Duecentosessantacinque anni di carcere: è questo il cumulo delle pene inflitte a 23 imputati di Crimine 3, il procedimento scaturito dalla maxioperazione che ha permesso di smantellare le reti del narcotraffico che un cartello di cosche aveva nel tempo steso con i narcos sudamericani. Assolti solo Giuseppe Jerinò e Sebastiano Stranges, difesi dagli avvocati Alvaro e Managò, e Rinaldo La face, per il quale si aprono anche le porte del carcere se non detenuto per altra causa.
Nella rete degli investigatori prima e alla sbarra poi, sono finiti gli uomini del cartello di clan costituito dagli Jerinò di Gioiosa Jonica, dai Bruzzese di Grotteria, dai Pesce di Rosarno e insieme ai tradizionali colossi del narcotraffico calabrese, gli Aquino di Marina di Gioiosa Jonica e i Commisso di Siderno. Sono queste le ‘ndrine che avevano tessuto la fitta rete attraverso cui fiumi di droga – cocaina, metamfetamine e cannabis – passavano dal Sud America agli Stati Uniti, quindi ai porti europei di Spagna e Olanda. Ed erano i medesimi clan per la Procura a gestire il traffico in Europa e Italia.
Un’ipotesi accusatoria confermata dal gup Cinzia Barillà che ha sanzionato con pene da diciotto a un anno e quattro mesi gli imputati, cui sono state inflitte anche pesantissime pene pecuniarie. Diciotto anni di carcere dovranno scontare Luis Leander Lara Alvarez, detto Liche, e Pasquale Giovanni Varca, condannati rispettivamente a pagare 120mila e 80 mila euro di multa. È di sedici anni e 100mila euro di multa la pena inflitta invece a Luis Ernesto Lara Alvarez, detto Miguel, e Pasquale Loccisano, mentre quindici anni e 90mila euro di multa vanno a Antonio Oppedisano.
Dovrà passare quattordici anni e otto mesi dietro le sbarre e pagare 64mila euro di multa, Roberto Domenico Jerinò, mentre per Rocco Agostino e Giuseppe Loccisano, il gup Barillà ha stabilito una condanna a quattordici anni di reclusione e 80mila euro di multa. Tredici anni dovranno invece scontare Rocco Commisso, Antonio Loccisano, Ilario Manno, Rocco Ursino e Luis Mario Lara Alvarez (Jose), tutti condannati a pagare anche 60mila euro di sanzione pecuniaria. Dodici anni sono andati invece a Aurelio Petrocca.
Sarà ospite delle carceri italiane per dieci anni l’olandese Gopal Wierdjanandsing, cui il gup ha inflitto una multa di 50mila euro, mentre nove anni di reclusione e 50mila e 600 euro di multa vanno a Calogero Gallina. Otto anni e otto mesi e 50mila euro di multa sono stati inflitti invece all’altro esponente del famiglia Gallina, Giuseppe. Entrambi sono per i giudici esponenti delle famiglie di Cosa Nostra, che da lungo tempo vantano radicate basi negli Stati Uniti. Ed è qui che sarebbe maturata la joint venture con il cartello di `ndrine oggi alla sbarra nel processo Crimine 3.
Un cartello del quale per i magistrati fanno a vario titolo parte anche Rosario Lentini e Luigi Manfredi, condannati dal gup a sei anni e otto mesi di reclusione e 28mila euro di multa, così come Vincenzo Mazzone, condannato a 4 anni e otto mesi e 28 mila euro di multa. Pene minori sono andate infine a Luigi Albanese, Pasquale Pugliese e Annamaria Schirripa, tutti condannati a un anno e quattro mesi di reclusione.
Tutte condanne che confermano l’impianto accusatorio della maxi-indagine della Dda reggina che ha permesso di chiarire con sempre maggiore dettaglio il ruolo globale giocato dalla ‘ndrangheta nel traffico internazionale di droga. Un campo in cui le ndrine giocano ormai da protagoniste indiscusse grazie ai contatti consolidati con i narcotrafficanti colombiani e messicani, fra i quali il Cartel del Golfo e la sua scissione di paramilitari rinnegati, los Zetas, sono per i clan di ndrangheta referenti privilegiati. E per i narcos le `ndrine sono ormai interlocutori affidabili, con cui trattare da pari a pari sulla piazza di New York, oggi nuova Borsa mondiale del narcotraffico.
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