IN EDICOLA | Le coincidenze di un`estate da incubo

Esattamente 11 anni fa la politica lametina veniva scossa da un`altra inchiesta giudiziaria. L`arresto del consigliere provinciale e vicepresidente della Sacal Gianpaolo Bevilacqua e le accuse al senatore Piero Aiello sembrano riportare indietro la terza città della Calabria. Riemerge la commistione tra clan e politica divenuta tragicamente evidente nell`estate del 2002. All`epoca la Procura fece acquisire l`elenco completo di iscritti al circolo locale di Forza Italia. Una scelta eclatante dovuta a un clima di assoluta emergenza. La guerra tra clan per il controllo del territorio aveva fatto contare 13 morti ammazzati e un numero imprecisato di attentati, minacce e intimidazioni. Nel mirino delle `ndrine finì anche una parte della politica cittadina, “colpevole” di aver denunciato quelle connivenze che pochi mesi dopo avrebbero portato al secondo scioglimento dell`amministrazione comunale in meno di dieci anni. Caffettiere trasformate in micidiali ordigni e cesti pasquali riempiti di esplosivo vennero recapitati davanti alle abitazioni di alcuni rappresentanti delle istituzioni. Proprio durante le indagini su questi episodi la Procura di Lamezia decise di andare a bussare alle porte della sezione cittadina di Forza Italia per acquisire l`elenco completo di iscritti e presentatori. Vennero fuori nomi riconducibili ai clan cittadini, uno su tutti arrestato solo poche settimane prima per omicidio.

(L`articolo completo “Le coincidenze  di un`estate da incubo” firmato da Gaetano Mazzuca, è in edicola con il numero 112 del Corriere della Calabria)