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Rifiuti, Cgil: «La protesta dei sindaci non è risolutiva»

CATANZARO «Cari sindaci, così non si salva nessuno. Lo diciamo comprendendo lo spirito che ha mosso i primi cittadini del Catanzarese che hanno presidiato la discarica di Pianopoli per ottenere la pr…

Pubblicato il: 26/01/2013 – 15:30
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Rifiuti, Cgil: «La protesta dei sindaci non è risolutiva»

CATANZARO «Cari sindaci, così non si salva nessuno. Lo diciamo comprendendo lo spirito che ha mosso i primi cittadini del Catanzarese che hanno presidiato la discarica di Pianopoli per ottenere la priorità a scaricare i rifiuti del Catanzarese anziché quelli provenienti da altre province». Lo sostengono, in una nota, il segretario generale della Cgil della Calabria, Michele Gravano, e il segretario generale di Catanzaro, Giuseppe Valentino. «Non è così – aggiungono – che eviteremo che i nostri comuni siano sommersi dell`immondizia. Probabilmente si rinvierà il problema di qualche mese per poi tornare allo scempio diffuso per le strade. Il problema non è presidiare una discarica, sulla quale tra le altre cose, vorremmo essere tranquillizzati in termini di sicurezza per l`ambiente, e sul recupero del percolato; ma costruire una proposta politica sul ciclo integrato dei rifiuti. Sfidare la Regione Calabria a fare le scelte necessarie ad evitare la continua emergenza, chiudere l`esperienza commissariale che considerare fallimentare è il minimo, dopo 16 anni attività che hanno portato soltanto sprechi. Come Cgil abbiamo chiesto, e lo ribadiamo, la definizione di un programma di incentivazione finanziaria alla raccolta differenziata destinato alle Autonomie locali, anche attraverso il passaggio dalla tassa alla tariffa; il trasferimento alle prefetture, coordinate da quella di Catanzaro, delle competenze straordinarie di individuazione e gestione delle emergenze, nonché delle necessità e fabbisogni dell`impiantistica più adeguata alla lavorazione, al recupero e allo smaltimento dei rifiuti. «Solo così, regolando il sistema – concludono Gravano e Valentino – si può evitare che la nostra terra diventi unadiscarica a cielo aperto, con il rischio, tra l`altro, per tanti lavoratori impegnati nel settore di perdere la loro già precaria occupazione».

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