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«Vicenda De Grazia, non archiviare il caso»

AMANTEA «Risulta veramente incomprensibile la decisione assunta dal procuratore della Repubblica di Nocera Inferiore sulla vicenda della morte del capitano Natale De Grazia e, auspicando che il Gip r…

Pubblicato il: 13/02/2013 – 23:06
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«Vicenda De Grazia, non archiviare il caso»

AMANTEA «Risulta veramente incomprensibile la decisione assunta dal procuratore della Repubblica di Nocera Inferiore sulla vicenda della morte del capitano Natale De Grazia e, auspicando che il Gip rifiuti di archiviare il caso, faremo quanto è nelle nostre possibilità per evitare che ciò avvenga». È quanto afferma in una nota il Comitato civico “Natale De Grazia” di Amantea che da anni si batte per conoscere la verità sui misteri legati alle navi dei veleni. Vicende sulle quali proprio l`ufficiale stava indagando approfonditamente. Da qui la richiesta pressante degli attivisti del Comitato: «È vero che è passato troppo tempo dalla morte di De Grazia e pertanto nuovi approfondimenti scientifici diventano pressoché impossibili sul suo corpo, ma i nuovi elementi emersi dalla perizia affidata al dottor Arcudi e le nuove inquietanti notizie contenute nella relazione della Commissione sul ciclo dei rifiuti in merito alle indagini che il comandante stava conducendo rendono doveroso, oltreché necessario, un approfondimento del caso». Per il Comitato civico inoltre «la decisione sembra frettolosa visto che, quando è stata assunta, la Commissione parlamentare non aveva ancora inoltrato alla procura di Nocera la corposa “Relazione sulla morte del capitano di fregata Natale De Grazia” ma solo la perizia medica del dottor Arcudi». Da qui la riflessione degli attivisti ambientalisti che giudicano «non comprensibile la decisione di archiviare il caso “De Grazia” sulla base delle conclusioni cui è arrivato il perito della commissione parlamentare». Soprattutto alla luce delle «vistose lacune che hanno impedito di scoprire la verità sulle cause di quella morte consentendo di accreditare, falsamente, come evento fatale il collasso cardio-circolatorio. In quelle due perizie – sostiene il prof. Arcudi – gli accertamenti furono condotti “in maniera superficiale, con incomprensibili carenze e contraddizioni che rendono i risultati tutti incerti, poco affidabili e quindi non utilizzabili per gli scopi per i quali erano stati disposti”. Proprio l’esame analitico delle risultanze di quelle due autopsie porta il perito nominato dalla Commissione parlamentare alla conclusione della loro inattendibilità». «Vi sono poi altri elementi da tenere in considerazione – aggiungono gli attivisti del Comitato civico – contenute nella nuova relazione della Commissione rifiuti che confermano l’antico sospetto sulla morte per avvelenamento del capitano De Grazia; i misteri sulla motonave Latvya (legata all’ex Kgb russo) ormeggiata per qualche mese a La Spezia sulla quale si sospetta sia stato caricato mercurio rosso radioattivo. Su questo vascello il capitano De Grazia avrebbe dovuto effettuare delle verifiche dopo aver incontrato un informatore, se non fosse deceduto lungo il viaggio che lo portava in Liguria». Infine il Comitato “De Grazia” chiede che «lo Stato si impegni a far luce su tutta la vicenda delle navi dei veleni magari con l’ausilio di un pool investigativo di esperti che si occupi esclusivamente delle indagini sul traffico nazionale ed internazionale dei rifiuti tossici e radioattivi».

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