COSENZA «Ci avviamo alla fase conclusiva della legislatura regionale ed è il momento di preparare al meglio la prossima legislatura che dovrà essere parte costituente di un nuovo regionalismo europeo. In quest’ottica è necessario insistere nel confronto su alcuni temi ed obiettivi da conseguire affinché la riforma della Regione sia profonda e non subisca alcuna limitazione ideologica o strumentale che abbia solamente l’obiettivo di “cambiare tutto per non cambiare niente”». È quanto afferma in una nota il consigliere regionale del Pd Mario Maiolo. Che prosegue: «L’attuale organizzazione burocratica deve essere sostituita da un nuovo sistema operativo multilivello che gestisca e organizzi i quattro assi portanti della riforma: legislazione, programmazione, gestione e controllo di una “piccola Regione” con una popolazione di circa due milioni di abitanti. Pertanto questa Regione deve dotarsi di una nuova legge elettorale attraverso la quale sia possibile eleggere, con la preferenza di genere, consiglieri regionali uomini e donne che siano espressione dell’intero territorio calabrese, lontani così da ogni sorta di campanilismo. Questa nuova Regione deve raccordarsi con il governo nazionale e con la Commissione europea, deve aumentare la propria capacità di dialogo e di collaborazione con le istituzioni comunitarie, prospettiva che noi ci auguriamo si consolidi con la realizzazione degli Stati Uniti d`Europa, eliminando tutti quegli enti strumentali che non abbiano una funzione utile a tali fini».
«Una nuova Regione – continua ancora Maiolo – che gestisca le funzioni territoriali di Area Vasta, utili alla riorganizzazione del territorio e degli enti locali superando il limite provinciale, senza ricadere nelle maglie della rete di enti intermedi e settoriali (Province, Comunità Montane, Asi, Aterp etc.), istituiti con finalità talmente generiche da essere falliti, o nei limiti evidenti delle Unioni dei Comuni mai decollate.
Una Regione che si doti di sedi di rappresentanza istituzionale e di governo unitarie così da imprimere maggiore efficienza al proprio lavoro, abbandonando finalmente i soliti retaggi storico-politici privi di qualsiasi realismo. Una Regione, infine, che in questo processo di riforma e di riorganizzazione affronti il problema decisivo della classe dirigente, delle risorse umane comprendendo la reale necessità di riassorbire il personale già impegnato, di ruolo o precario, di quei molti enti che saranno soppressi».
«Mi auguro – conclude il consigliere regionale del Pd – che le proposte che verranno avanzate su questi temi non siano strumentali alla funzione meramente fittizia di “marcare la differenza” ma che abbiano la “generosità” di contribuire alla comune prospettiva di condividere degli obiettivi che, per dimensione e portata storica, si pongono naturalmente al di sopra di limitati interessi di parte». (0030)
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