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Natale amaro lsu-lpu: senza stipendi, solo "annunci mirabolanti"

COSENZA I sindacati si mobilitano contro il “Natale amaro” che attende lsu e lpu, individuando responsabilità diverse tra governo e Regione. Con due note distinte, la Uil annuncia una manifestazione…

Pubblicato il: 19/11/2012 – 11:50
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Natale amaro lsu-lpu: senza stipendi, solo "annunci mirabolanti"

COSENZA I sindacati si mobilitano contro il “Natale amaro” che attende lsu e lpu, individuando responsabilità diverse tra governo e Regione. Con due note distinte, la Uil annuncia una manifestazione di protesta davanti alla prefettura di Cosenza, mentre la Cgil critica la Regione per gli annunci roboanti che sul tema erano stati fatti. Proprio dagli attacchi a Palazzo Alemanni iniziano Giovambattista Nicoletti, segretario generale della Nidil di Cosenza, e Andrea Ferrone, segretario generale della Nidil Cgil di Castrovillari. «Il tanto atteso incontro con il governatore della Regione lascia l’amaro in bocca», affermano i due sindacalisti a proposito del vertice omnibus tenutosi la scorsa settimana, in cui il presidente aveva incontrato i rappresentanti dei lavoratori, facendo il punto su varie vertenze aperte in questo momento in Calabria.
«Ci aspettavamo il rispetto dei tanti verbali firmati in merito al reperimento delle risorse per le retribuzioni dei sussidi e delle ore integrative, per tutto il 2012 – proseguono Nicoletti e Ferrone -, e invece ci è stata presentata una situazione economicamente disastrosa, fondi insufficienti da suddividere per tutte le emergenze della nostra Regione. Eppure pochi mesi fa si facevano comunicati stampa di buona gestione della vertenza, l’assessore Stillitani prima, e il governatore poi, dicevano, per mezzo di annunci roboanti, di stare tranquilli rispetto alla volontà della giunta di chiudere il 2012 senza pendenze, e invece l’amara sorpresa di ricevere la disponibilità a pagare solo i sussidi di settembre e ottobre per i Lpu, e sperare in una variazione di bilancio che sarà fatta con fondi ridottissimi, per verificare se prima del 31/12/2012 si potrà avere un altro sussidio o parte delle ore integrative». Fin qui la critica netta. I sindacalisti lanciano poi una proposta.
«Almeno si faccia chiarezza sulla proroga dei progetti, e sul proseguimento dei finanziamenti delle ore integrative, unico diritto conquistato negli anni e che non permetteremo a nessuno di mettere in discussione, anche se ci rendiamo conto che chiedere chiarezza a Scopelliti diventa ogni giorno che passa più difficile», concludono Nicoletti e Ferrone.
E Cosenza diventa l`epicentro delle prime proteste sindacali, così come annunciano in una seconda nota Umberto Calabrone (Cgil), Gerardo Calabria (Cisl) e Gianvincenzo Benito Petrassi (Uil).
Questa volta il bersaglio è l`esecutivo Monti. «Lavoratori e sindacati – sostengono i tre segretari – incassano l’ennesima promessa non mantenuta: quella del governo, col ministro Elsa Fornero, che aveva siglato un accordo di 30 milioni di euro per il pagamento dei mesi arretrati. E’ inconcepibile che a non pagare sia lo Stato, che da una parte chiede ai suoi cittadini ingenti sacrifici e dall’altro sigla accordi che non mantiene. Il ministro Fornero aveva garantito l’arrivo di questi fondi più di un mese fa, ma ad oggi i lavoratori  ancora non si pagano».
A questo si aggiunge la preoccupazione per la copertura dei mesi di novembre e dicembre e di tutto il 2013 per il quale si chiedono certezze già da subito. Per questo motivi Cgil, Cisl e Uil protesteranno mercoledì mattina davanti la sede della Prefettura e dell’inps  di Cosenza. «I lavoratori coinvolti – concludono – sono circa 23.000, i più fortunati devono ancora percepire 5 mensilità arretrate, mentre altri non si sono visti corrispondere ben 12 mensilità, senza considerare quelle pratiche del 2011 che, risolte talune problematiche insorte durante l’iter, accreditano addirittura 15 o 18 mensilità. E’ possibile vivere in queste condizioni? Fino a quando l’incessante lavoro del sindacato riuscirà ad arginare la giusta rabbia dei lavoratori? Di promesse non mantenute siamo stanchi e siamo ancor più stanchi di vedere disattesi accordi siglati ai tavoli istituzionali».

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