La Regione Calabria ha da qualche giorno approvato una legge che riguarda il mondo della Speleologia. Si tratta di un vuoto legislativo che viene colmato sia pure in ritardo rispetto alle altre Regioni e che identifica il mondo ipogeo, le sue caratteristiche, ne tutela il patrimonio naturalistico e mette ordine tra i soggetti che possono esercitare l’attività speleologica. Infatti quest’ultima viene riconosciuta ufficialmente e ne viene regolamentata l’attività e la funzione. Infatti nella legge approvata dal consiglio regionale vengono contemplate figure professionali, scuole di formazione e ruoli degli istruttori. Uno spazio di assoluto rilievo viene dedicato alla sicurezza, infatti la Regione Calabria «riconosce il valore di solidarietà sociale e la funzione di pubblica utilità del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico (Cnsas) e della struttura competente sul territorio regionale, il Soccorso alpino e speleologico della Calabria (Sasc), in conformità a quanto stabilito nell’articolo 11 della legge 24 febbraio 1992, n. 225 (Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile)», e specificatamente afferma che «il soccorso degli infortunati, dei pericolanti ed, eventualmente, il recupero dei caduti nell`ambiente ipogeo nel territorio regionale spetta al Sasc, come stabilito dalle leggi 21 marzo 2001, n. 74 (Disposizioni per favorire l`attività svolta dal Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) e 27 dicembre 2002, n. 289 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato-legge finanziaria 2003)».
Questa legge – è scritto in una nota – diventa il riconoscimento per quanti, ormai molti anni fa, sono stati pionieri dell’avventura speleologica in Calabria e per quanti oggi sono impegnati nel proseguire le attività di esplorazione e ricerca del ricco universo ipogeo presente nella nostra regione. «Questa non è una legge che finanzia, ma che riconosce un ruolo e un impegno», spiega con soddisfazione Pierpaolo Pasqua, responsabile regionale del Soccorso speleologico calabrese, sottolineando che questa legge non sottrae risorse economiche alla casse pubbliche, ma sancisce ufficialmente l’esistenza delle scuole e dei gruppi speleologici.
La legge ha avuto un iter relativamente breve, essendo partita da un`idea del consigliere regionale del Pd, Mario Franchino, che ne è stato il protagonista istituzionale ed essendo subito stata sostenuta dalle iniziative e dai suggerimenti di quanti in Calabria praticano l’attività speleologica. Un ruolo importante è stato svolto dal presidente del Soccorso alpino e speleologico della Calabria, Luca Franzese, il cui parere è stato ascoltato in audizione durante una delle riunioni della Commissione regionale.
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