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"Infinito", la Cassazione: l`appello può sanare

MILANO Alla carenza, «anche assoluta», delle motivazioni di una sentenza può porre rimedio il giudice del grado «successivo» che «investito di pieni poteri decisori, provvede, quando è necessario, a…

Pubblicato il: 14/01/2013 – 21:02
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"Infinito", la Cassazione: l`appello può sanare

MILANO Alla carenza, «anche assoluta», delle motivazioni di una sentenza può porre rimedio il giudice del grado «successivo» che «investito di pieni poteri decisori, provvede, quando è necessario, a redigere la motivazione mancante». Lo spiegano i giudici della Cassazione nelle motivazioni della sentenza con cui hanno annullato, nei giorni scorsi, il deposito «in due tempi» delle motivazioni del processo milanese contro le cosche della `ndrangheta che ha portato, nel novembre 2011, a 110 condanne. Stando alla pronuncia della Cassazione, dunque, pare allontanarsi il rischio che la sentenza di primo grado e le condanne possano essere annullate dai giudici d`appello per un vizio di forma nelle motivazioni. E ciò proprio perché la Suprema Corte spiega che la carenza delle motivazioni (dopo l`annullamento del deposito «in due tempi» la sentenza è «monca» di 120 pagine) «è sanabile dal giudice di merito successivo». La Suprema Corte, che ha accolto il ricorso dei legali di tre imputati (gli avvocati Raffaele Della Valle, Donatella Rapetti e Manuela Caciuttolo), definisce «abnorme», dal punto di vista procedurale, l`atto del gup che, a causa di un errore della stampante, decise di integrare le 120 pagine mancanti. Dopo il verdetto della Cassazione, che ha annullato proprio l`ordinanza di integrazione, la sentenza è rimasta, però, «monca». E nell`udienza del processo d`appello, fissata per domani, alcuni legali degli imputati, che erano in attesa delle motivazioni della Cassazione, dovrebbero sollevare la questione della sentenza «monca» che è, a loro dire, viziata da «nullità assoluta». Sul punto, però, la Cassazione ha chiarito che «la sentenza carente, in tutto o in parte, della motivazione, non può considerarsi inesistente». E il vizio «è sanabile» dai giudici del grado successivo. Così i magistrati d`appello potrebbero sanare le motivazioni carenti nella loro sentenza.

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