Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 23:02
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

«Revocata a un disabile la pensione di 275 euro»

DIAMANTE Per il tribunale dei diritti del malato non c`è dubbio: si tratta «di un caso di mala amministrazione». Che colpisce un cittadino “debole”, che vede cancellato dalla burocrazia quello che –…

Pubblicato il: 14/03/2013 – 11:44
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
«Revocata a un disabile la pensione di 275 euro»

DIAMANTE Per il tribunale dei diritti del malato non c`è dubbio: si tratta «di un caso di mala amministrazione». Che colpisce un cittadino “debole”, che vede cancellato dalla burocrazia quello che – secondo due distinti pareri medici – sembrerebbe un suo diritto. A Diamante, un diversamente abile si vede negata definitivamente una pensione di invalidità civile di 275 euro. N. D. R. ha una storia complicatissima. Vive in una famiglia di diversamente abili. Suo fratello, non in grado di intendere e volere, vive chiuso in casa a causa di precarie condizioni di salute: ha una piccola pensione, che viene spesa per assicurargli l’assistenza domiciliare. La sorella è affetta dal morbo di Parkinson e rifiuta ogni cura pur di assistere i fratelli. Un altro fratello, tre anni fa, venne colpito da ictus e ricoverato in degenza in una Rsa, dove è successivamente deceduto.
Nicola, secondo il certificato rilasciato dal Centro di salute mentale di Paola il 10 maggio del 2010, (e firmato dal direttore, Giacomo Pantusa, e dallo psicologo del centro, Rossana Castriota) è affetto da «ritardo mentale grave». E così scrive la psicologa del dipartimento di Salute mentale di Scalea: «Si evince comunque un grave peggioramento delle funzioni intellettive e del comportamento adattivo». Per l`Inps, invece, le cose stanno in un altro modo. L`ente aveva sospeso sei anni fa il sussidio, per effettuare una revisione della pratica. Dopo anni di attesa, arriva la diagnosi:  «Insufficienza mentale lieve in soggetto con turbe di comportamento. La commissione medica riconosce l’interessato invalido con riduzione permanente della capacità lavorativa dal 34% al 73%. Percentuale del 67%». Dunque, lo stop alla pensione di Nicola diventa definitivo. È contro questa decisione che si schiera il Tribunale dei diritti del malato:  «Chi conosce Nicola – afferma l’avvocato Domenico Oliva, coordinatore territoriale del Tdm – si pone la domanda di come possa fare a sopravvivere da solo nelle attuali condizioni economiche; i medici del dipartimento di Salute mentale hanno ben diagnosticato fotografando quella che è la sua reale condizione. Non riusciamo a immaginare come questo cittadino possa riuscire a sopravvivere senza quella misera pensione. Il problema che si pone è di sensibilità collettiva ma soprattutto pubblica e tale episodio suscita sdegno etico e sociale soprattutto perché destinatario ne è una persona debole». È intervenuta sulla vicenda anche l`avvocato Doris Tramonti, legale del Tdm: «La tutela legale che siamo disposti a garantire dovrà salvaguardare Nicola e i suoi diritti in modo da ristabilire un valore etico e morale che appare essere disatteso».

Argomenti
Categorie collegate

x

x