REGGIO CALABRIA Il Consiglio vara la legge contro la povertà in Calabria. Il provvedimento permetterà alla Regione di partecipare alla spesa sociale dei Comuni attraverso il pagamento dei debiti relativi a interventi di inclusione sociale già sostenuti. Gli enti “morosi”, quelli cioè che non hanno ancora corrisposto i crediti per i servizi di inclusione sociale e integrazione sanitaria, verranno supportati attraverso una spesa di 6,1 milioni di euro. Oltre a ripianare alcuni debiti dei Comuni, la Regione erogherà alle Aziende sanitarie altri 600mila euro, destinati al sistema dei trasporti delle ambulanze. La copertura di queste somme sarà garantita con i maggiori accertamenti della tassa automobilistica regionale, «omessa o insufficiente, corrisposta per gli anni tributari 2009 e 2010, già riscosse nel corso dell’esercizio finanziario 2013».
La legge contro la povertà è stata illustrata in aula dal presidente della III commissione Nazzareno Salerno (Pdl). Astensione da parte della minoranza.
Particolarmente sferzante e sarcastico l’intervento del governatore Peppe Scopelliti, secondo cui le nuove risorse sono state erogate grazie «all’impegno dei colleghi del centrosinistra, che in piena campagna elettorale (nel 2010, ndr) hanno rinunciato al recupero delle tasse automobilistiche. Noi invece abbiamo recuperato 29 milioni di euro, tra cui i 6,1 milioni impegnati per questo provvedimento». Il presidente della giunta è convinto che la legge permetterà «ai Comuni di attivare in tempi ristretti, nei prossimi 50 giorni, le procedure per aggredire il problema della povertà». Ecco perché «non si può strumentalizzare una norma come questa, perché senza il pagamento dei debiti pregressi non si può andare avanti», ha detto ancora Scopelliti.
Parole rivolte, neanche troppo velatamente, a Demetrio Naccari Carlizzi, che in precedenza aveva avanzato parecchi dubbi sulla proposta della maggioranza: «Non interviene sulla povertà ma serve a pagare i debiti contratti dai Comuni nei confronti del terzo settore». Cioè, tra le righe, anche a ripianare i “buchi” di bilancio di Reggio Calabria, di cui l’attuale governatore è stato sindaco per otto anni.
Il consigliere democrat affronta la questione nel merito e paventa anche il rischio di una bocciatura da parte della Corte costituzionale, in quanto le risorse messe a disposizione dalla nuova legge andrebbero a coprire debiti maturati dai Comuni senza rispettare i dettami del Tuel (Testo unico degli enti locali), secondo cui dovrebbero essere destinate a nuovi investimenti.
«È scontato che verrà impugnata», chiosa l’esponente pd. Che aggiunge retoricamente: «La legge è destinata a un milione di abitanti, mentre i fondi sono di 5,5 milioni. Quanti soldi verranno corrisposti a ogni individuo?».
Opta per l’astensione anche Giuseppe Giordano, secondo cui non è peregrina l’ipotesi di una bocciatura da parte della Consulta. Il consigliere idv si augura comunque che il provvedimento contro la povertà «non sia una goccia nel deserto». Soddisfatto invece Mario Magno (Pdl), secondo cui la norma interviene su una delle due priorità regionali, assieme a quella dell’occupazione. «È un provvedimento importante – ha ribadito –, per questo avrei preferito un appoggio diverso da parte della minoranza».
Secondo il capogruppo udc Alfondo Dattolo, invece, l’intervento «non è esaustivo alla copertura delle domande», ma comunque «instaura un cammino per dare maggior sollievo alle categorie più svantaggiate».
IL NUOVO QTR
Nel corso della seduta, il Consiglio ha dato via libera a maggioranza al nuovo Quadro territoriale paesaggistico regionale. Il provvedimento è stato illustrato dal presidente della commissione Ambiente Gianluca Gallo, che ha sottolineato come al nuovo strumento «è assegnato il fondamentale ruolo di indirizzo in campo urbanistico, in coerenza con la programmazione socio-economica regionale, al fine di offrire una nuova chiave di lettura dello sviluppo urbanistico della Calabria, legato non solo asetticamente all’individuazione e normazione delle aree edificabili, quanto anche e soprattutto alla naturale vocazione dei territori in ambito naturalistico, ambientale, insediativo e relazionale». Il Qtr – ribadisce Gallo – «non si limita a una fotografia dello stato di fatto, ma analizza la storicità degli eventi» e si sofferma «sull’analisi dell’andamento demografico e sulla correlazione della rete dei servizi e delle attività con il sistema delle aree urbane». (0090)
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