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"OPERAZIONE AZZECCAGARBUGLI" | Le mail per salvare Doc Market

REGGIO CALABRIA Sarebbero state le e-mail ritrovate sul computer sequestrato a Bruna Latella a mettere nei guai i professionisti, che a vario titolo avrebbero coadiuvato la donna e il marito Gaetano…

Pubblicato il: 28/02/2013 – 23:05
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"OPERAZIONE AZZECCAGARBUGLI" | Le mail per salvare Doc Market

REGGIO CALABRIA Sarebbero state le e-mail ritrovate sul computer sequestrato a Bruna Latella a mettere nei guai i professionisti, che a vario titolo avrebbero coadiuvato la donna e il marito Gaetano Tomasello nel tentativo di evitare il fallimento del colosso della grande distribuzione locale Doc Market’s, attraverso <>, cui sono stati prima affittati quindi ceduti due rami d’azienda. Tutte operazioni inciampate nelle indagini della Procura che già la scorsa estate aveva sequestrato non solo la Doc Market’s e le due newco, ma anche la Gabrem, per i magistrati una società solo formalmente diversa da quello che era considerato un colosso locale della grande distribuzione. Una divisione che nella ricostruzione del pm, avallata dal gip Tommasina Cotroneo, i coniugi Latella- Tomasello avrebbero cercato in tutti i modi di evidenziare, anche <>. I due coniugi avrebbero puntato infatti – stando all’ipotesi della Procura – a mettere al riparo il proprio patrimonio dalla norma richiamata dal gip che prevede che <>. Ma la cessione di quote sarebbe servita ai due anche per <>, altrimenti – sottolinea il gip – <>. Ma lo svuotamento della società un tempo leader della grande distribuzione sarebbe stata – ipotizza la Procura – solo una delle manovre messe in atto dai due coniugi. E proprio il sequestro delle società coinvolte avrebbe permesso agli inquirenti di chiarire ulteriormente i soggetti coinvolti nella vicenda, inclusi i professionisti che avrebbero lavorato alla costruzione del labirinto finanziario con cui i due coniugi avrebbero tentato di evitare il fallimento. Regista dell’operazione, secondo la ricostruzione del pm Stefano Musolino, sarebbe stato il noto avvocato, esperto di diritto societario, Giuseppe Grillo, con cui il gruppo Latella-Tomasello sarebbe entrato in contatto in un primo momento perché rappresentante della società Sma, inizialmente chiamata a entrare nella compagine societaria della Doc Market già all’epoca in pessime acque. Un tentativo miseramente fallito, in seguito al quale Grillo veniva incaricato dalla Latella del seguito della Begg, un’altra delle società della galassia imprenditoriale gravitante attorno ai due coniugi, di cui però – all’epoca – la donna non risultava essere formalmente né socia né amministratrice. La società sarebbe stata infatti all’epoca fittiziamente intestata – sostiene la Procura – all’ex dipendente Giovanni Falliti, che di fronte agli investigatori ha affermato di <>. Una versione cui gli inquirenti hanno creduto e che secondo il gip, l’avvocato Grillo non poteva non conoscere, così come – sottolinea – né a lui né al commercialista Francesco Creaco – che della Doc Market teneva le scritture contabili – potevano sfuggire gli stretti legami fra la Doc Market e la Gabrem, posto che entrambe avevano la medesima sede. Un reticolo di società che, a giudizio del gip, i due avrebbero – stando a quanto si legge nelle carte – <> e <>. Operazioni che sarebbero state accelerate dall’istanza di fallimento presentata da una delle ditte fornitrici, la Zappalà, che avrebbe spinto l’avvocato Grillo a scrivere alla Latella, invitandola letteralmente a procedere alla “costituzione dell’altra società ed ai successivi passaggi ad essa connessi”. Per il pm prima e per il gip poi, la comunicazione – inviata dalla mail personale dell’avvocato a quella della Latella – ha un significato chiaro: l’avvocato <>. Uno schema, ricorda il gip, che era già stato utilizzato per Santo Cuzzola, proprietario della Ottica Cuzzola Group, cui hanno contribuito anche gli altri professionisti rimasti coinvolti nel pantano Doc Market, Vincenzo Scarcella e Demetrio Serra. Un elemento che secondo il gip aggrava il quadro indiziario, un <>, perché conforterebbe l’idea che <>. Su loro consiglio, sarebbero state costituite due società di capitali per affittare parte dei rami d’azienda della Doc Market, ma la compagine sociale sarebbe rimasta comunque in larga parte in mano dei Tomasello. Alla figlia della coppia, Gabriella, risulta infatti intestato il 45% delle quote della Gesi Group, la cui maggioranza era invece in mano a Senia Saloua, compagna di Dominique Suraci, mentre il 95% delle quote della Gsc Group – l’altra newco – erano in mano a Gaetano Tomasello, marito e socio della Latella. Un quadro che non sarebbe mai stato svelato ai creditori e – si legge nelle carte – <>. E proprio quest’omissione – a parere del gip – è il cuore dell’accusa a carico dei professionisti coinvolti nella vicenda. A complicare ulteriormente il quadro – quanto meno a carico dell’avvocato Grillo, che viene indicato come regista dell’operazione – c’è l’interrogatorio cui nel maggio scorso è stata sottoposta Senia Saloua, già coinvolta nell’operazione che ha portato dietro le sbarre il compagno Dominique Suraci. <>. Proprio sulla legittimità delle complicate operazioni oggetto di indagine si fondano le contestazioni a carico dei professionisti, che nulla sembrano aver fatto per nascondersi, affidando le lunghe trattative a un corposo scambio di e-mail. Operazioni sulle quali – forse – gli interrogatori di garanzia potranno fare ulteriormente luce.

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