«Mi assumo la responsabilità dell`omicidio di Lea Garofalo». Carlo Cosco, ex compagno della vittima, si assume la responsabilità del delitto della testimone di giustizia che venne uccisa il 24 novembre 2009. Cosco, condannato in primo grado all`ergastolo, ha reso dichiarazioni spontanee durante la prima udienza del processo d`appello in corso a Milano. Cosco ha spiegato che avrebbe voluto ammettere prima le sue responsabilità, ma «una serie di circostanze mi ha impedito di farlo». «Renderò conto di tutto quanto – ha proseguito – dopo che che avrete ascoltato il collaboratore di giustizia Carmine Venturino», il quale ha rivelato dove si trovava il corpo della testimone di giustizia, uccisa nel 2009, che in un primo momento gli inquirenti ritenevano fosse stata sciolta nell`acido.
«Io adoro mia figlia. Merito il suo odio perché ho ucciso sua madre. Guai a chi sfiora mia figlia, prego di ottenere un giorno il suo perdono», ha proseguito Cosco chiedendo scusa alla figlia Denise, coraggiosa testimone del processo di primo grado in cui l`uomo è stato condannato insieme con altri cinque imputati. E anche il collaboratore di giustizia Carmine Venturino, uno degli imputati, che grazie alle sue rivelazioni ha permesso di ritrovare i resti della donna in un campo Monza, ha chiesto: «Voglio venire in aula a raccontare la verità». Molto probabilmente i giudici potrebbero accogliere la sua richiesta già nella prossima udienza, fissata per l`11 aprile. In quella data i giudici decideranno anche se riaprire il dibattimento alla luce delle nuove prove presentate dal pm Marcello Tatangelo e dalle parti civili e si pronunceranno su tutte le richieste avanzate dalle parti.
LE DICHIARAZIONI DI VENTURINO Venturino è uno dei sei imputati – tra cui i fratelli Carlo, Vito e Giuseppe Cosco – condannati all`ergastolo il 30 marzo del 2012. Oggi Venturino era collegato in videoconferenza da un carcere, perché a seguito delle dichiarazioni a verbale davanti al pm del luglio scorso (quando il processo di primo grado era terminato da oltre tre mesi) è sottoposto a un particolare programma di protezione. Nel luglio scorso, infatti, Venturino aveva raccontato al pm Marcello Tatangelo che Lea Garofalo venne «uccisa materialmente da Carlo e Vito Cosco», strangolata con la corda di una tenda, dopo essere stata sequestrata a Milano il 24 novembre del 2009.
«Dal 25 (novembre, ndr) – ha chiarito il pentito – è iniziata la distruzione del cadavere, che non è stato sciolto nell`acido, ma carbonizzato fino a dissolverlo completamente». Lui stesso partecipò, stando proprio al suo verbale, alla distruzione del corpo assieme a Rosario Curcio. La versione del pentito, però, scagionerebbe gli altri due imputati condannati all`ergastolo oltre un anno fa: Giuseppe Cosco e Massimo Sabatino. Anche la difesa di Sabatino, infatti, ha chiesto, così come il pm, di sentire in aula la deposizione di Venturino. E la riapertura del processo è stata chiesta anche dalla difesa dello stesso pentito, che vuole «venire in aula per dire la verità» e che chiede il riconoscimento in sentenza delle attenuanti per la sua collaborazione.
Tra le richieste di rinnovazione del dibattimento figura, tra l`altro, oltre al «nuove esame di Venturino», anche l`audizione di due medici legali che hanno redatto una «consulenza archelogico-antropologico forense» sui resti di ossa ritrovati in un magazzino tra Milano e Monza, dopo le dichiarazioni del pentito. «Vi è la certezza che quelle ossa rinvenute sono di Lea Garofalo», ha detto oggi in aula il pm.
Sulle richieste i giudici decideranno giovedì prossimo, quando nel caso disponessero la riapertura del processo potrebbe essere sentito proprio Venturino. (0030)
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