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`Ndrangheta padrona del narcotraffico

La `ndrangheta la fa da padrona nel traffico internazionale di cocaina, confermando la capacità di costituire veri e propri cartelli tra le diverse cosche per finanziare massicce importazioni di stup…

Pubblicato il: 02/12/2012 – 16:48
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`Ndrangheta padrona del narcotraffico

La `ndrangheta la fa da padrona nel traffico internazionale di cocaina, confermando la capacità di costituire veri e propri cartelli tra le diverse cosche per finanziare massicce importazioni di stupefacenti da distribuire in tutto il territorio nazionale. A tracciare un quadro esaustivo del potere acquisito dai clan calabresi nel traffico di droga è il “Rapporto Narcotraffico 2012”, frutto della collaborazione della Fondazione Icsa con la Direzione centrale per i servizi antidroga del ministero dell’Interno e con l’Arma dei carabinieri.
Il dossier è stato presentato a Montecitorio. All`incontro, organizzato dal parlamentare calabrese e presidente della Fondazione Icsa Marco Minniti, hanno partecipato anche il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, il capo della Polizia, Antonio Manganelli, il comandante dell`Arma, Leonardo Gallitelli, il procuratore della Direzione nazionale antimafia, Piero Grasso e lo scrittore Roberto Saviano. Ciò che emerge con evidenza e trova conferma nelle inchieste è «la capacità delle cosche di avvalersi di “centri di servizio” e società commerciali compiacenti per il controllo dei flussi illegali, anche a favore di cosche collegate». A testimonianza di ciò da ultima, solo in termini cronologici, l`operazione “Crimine” che ha documentato gli intrecci e le decisioni strategiche di tutta l’organizzazione `ndranghetista nello spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’ambito delle indagini antidroga, condotte sotto la direzione della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, infatti, i carabinieri accertavano l`esistenza di una serie di riunioni tra esponenti di spicco dei locali della fascia jonica reggina con rappresentanti delle `ndrine di Toronto riuscendo a raccogliere, da «innocue riunioni conviviali» («ghirate»), rilevanti elementi sui motivi dell’omicidio dell’allora reggente del locale Lombardia, Carmelo Novella, ucciso il 14.07.2008, a San Vittore Olona (Mi), «per aver tentato di emanciparsi dalla Provincia reggina».
Numerosi esponenti dei locali di Marina Gioiosa Jonica venivano così raggiunti dal provvedimento di fermo della Dda di Reggio Calabria, nell’ambito dell’operazione “Crimine” del 13 luglio 2010. Le prove raccolte dalle indagini preliminari dirette dalle Procure distrettuali antimafia di Milano e Reggio Calabria, nell’ambito di numerosi procedimenti collegati, «fornivano un quadro complessivo e unitario degli assetti organizzativi della `ndrangheta, delle sue articolazioni extraregionali e dei comuni interessi illeciti, facendo emergere come la matrice criminale, dopo un lento processo evolutivo, avesse raggiunto una nuova configurazione organizzativa, in grado di coordinare le iniziative criminali delle singole articolazioni, soprattutto nei settori dell’infiltrazione degli appalti pubblici e del traffico internazionale degli stupefacenti». Le organizzazioni criminali, in particolare la `ndrangheta, hanno cercato da tempo di mantenere il proprio dominio nel traffico di droga intessendo solide relazioni con i gruppi stranieri. Ed estendendo mire e tentacoli nel mercato internazionale. Lo dimostrano anche arresti “eccellenti”.
Ecco allora come le attività investigative condotte con la Dea e la polizia canadese hanno permesso di arrestare due pericolosi latitanti, inseriti nell’elenco dei primi 30: il 7 agosto 2008, a Toronto, Giuseppe Coluccio, esponente di spicco di una delle cosche della `ndrangheta (Coluccio-Aquino) maggiormente presenti nel circuito del narcotraffico internazionale, e il 10 maggio dell’anno successivo, a Roccella Jonica (Rc), il fratello Salvatore, individuato dai “Cacciatori di Calabria” in un bunker ricavato nella sua abitazione, all’interno del comprensorio dell’Hotel Kennedy. E già nell`aprile del 2004, i militari hanno arrestato Salvatore Coluccio, latitante dal 2000 perché destinatario di due provvedimenti cautelari per associazione mafiosa e associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Giuseppe Coluccio, che viveva invece a Toronto in un prestigioso grattacielo affacciato sul lago Ontario, si era rifugiato in Canada dal giugno 2005, per sottrarsi all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa nell’ambito di una precedente indagine dei carabinieri per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione e violazione normativa sulle armi. Da oltreoceano Coluccio, sotto falsa identità, aveva continuato a mantenere costanti rapporti con la Calabria, gestendo il traffico di ingenti quantitativi di hashish e cocaina destinati alle cosche jonico reggine. Dopo circa quindici anni, le inchieste hanno evidenziato l’attualità dei rapporti tra esponenti di spicco della `ndrangheta e di Cosa nostra documentando i frequenti incontri in diversi locali pubblici dell’Ontario tra “Big Joe” Cuntrera e Giuseppe Coluccio, peraltro soci in affari in un’azienda di generi alimentari di Toronto.


Rapporto Narcotraffico 2012
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