DECALOGO | Comandamenti politici per l`estate delle larghe intese
Non avrai altro Peppe all`infuori di lui È il primo comandamento dei berluscones calabresi: il Capo è uno. E anche trino, dunque: vi si accompagnano infatti due epifanie tra il sacro e il profano. In…

Non avrai altro Peppe all`infuori di lui
È il primo comandamento dei berluscones calabresi: il Capo è uno. E anche trino, dunque: vi si accompagnano infatti due epifanie tra il sacro e il profano. In una, Peppe si manifesta con cuffie Sennheiser e occhiali da sole Rayban a goccia mentre ride e parla a un microfono radiofonico; nell`altra indossa mutandoni acetati più canotta numero 1 e ha un pallone da basket in mano (nell`iconografia dei santini – non quelli elettorali, lì ha giacca e cravatta – alla sua destra appare, in posizione supina dopo un contrasto, un`altra figura reggina altrettanto corpulenta in cui gli agiografi propendono per individuare tale “Alberto il miracolato”).
Non nominare il nome “sinistra” invano
Nell`estate delle larghe intese, il Pd calabrese dimostra di essere avanti anni luce rispetto alle parabole evolutive (involutive, giusto) del panorama politico nazionale. Pd e Pdl assieme al governo? E serviva il tandem Letta-Alfano per capirlo? Il laboratorio Calabria è un antesignano: opposizione solo sulla carta, da anni, e graduale berlusconizzazione del Partito democratico, con un uomo solo al comando, investiture personalistiche e zero congressi, ridotti a esercizio retorico da comunicato stampa. Oligarchi dai campi e dalle officine, lasciate la falce e gettate il martello: prendete i bulloni e saldatevi alla poltrona, che con il Muro di Berlino sono crollate anche le ideologie.
Ricordati di santificare il Consiglio
La politica? Sempre meglio che lavorare. Ecco perché molti consiglieri regionali – e annessi collaboratori, autisti, portaborse e affini –, altrimenti condannati a una vita ai margini del tessuto sociale, vengono spesso visti in atteggiamenti di deferenza davanti ai simboli del sacro potere del Palazzo (Campanella e Alemanni). Riti voodoo su pupazzi che riproducono l`avversario di turno o il primo dei non Eletti, pile di rifiuti non raccolti da bruciare in luogo delle carcasse di buoi offerte in sacrificio alla divinità, danze propiziatorie della pioggia o della siccità – in ogni caso viene invocata un`«emergenza», in modo da bypassare il normale iter degli appalti azionando la leva degli affidamenti d`urgenza. E ancora: altri sacrifici sull`altare della coerenza in nome della perpetuazione del potere, e soprattutto inchini sdilinquiti al Capo di cui sopra (e, in sua assenza, a quello di cui sotto).
Onora il Presidente e il suo Portavoce
La più alta carica della massima istituzione elettiva calabrese si muove con passo felpato e sempre a suo agio, che si tratti di scosciate Miss ospitate nella stanza (da alternare ad ambasciatori e consoli) o di incontri di natura sacro-religiosa. Per uno che ha iniziato le sue fortune in un luogo dalle forti ascendenze esoteriche (Caronte, nel senso di Terme lametine, dal nome del traghettatore dell`Ade più che del collegamento privato Reggio-Messina o dell`alta pressione) si è trattato quasi di un esito naturale: pare che il Presidente sia afono e parli esclusivamente per bocca del Portavoce, e infatti è sempre il primo ad arrivare – inteso come e-mail – se c`è da congratularsi per la nomina di un vescovo; inoltre, il Presidente si manifesta, spesso, nella stessa aura devozionale del Capo vero – quello del 1° comandamento, per intenderci.
Non uccidere l`italiano
Sono inarrivabili i livelli raggiunti dal consigliere comunale che a Cosenza elogia l`impegno amministrativo nella «rateizzazione dei topi» (in ogni caso, il giovane esponente di centrodestra di recente è stato premiato dal sindaco Occhiuto con una delega sui quartieri!): tuttavia, il 5° comandamento è tra i più sentiti – e altrettanto disattesi, loro malgrado – dai politici calabresi. Ecco spiegato perché ha conosciuto un boom inaspettato il fenomeno del copia-incolla da testi vergati in altre regioni. Siamo proprio sicuri che una proposta di legge, un`interrogazione o una pubblicazione scopiazzata siano peggio di uno scritto originale ma illeggibile per forma e contenuti? Intanto, in Consiglio starebbe girando un breviario di citazioni latine a firma Chizzoniti per evitare l`uso improprio della lingua dei nostri padri: pare che un consigliere avesse interpretato un «carpe diem» come una formula da usare in una nota sull`emergenza del comparto ittico e addirittura il governatore in persona fosse in procinto di dettare una dichiarazione sul suo addio al tifo amaranto, titolo: «Non plus ultra».
Non commettere atti impuri a Palazzo Campanella
Consiglieri arrestati, frasi su «compari del mio compare», trasversalismo e scempi politici (il che, rispetto al resto, è il minimo che possa accadere…). Con tutto quello che è stato fatto in Aula, gli unici atti impuri rimasti da derubricare sono, allo stato, lo scaccolamento palese con lancio verso i banchi opposti e la visione dei video porno con proiezione pubblica durante il voto sul Bilancio. La buvette è eletta da tempo a luogo della lussuria mista ad avarizia, gola e accidia: un`eccellenza del peccato calabro, al punto che presto i consiglieri, dopo riunioni-fiume in commissione, alimentate da banchetti pantagruelici, daranno l`ok alla nascita dell`Accademia-Fondazione del Vizio (rigorosamente in house) e metteranno anche una targa all`ingresso: “Qui dentro la morigeratezza non entra”.
Non rubare la speranza
Questo, purtroppo, è davvero il comandamento che i politici calabresi snobbano più degli altri: tra annunci di «tavoli di concertazione» infiniti e vertenze che saranno risolte «a breve» – e comunque, sia chiaro, è sempre colpa di «chi c`era prima» –, il furto più grave che si perpetra (e perpetua) è quello della speranza. Altro che spese folli…
Non dire falsa testimonianza
Appunto. Il capitolo spese folli in Astronave ha titillato l`antipolitica calabrese, compresa quella che poi puntualmente cede alle promesse dei ladri di speranza e vota, o, peggio ancora, non si indigna per ruberie meno “sistemiche” del gratta e vinci ma forse ancora più gravi e ingenti (vedi i milioni spariti dalle casse Field: in questo secondo caso, le vuvuzelas dei rivoluzionari da tastiera e degli indignados via facebook sono rimaste mute). Ad ogni modo, il must degli Ufo – intesi come condottieri dell`Astronave sede del Consiglio – nelle ripetute incursioni investigative è stato uno: «Io non c`ero, e se c`ero non sono stato io a grattare, e se proprio ho grattato l`ho fatto a mie spese, e se anzi non l`ho fatto a mie spese – ora che mi ricordo – la moneta che ho usato per grattare era mia, e se proprio era, anche quella, un dono dei contribuenti era una monetina da 5 centesimi, anzi da 3 anzi da 2 anzi da un centesimo, anzi da mezzo centesimo, esiste no?». Indifendibili. Un filone da seguire sarà, dopo l`estate, quello sui falsi numeri del turismo. Un genere tra il noir e il giallo – o meglio, il marrone – con sfumature fantasy.
Non desiderare la Q5 d`altri
Finita la pacchia dei monogruppi, il comandamento è mutato: in origine era «Non desiderare la struttura d`altri». Ora che lo status symbol del consigliere regionale è l`auto, è una gara a chi ce l`ha più grossa. Così l`invidia penis ha lasciato il posto all`invidia Audis.
Non desiderare le unghie d`altri
Il tormentone dell`estate? «Gli onico, gli onico, gli onico…» da ripetere almeno dieci volte, pensando alla figura fatta fare alla categoria dei consiglieri regionali dalla rampante pidiellina (Clo)Tilde Minasi, la quale con la sua battaglia per la regolarizzazione degli «onico-tecnici» (gli estetisti specializzati in unghie) ha portato veramente e qualunquemente in alto l`asticella della proposta politica, cazzu cazzu iu iu. E in Astronave si vocifera già di proposte di legge sugli istituendi Albi dei personal trainer, delle calliste reggine e degli interior designer; altre sulle agevolazioni per i possessori di Audi Q5 (vedi 9° comandamento) e sulla detassazione dei centri
di abbronzatura, nonché sul rilancio dei baffi come omaggio alla tradizione, sulla valorizzazione del copri-sterzo animalier (quello peloso) come volàno di sviluppo del territorio e sulla depenalizzazione dell`uso di montature a goccia Anni 70 (anche per gli occhiali da vista) stile Oldani Mesoraca. Benvenuti nel mondo parallelo dei politici calabresi. E poi dicono che non sono Ufo… (0070)