Ultimo aggiornamento alle 16:31
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

"Bless", nuova condanna per il "Supremo"

REGGIO CALABRIA È una conferma piena delle richieste avanzate dal pm Rocco Cosentino, la sentenza con cui la Corte d’Assise di Reggio Calabria ha chiuso il primo grado del processo “Bless”, l’inchi…

Pubblicato il: 07/06/2013 – 23:19
"Bless", nuova condanna per il "Supremo"

REGGIO CALABRIA È una conferma piena delle richieste avanzate dal pm Rocco Cosentino, la sentenza con cui la Corte d’Assise di Reggio Calabria ha chiuso il primo grado del processo “Bless”, l’inchiesta partita in seguito alle rivelazioni del pentito Paolo Iannò puntava a fare luce su alcune delle pagine più sanguinose della seconda guerra di `ndrangheta a Reggio Calabria.
Arriva dunque una nuova condanna per il superboss Pasquale Condello, il “Supremo”, per il quale il pm Cosentino ha chiesto e ottenuto una pena cumulativa all’ergastolo con un anno di isolamento diurno. Peggio è andata a Demetro Sesto Rosmini, condannato in virtù della continuazione alla pena finale dell’ergastolo con un anno e sei mesi di isolamento diurno, inchiodato grazie alle dichiarazioni del cugino Bruno Rosmini, uno dei pochi dissociati delle `ndrine reggine. Arriva invece un’assoluzione dai sette capi di imputazione per cui era a giudizio per il cugino del “Supremo”, Domenico Condello, “Micu u pacciu”, per decenni latitante e catturato solo qualche mese fa. La Corte ha infine dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti del pentito Giuseppe Scopelliti. Una posizione delicatissima quella del pentito, che al termine del percorso di collaborazione si è visto concedere il riconoscimento massimo – il cambio definitivo di generalità – e ha rischiato di perdere tutto a causa del nuovo procedimento penale che lo ha visto imputato.
Accusato dell’omicidio di Francesco Polistena, il giovane picciotto dei Garonfalo, freddato il 1 dicembre del 1990, Scopelliti – reoconfesso di numerosi fatti di sangue – si è sempre proclamato innocente. Per lui, a chiedere l’omicidio del giovane sarebbero stati gli stessi Garonfalo, per evitare che la furia di Polistena si scatenasse contro di loro che avevano deciso di sacrificare uno dei propri uomini – Guido Maesano – a garanzia della pace sancita con le cosche di Villa, dopo la faida esplosa in seguito al tentato omicidio di Scopelliti. A eseguirlo invece, su ordine di Pasquale Condello, sarebbero stati Bruno Trapani e Paolo Iannò, con la regia di Nino Imerti.
Di diverso avviso sono i magistrati, per i quali Scopelliti, proprio in virtù della posizione apicale ricoperta all’interno del clan, non poteva non sapere cosa si stesse muovendo per vendicare un affronto nei suoi confronti. Ma nonostante tale granitica convinzione –  ha sostenuto la Procura e confermato la Corte – oggi Scopelliti non può essere condannato. Da quei fatti di sangue è passato troppo tempo e ancor prima del rinvio a giudizio, su quell’omicidio è caduta la mannaia della prescrizione. Per questo non sarebbe dovuto andare a processo. Per questo il pm Cosentino ha invocato per lui il non luogo a procedere. Un’interpretazione che la Corte d’Assise ha sposato in pieno. (0050)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x