calabria, di chiedere al governo un impegno affinché venga ascoltata la volontà dei territori coinvolti prima di procedere a eventuali tagli e accorpamenti di Province.
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