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La Sorical sull`orlo del baratro

Si fa drammatica la situazione della Sorical, la società, attualmente in liquidazione, che gestisce le risorse calabresi. Oggi pomeriggio i 265 dipendenti si sono riuniti in assemblea per chiedere …

Pubblicato il: 01/02/2013 – 18:40
La Sorical sull`orlo del baratro

Si fa drammatica la situazione della Sorical, la società, attualmente in liquidazione, che gestisce le risorse calabresi. Oggi pomeriggio i 265 dipendenti si sono riuniti in assemblea per chiedere un immediato intervento della Regione e per annunciare di aver avviato la procedura che potrebbe portare a uno sciopero a oltranza. Lo stato attuale della Sorical viene sintetizzato con due dati: un incredibile credito nei confronti di alcuni Comuni che arriva a 220 milioni di euro e in cassa risorse sufficienti a garantire il servizio solo per pochi giorni ancora.
C`è tensione tra i dipendenti della società, un clima reso ancor più incandescente dalla decisione della direzione di non concedere per l`assemblea i locali interni della sede di Catanzaro. «Nel corso degli anni – spiegano i dipendenti – la società ha mostrato un forte impegno, facendo conseguire risultati tangibili in termini quantitativi, aumentando di gran lunga i volumi di acqua erogata, nonché in termini qualitativi, portando ai massimi livelli l’efficientamento e l’ottimizzazione del servizio reso. Ciò nonostante, ad oggi questi successi sono stati azzerati dalla drammatica situazione economico-finanziaria che vede fronteggiarsi un cospicuo ammontare di debiti verso i fornitori (che, comprensibilmente, non hanno esitato ad aggredire la società con azioni legali), e un altrettanto cospicuo monte crediti verso i Comuni calabresi che in termini di cifre supera l’ingente somma di 220 milioni di euro».
Durante la riunione sono stati rese note le cifre relative ad alcune amministrazioni locali morose: Reggio Calabria 25 milioni; la Soakro spa (la partecipata del Comune di Crotone) 17; Cosenza 11; Catanzaro 11; Scalea 8; Gioia Tauro 7; Lamezia Multiservizi 6; Cirò Marina 5; Locri 5; Siderno 5; Bovalino, Rende, Castrovillari e Soverato 4 milioni ciascuno. «Al fine di garantire la continuità del servizio di erogazione dell’acqua potabile a tutti i Comuni calabresi, morosi e non, la società ha contratto negli anni debiti cui non è riuscita a fare fronte, stante il perdurare della morosità dei suoi clienti ed i tempi lunghi della giustizia cui ha affidato il compito di recuperare il dovuto. In particolare- sostengono i lavoratori – le politiche aziendali, pure supportate da pareri legali, hanno indotto la Sorical a trascurare il cospicuo debito di oltre 90 milioni di euro verso i fornitori di energia elettrica, con la conseguenza che le gare per l’approvvigionamento di tale fornitura sono andate deserte. Nessun fornitore di energia elettrica del mercato libero dunque si è proposto di rifornire la Sorical e quindi la società si è obbligatoriamente dovuta posizionare nel cosiddetto mercato di salvaguardia con un insostenibile aggravio del costo per circa 11 milioni di euro all’anno».
Nelle scorse settimane l`ultima, clamorosa tegola: «La società si è vista recapitare il temuto atto di sequestro di tutti i crediti che la stessa vanta nei confronti dei Comuni calabresi oltre che degli eventuali vantati nei confronti dei soci (Regione Calabria ed Acque di Calabria) e dell’ente concedente del servizio (sempre Regione Calabria), paralizzando, in tal modo, gli incassi e mettendo in serio e attuale pericolo la continuità del servizio di erogazione di acqua potabile ai Comuni calabresi».
Allo stato, secondo quanto riferiscono i lavoratori, la Sorical «a stento e con le poche risorse ancora a disposizione ha ridotto le spese e le manutenzioni degli impianti limitandosi a intervenire solo in caso di guasti e rotture al solo fine di assicurare, ma solo per pochi giorni oramai, il servizio». L`appello è quindi alla Regione affinché venga avviata un trattativa con il fornitore di energia, l`Enel, per risanare il debito. Ma l`assemblea chiede anche che venga approvata la proposta di legge 400 e che vi siano garanzie per il futuro dei 265 lavoratori. Infine, i dipendenti pretendono chiarezza sulle responsabilità «di chi ha sbagliato a gestire la società».

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