Due le regole fondamentali del latitante: «Non abbandonare mai il tuo territorio e nasconditi meglio che puoi». Solo in questo modo il potere non viene perso né usurpato. Braccati dalle forze dell’ordine, i boss della criminalità organizzata scelgono di sparire tra le viscere della terra vivendo in bunker da dove continuano a gestire illeciti interessi multimilionari. Vere e proprie roccaforti segrete, questi nascondigli sono oscuri castelli del potere che non hanno eguali in nessun’altra parte del mondo.
Attraverso materiali d’archivio inediti e un accesso esclusivo alle “tane” dei boss offerto alle telecamere di History dalle forze dell’ordine, “Mafia bunker – Caccia ai boss”, in onda martedì 16 aprile alle 21 su History (canale 407 di Sky), svela una realtà sconcertante fatta di passaggi segreti, botole invisibili, vani a scomparsa e tunnel per la fuga collegati alla rete fognaria. Il documentario sarà inoltre trasmesso lo stesso giorno su Sky TG24 Rassegne (canale 505) a partire da mezzanotte. Durante la messa in onda sarà possibile commentare in diretta il programma scrivendo all’account Twitter @history_channel con l’hashtag #MafiaBunker. Dopo la messa in onda su History il 16 aprile, Mafia Bunker sarà trasmesso da Bbc2 all’interno della prestigiosa serie di approfondimento “This World”.
Quel che emerge è una complessa e inquietante trama di labirinti, sistemi di videosorveglianza, porte blindate, pareti scorrevoli, ascensori incastonati nei muri e tecnologie all’avanguardia.
Costruiti come fortezze sotterranee, i bunker si possono trovare in pieno centro cittadino o in aperta campagna, in ville sontuose o in modesti appartamenti di quartieri popolari. Il documentario ci mostra diverse tipologie di nascondigli, le loro più disparate vie di ingresso (dietro un lavabo, sotto un pavimento o dentro un forno per le pizze), i peculiari elementi di arredo (dalle immagini sacre ai quadri dipinti dagli stessi malavitosi ad una serra per la coltivazione della marijuana) e i mezzi utilizzati dai boss per impartire ordini all’esterno. Nessun affiliato ha infatti accesso al bunker: solo moglie e figli possono entrarvi e conoscerne i segreti. Per questo le comunicazioni con l’esterno e con le altre “abitazioni” sono spesso affidate a un sistema di citofoni, impossibile da intercettare.
A far da guida in questo viaggio nel sottosuolo criminale è John Dickie, storico e scrittore inglese tra i massimi esperti internazionali della mafie italiane, che ci accompagna alla scoperta dei bunker individuati in Calabria e in Campania. Ad affiancare Dickie, magistratura antimafia, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza che raccontano le azioni, la tenacia, il lavoro di squadra e l’avanzata tecnologia che hanno reso possibile la cattura dei boss più pericolosi e potenti della ‘ndrangheta e della camorra, tra cui Michele Zagaria e Francesco “Ciccio” Pesce.
Il documentario permette allo spettatore di seguire da vicino i blitz notturni e le perquisizioni dei bunker compiuti dalle forze dell’ordine. Assisteremo alle riunioni dei capi della criminalità organizzata e ascolteremo numerose intercettazioni telefoniche come quella in cui un esponente della ’ndrangheta dà notizia ad un suo sodale della strage di Duisburg o quella in cui Michele Zagaria contatta un giornalista, “lamentandosi” di un articolo.
Non solo Casal di Principe, dunque: nel documentario c`è Gioia Tauro con il suo porto che accoglie milioni di tonnellate di merci ogni giorno e, da prezioso punto di accesso in Europa, fa gola alla criminalità organizzata e ai suoi traffici illeciti. Poi Platì, il paese distrutto nel 1951 da un’alluvione e poi ricostruito. Sotto le case si trova un labirinto di cunicoli: la città sotterranea abitata dai boss della ‘ndrangheta, che dopo l’alluvione sono partiti per la colonizzazione criminale del mondo. I boss controllano traffici illeciti tra il Canada e l’Australia, decidono il prezzo di partite di droga in Colombia, ordinano omicidi in Germania, ma sono costretti a nascondersi qui. Non può mancare Polsi, con il suo santuario eletto a luogo dove si svolgeva l’incontro annuale tra i boss, venuti da tutto il mondo: da Australia agli Usa, dal Canada al Sud America e alla Germania. E poi Rosarno, dove il clan Pesce – uno dei più pericolosi, capace di comprare il potere attraverso la corruzione di pubblici ufficiali – controlla non solo cocaina, ma anche armi e consenso attraverso la gestione di squadre di calcio. Infine San Luca: da questo paesino dell’Aspromonte sono partiti i proiettili esplosi nel ristorante Da Bruno nella strage di Duisburg. Qui due famiglie, i Pelle e gli Strangio per quasi 15 anni si sono fatti la guerra.
“Mafia Bunker” è coprodotto dall’italiana Stand By Me e dagli inglesi di Lion Tv Uk per Fox International Channels Italy e Bbc2. Il documentario nasce da un’idea originale di Simona Ercolani, direttore creativo di Stand By Me (produttore di La Banda della Magliana – la vera storia, prodotto per History) in collaborazione con Richard Bradley di Lion Television Uk (produttore di Venezia Pronto Intervento, per National Geographic Channel e BBC 4 trasmessa sul canale italiano nel febbraio 2012, e di Allied to the Mafia, vincitore dell’Emmy Award come miglior programma storico). Il documentario è diretto da Elena Cosentino (This World: Mexico’s Drug War per Bbc2, Panorama: Britain, Gaddafi and the Torture Trail per Bbc1, Tropic of Cancer with Simon Reeve per Bbc).
John Dickie è docente di Studi italiani all’Università di Londra e autore di best seller come Cosa Nostra – Storia della Mafia Siciliana; Onorate Società – L’Ascesa della Mafia, della Camorra e della ‘Ndrangheta editi in Italia da Laterza. (0070)
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