La Procura non ha pm disponibili, rinviato il processo Archi-Astrea
REGGIO CALABRIA «Questo giudice non rileva al momento di doversi astenere dal dover giudicare questo processo, tanto meno l’ordinamento prevede l’istituto del suggerimento all’astensione, dunque si i…

REGGIO CALABRIA «Questo giudice non rileva al momento di doversi astenere dal dover giudicare questo processo, tanto meno l’ordinamento prevede l’istituto del suggerimento all’astensione, dunque si invitano le difese a presentare formale istanza di ricusazione in Corte d’Appello»: ha tagliato corto su qualsiasi polemica la presidente De Pascale, chiamata a coordinare il Tribunale collegiale del processo Archi-Astrea e oggi invitata ad astenersi dalle difese.
Per i legali, la De Pascale avendo proprio ieri emesso una sentenza contro i tre imputati coinvolti nel procedimento Agathos, accusati a vario titolo di associazione mafiosa quali esponenti della cosca Tegano, non può giudicare con serenità anche i soggetti coinvolti in Archi-Astrea perché su di loro pende il medesimo capo di imputazione. Una richiesta avanzata dall’avvocato Domenico Cartolano, in seguito all’istanza di acquisizione della sentenza di Agathos presentata dall’avvocato Gatto e accolta dal Collegio, ma che la presidente ha rispedito al mittente, invitando i legali a presentare – qualora lo ritenessero opportuno – una formale istanza alla Corte d’Appello, titolata a trattare la questione.
È stato questo l’ultimo atto di un’udienza complicata da disguidi tecnici e burocratici, tracimati in ore di ritardo, nonché dal sovraffollamento di fascicoli approdati negli ultimi mesi sulla scrivania del sostituto procuratore Giuseppe Lombardo, pm titolare del procedimento Archi-Astrea, oggi impegnato anche con la requisitoria nel processo Reggio Nord. È proprio a causa di questo concomitante impegno che il pm aveva segnalato alla Procura l’impossibilità di presenziare all’udienza, chiedendo una sostituzione, arrivata però troppo tardi. Dopo ore di attesa, gli avvocati in aula hanno visto arrivare il pm Cosentino, il quale si è limitato a chiedere un rinvio che ha suscitato la protesta dei legali e lasciato perplesso il Collegio.
Delegato solo questa mattina dal procuratore capo Ottavio Sferlazza, il pm ha candidamente dichiarato di non essere in grado di condurre l’esame del collaboratore Roberto Moio, perché totalmente all’oscuro del procedimento in trattazione. Per questo – ha asserito il pm – il procuratore Sferlazza lo avrebbe inviato esclusivamente per chiedere un rinvio dell’udienza.
Un pasticcio che ha fatto insorgere i legali, i quali a più riprese hanno chiesto che l’udienza avesse comunque corso perché «nonostante l’assenza del pm titolare, l’Ufficio di Procura è tenuto ad assolvere la propria funzione», ha detto l’avvocato Gatto, sottolineando la presenza dei legali in aula fin dalle nove. Eccezioni che il Collegio ha ritenuto valide, pur non potendo far altro che disporre un rinvio alle udienze già calendarizzate per la manifesta impossibilità del sostituto processuale a condurre l’esame.