Magistratura-Scopelliti, fine dell`idillio
Sono finiti i tempi belli, quelli dell`idillio tra il governatore e la magistratura reggina; quelli dei comunicati tracimanti attestazioni di stima e copiosi complimenti per l`operato degli uffici gi…

Sono finiti i tempi belli, quelli dell`idillio tra il governatore e la magistratura reggina; quelli dei comunicati tracimanti attestazioni di stima e copiosi complimenti per l`operato degli uffici giudiziari calabresi e reggini in particolare; quelli dei convegni cogestiti sotto le insegne dell`antimafia con la partita iva.
In pochi mesi Peppe Scopelliti ha cambiato radicalmente registro ed è passato all`attacco contro pubblici ministeri e magistrati, tirando fuori il peggiore lessico berlusconiano e usando parole al limite dell`insulto e della minaccia.
Lo ha fatto prima attaccando i pubblici ministeri della Dda di Catanzaro “rei” di avere osato chiedere l`arresto del neosenatore Pietro Aiello. In quella occasione Scopelliti si è fatto prendere la mano sino a incorrere in un lapsus freudiano: «Vi pare giusto che un galantuomo, una persona perbene come il senatore Aiello debba sapere dai giornali che era stato chiesto il suo arresto?». Non si rendeva conto Scopelliti che quella esternazione tradiva una sua personale aspettativa assolutamente non legale. Aiello è innocente sino a prova contraria, su questo non ci piove, ma altrettanto normale è che nessuno anticipi allo stesso Aiello, o a chi per lui, l`intenzione di chiederne l`arresto. È giusto che lo sappia dai giornali, sarebbe stato grave, al contrario, se lo avesse saputo da qualche “amico”. Forse in passato capitava anche questo?
Ma è in occasione della sentenza del Tribunale di Reggio che sancisce la non candidabilità degli ex amministratori del Comune di Reggio, con in testa l`ex sindaco Demi Arena (oggi assessore regionale alle Attività produttive) che Scopelliti sbrocca di brutto usando parole di eccezionale gravità fino a provocare la ferma reazione della sezione reggina dell`Associazione nazionale magistrati.
Secondo Scopelliti quel provvedimento, è inaccettabile e va giù di brutto: «Non possiamo accettare la sentenza di incandidabilità, è giunto il momento di mettere la parola fine; adesso basta. In quella sentenza, infatti, ci sono degli elementi preoccupanti, che cozzano con le azioni di altra parte della magistratura. Anzi ci sono delle nefandezze…».
Gli replica l`Associazione nazionale magistrati con eguale fermezza: «Le parole pronunciate, ed allo stato non smentite, dall`on. Giuseppe Scopelliti in occasione della manifestazione “La democrazia sospesa, analisi sullo scioglimento per infiltrazioni mafiose”, ci vede ancora una volta costretti ad intervenire per sottolineare con forza che la Magistratura reggina, rappresentata da questa Giunta, esercita la propria attività giurisdizionale in tutte le sedi con la massima serenità e con un totale distacco ed estraneità da tutte le polemiche e contrapposizioni politiche. La funzione che la Costituzione affida alla Magistratura è quella della applicazione costante delle norme di legge approvate dal Parlamento che, anche se riguardanti temi delicati ed interessi rilevanti, non sono nella disponibilità di alcuno, ma devono essere rispettate da tutti ed applicate nei confronti di chiunque, pena l`irreparabile compromissione dello Stato di diritto.
La Magistratura reggina è sicuramente consapevole che nella dialettica democratica qualunque sentenza o provvedimento giurisdizionale possa essere legittimamente sottoposto a critica, anche aspra, sia attraverso i previsti mezzi d`impugnazione sia nelle sedi informali del dibattito pubblico e mediatico, ma altrettanto fermamente convinta che qualsivoglia critica non può mai degenerare in attacco personale o, addirittura, come nel caso di specie, nella formulazione di contumelie e gravi insinuazioni (“nefandezze”) peraltro in alcun modo argomentate, che vanno a minare gratuitamente la necessaria fiducia che la collettività deve avere nell`azione della magistratura, che, è bene ricordare, si esplica attraverso un lungo percorso che, prevedendo diversi gradi di giudizio, offre al cittadino coinvolto la massima garanzia di una decisione finale corretta e conforme alla legge».
Sì, l`idillio è proprio finito…