«Nuove alleanze per il dopo Scopelliti»
COSENZA Sia pure per un attimo, Massimo D’Alema in visita a Cosenza ha fatto sussultare la platea che riempiva l’auditorium del liceo classico, quando forse per un riflesso pavloviano ha detto che “d…

COSENZA Sia pure per un attimo, Massimo D’Alema in visita a Cosenza ha fatto sussultare la platea che riempiva l’auditorium del liceo classico, quando forse per un riflesso pavloviano ha detto che “dopo Monti deve tornare la sinistra”. Per la verità si è subito corretto, parlando di centrosinistra, ma la parola antica e potente, nuova e ricca di speranza, era stata pronunciata con tutto quello che si porta dietro, “la lotta alla disuguaglianza e alle ingiustizie sociali”. Il D’Alema che parla alla fine di un viaggio dentro la Calabria durato un giorno intero, mantiene intatta l’ironia tagliente che gli fa dire che il tour calabrese è una fatica elettorale, ed “è uno strano destino quello di essere rottamati mentre ancora si combatte”. Ma al netto dell’ironia, questa è davvero una campagna elettorale. Le primarie infatti sono un primo passo, come dice lo stesso presidente del Copasir, che annuncia quelli successivi, per dare vita al dopo Monti, ma pure per prepararsi in Calabria a costruire una proposta per il dopo Scopelliti. Un clima percepito anche da Sandro Principe, che assieme a Mario Oliverio e Alfredo D’Attorre aveva preso la parola prima di D’Alema e aveva profeticamente annunciato “che in Calabria voteremo a breve”.
Lo sguardo di D’Alema si sposta senza soluzione di continuità dal locale al piano nazionale, spiegando che Monti era l’emergenza, ora è il tempo della politica, del ritorno delle idee, di un progetto per il Paese. E a incarnare al meglio questo percorso di rinascita è Bersani, anche perché l’avversario da battere, in questa ormai prossima campagna elettorale, non è la destra in disfacimento, “ma la sfiducia, cui si deve opporre un progetto serio e concreto”. Un compito che tocca al Pd, “che è il più grande partito del Paese ed è naturale che il governo nazionale sia guidato dal leader di questo partito”. Ma prima della realizzazione di questo sogno, occorre vincere e bene le primarie, solo dopo si potrà dare vita a una “maggioranza tra progressisti e moderati riformisti, legandosi a un progetto europeo condiviso”. La coalizione che immagina D’Alema guarda come si capisce facilmente all’Udc e questa ipotesi comprende la Calabria, dove “il centrosinistra da solo non basta e occorre chiamare in campo forze per dare vita a una proposta per la regione”. I destini nazionali e quelli del Sud sono inestricabilmente legati, “perché il Meridione ha subito le politiche della destra e della Lega, mentre ora deve essere riportato al centro dell’attenzione nazionale”. Pure su questo le primarie del Pd giocano un ruolo importante, “perché solo Bersani è in grado di tenere unito il Paese, il partito e il centrosinistra”, per questo esse sono un passo fondamentale. E sempre pensando all’alleanza con l’Udc, D’Alema rammenta a Vendola che in Puglia si governa e bene proprio con gli uomini di Casini, “solo che lui non lo dice nei suoi comizi, perché fa propaganda”.
Su Renzi poche parole sulla sua vocazione presidenzialista, di cui non c’è bisogno, “visto che ci stiamo liberando dell’originale”, dice facendo sorridere per il riferimento a Berlusconi e per domandargli di dichiarare finalmente quali idee ha per il governo dell’Italia, “perché a oggi non si sono comprese”. Poi un rapido riferimento a se stesso, che come annunciato non sarà nelle liste, “continuando tuttavia a fare politica, con maggiore libertà, proprio partendo dalla campagna elettorale”. Di cui stiamo avendo un assaggio.