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LA MATASSA PARCO ROMANI | «O paghi, o fallisci»

CATANZARO La Procura di Catanzaro sbroglia la “matassa” del centro commerciale “Parco Romani”. Nella tarda mattina di oggi il nucleo tributario della guardia di finanza ha dato esecuzione al decret…

Pubblicato il: 02/07/2013 – 16:20
LA MATASSA PARCO ROMANI | «O paghi, o fallisci»

CATANZARO La Procura di Catanzaro sbroglia la “matassa” del centro commerciale “Parco Romani”. Nella tarda mattina di oggi il nucleo tributario della guardia di finanza ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo d`urgenza firmato dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, e dai pm Carlo Villani e Alberto Cianfarini. Presso la tesoreria della Regione Calabria le fiamme gialle hanno posto sotto sequestro 1 milione e 300 milaeuro destinati alla società Parco Commerciali Romani.
Nell`inchiesta sono indagati il presidente della Camera di Commercio Paolo Abramo, l`allora dirigente del Comune di Catanzaro Biagio Cantisani, i dirigenti Pasquale Costantino e Alba Felicetti, l`ex presidente degli industriali Giuseppe Gatto, l`ex presidente della Catanzaro Servizi Giuseppe Grillo, l`ex consigliere comunale Francesco Lacava, l`ex sindaco Rosario Olivo, il responsabile unico del procedimento Marina Pecoraro, l`impiegata dell`amministrazione comunale Rosalba Piscioneri, l`imprenditore Gaetano Romani e il presidente di Confindustria Giuseppe Speziali.
Di truffa devono rispondere Olivo, Costantino, Felicetti, Romani, Cantisani, Gatto e Speziali perché «con artefizi e raggiri consistiti nel presentare al Comune di Catanzaro una valutazione falsa inducendo in errore il Consiglio comunale che aveva autorizzato la transazione con la delibera 4 del 2010 sull`erroneo presupposto dell`equivalenza tra il credito e il valore degli immobili, procuravano a Romani, nonché a Gatto e Speziali, l`ingiustificato profitto di 1.509.041 euro con corrispondente danno del Comune».
Olivo è accusato anche del reato di abuso d`ufficio perché il 16 maggio del 2011, quale sindaco «ancora – scrivono i pm – per poche ore», poco prima che terminassero le elezioni comunali, firmava una nota con la quale «illegittimamente e illecitamente autorizzava l`acquisto da parte della Catanzaro Servizi di unità immobiliari nel Parco Romani e delegava il dirigente Cantisani a rappresentarlo nell`assemblea straordinaria della predetta società a capitale totalmente pubblico». Il dirigente comunale Cantisani si sarebbe poi presentato all`assemblea straordinaria della società Catanzaro Servizi e «illegittimamente autorizzava il legale rappresentante della società Giuseppe Grillo ad acquistare le superfici immobiliari nella consapevolezza di violare la normativa e senza la copertura finanziaria».
Accusa pesantissima per gli imprenditori Gatto e Speziali e per l`ex consigliere comunale Francesco Lacava. Secondo quanto si legge nel provvedimento della Procura, Gatto avrebbe minacciato Romani: «O firmi o fallisci». In questo modo l`originario proprietario del centro commerciale sarebbe stato costretto a rimodulare il piano di risanamento già concordato rinunciando alla somma di 2.750.000 euro e a sottoscrivere lo statuto della Parco Commerciale Romani srl, presieduta da Lacava, a norma del quale la famiglia Romani pur avendo il 99% delle quote sociali era esclusa da ogni potere di amministrazione.
Gatto e Speziali avrebbero così ottenuto un guadagno stimabile in 5 milioni di euro. Mentre per Lacava «l`ingiusto profitto consiste nell`ottenere un immediato vantaggio economico dato dall`introito di un cospicuo compenso per l`attività di gestione della società nonché nell`indiscusso potere di compiere una serie di atti svantaggiosi per la famiglia Romani, ma di indubbio riflesso positivo, dal punto di vista economico per sé e per soggetti terzi (vedasi atti di compravendita stipulati con Giulio Elia)».
Di corruzione, invece, devono rispondere Biagio Cantisani e Giuseppe Grillo. Appena sette giorni dopo l`acquisto del parco Romani da parte della Catanzaro Servizi, il dirigente del Comune Cantisani firmava la determina con cui veniva dato incarico di consulenza a Grillo per i lavori rientranti nel Pisu. Successivamente, però, «nelle more dell`assunzione dell`impegno di spesa da parte del settore finanziario del Comune, Cantisani ritirava la predetta delibera adducendo la necessità di dover operare ulteriori verifiche, e dopo essere venuto a conoscenza del presente procedimento penale, la distruggeva materialmente e la faceva cancellare dal sistema informatico del Comune». Cantisani e Grillo, insieme all`impiegata del Comune Piscioneri, per questa vicenda devono rispondere anche dall`accusa di soppressione e occultamento delle prove. Un tredicesimo indagato risulta ancora coperto da omissis.

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