CROTONE Preferiscono morire piuttosto che vedere smantellata l`unità operativa di Nefrologia dell`ospedale civile di Crotone. Circa cento malati da questa mattina hanno occupato quel che resta dell`unità operativa del nosocomio crotonese e rifiutano ogni tipo di terapia compresa la dialisi. Quattro di loro sono stati colti da malore e solo l`intervento dei medici ha scongiurato la tragedia. Senza l`allaccio alla macchina che pulisce il sangue dalle scorie i malati nefrologici rischiano la vita. Nonostante questa consapevolezza da questa mattina è stata messa in atto una protesta eclatante perché la direzione strategica dell`Asp crotonese ha deciso di non dare posti letto per il “reparto di nefrologia” e di prevedere i ricoveri nell`unità complessa di medicina. A Medicina sono stati dati 30 posti letto e otto di questi dovrebbero essere riservati per i ricoveri dei malati nefrologici. Sino a qualche settimana fa, prima dei tagli previsti dal piano di rientro, Nefrologia aveva dieci posti letto che diventavano anche tredici. Oggi questi posti letto non ci sono più e i malati rifiutano l`idea che di loro si debba occupare la Medicina, che tra l`altro ha le sue gatte da pelare essendo un reparto che è chiamato a dare risposte a 360 gradi. Temono che possa venire meno la qualità delle prestazioni che, sino ad oggi, hanno avuto garantita dal reparto autonomo. Per convincere i malati a desistere sono intervenuti gli uomini della Digos di Crotone, che, tra l`altro, attraverso il questore, hanno chiesto la convocazione di un tavolo in prefettura. Sono stati visitati dal sindaco di Crotone, Peppino Vallone, che ha ricordato di avere diffidato il direttore generale dell`Asp, Rocco Antonio Nostro, a cancellare o accorpare reparti prima che l`atto aziendale diventi operativo con il via libera dalla Regione. A Crotone si è anche precipitato il segretario regionale dell`Aned, Bruno Tassone, che ha deciso di seguire in prima persona la problematica.
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