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E Talarico il “garantista” scarica la Intrieri

Che si tratti di una polemica di cui la Calabria – e i calabresi – «avrebbero fatto volentieri a meno», probabilmente lo avranno pensato in molti. La vicenda «poco edificante» di cui si parla è quell…

Pubblicato il: 12/09/2013 – 17:23
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E Talarico il “garantista” scarica la Intrieri

Che si tratti di una polemica di cui la Calabria – e i calabresi – «avrebbero fatto volentieri a meno», probabilmente lo avranno pensato in molti. La vicenda «poco edificante» di cui si parla è quella riguardante Marilina Intrieri, Garante per l`Infanzia della Regione Calabria, che ha rispedito al mittente la corrispondenza inviatagli dalla Prefettura di Crotone – in relazione ad un sopralluogo al Centro di accoglienza per richiedenti asilo – chiedendo con fermezza che gli fosse riconosciuto il titolo di “onorevole”. Finita sulla stampa nazionale, la Intrieri ha reagito stigmatizzando una ingiusta «banalizzazione» della questione, ma è stata ben presto scaricata anche da chi le ha voluto affidare questo delicato compito.
Ad invitarla caldamente a dimettersi, ora, è direttamente il presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, di cui più volte i calabresi hanno potuto apprezzare le doti di garantista-equilibrista in relazione al destino dei tanti consiglieri incappati in guai giudiziari più o meno gravi. «Credo che il modo migliore – si legge in una nota del presidente dell`assemblea di palazzo Campanella – per chiudere una vicenda poco edificante, che ha visto come protagonista il Garante regionale per l`Infanzia della Regione Calabria Marilina Intrieri, sia la sua immediata rinuncia all’incarico che il consiglio regionale le ha assegnato. Le dimissioni sarebbero un gesto importante e consapevole ed eviterebbero, al consiglio regionale, di avviare la verifica sulle procedure per la revoca dell’attuale Garante, per poi procedere con un nuovo incarico». Insomma che si faccia da parte da sola, prima che la caccino loro, cioè quelli che l`hanno nominata. Che poi, a voler essere precisi, la Intrieri mica l’hanno nominata “loro”. Nessun voto dell’assise di Palazzo Campanella, a scegliere Marilina è stato proprio Talarico, surrogando un compito che spetta al Consiglio. E infatti il presidente si lancia in un equilibrismo che gli consenta di “salvare” la nomina e prendere le distanze dalla (sua) nominata.
«La nomina del Garante per l’Infanzia, avvenuta per la prima volta in Calabria, con questa legislatura, ha rappresentato un passo importante – aggiunge infatti Talarico con un compiacimento forse un po` fuori luogo – per la promozione e la realizzazione dei diritti di tutti i bambini e ragazzi che vivono in Calabria – particolarmente immigrati che abbiamo il dovere di accogliere umanamente e bene – e non può essere vanificata con espressioni che si discostano dall’importanza e dal ruolo che si è stati chiamati a svolgere e da atteggiamenti non moralmente eccepibili. Il Garante – si legge ancora nella nota – ha il dovere di lavorare in sinergia con tutte le istituzioni e di assicurare le necessarie forme di collaborazione, per garantire una difesa efficace dei diritti dell’infanzia. Se vengono meno i presupposti di fiducia, per cui si è stati nominati, bisogna trarne le conseguenze». Dunque la fiducia non c`è più, perché – Talarico lo sottolinea, a scanso di equivoci – la questione non ha avuto solo risvolti mediatici ma anche istituzionali, perché riguarda i rapporti tra Garante e Prefettura di Crotone. E dunque «una giusta e necessaria ispezione al centro di accoglienza e richiedenti asilo di Isola Capo Rizzuto, ritardata o meno, non può finire nella confusione delle polemiche mediatiche», e soprattutto non può finire sulla stampa nazionale, che non può essere accusata di complottismo. «La classe dirigente e politica di questa regione – è l`ammonimento ecumenico del presidente del Consiglio regionale – deve rimboccarsi le maniche e lavorare con concordia, concretezza e umiltà, senza dimenticare mai di avere il dovere di porsi, sempre, al servizio esclusivo dei cittadini, in particolare dei più deboli, degli indifesi e degli emarginati, evitando atti e gesti che possono dar vigore al sistema dell’antipolitica».
Anche perché la Calabria è altro. «È terra di intelligenze, di nuove generazioni colte e preparate, di aspettative e speranze di cambiamento. Abbiamo bisogno – spiega Talarico – che l’opinione pubblica nazionale abbia queste percezioni positive». E il consiglio regionale, in questo senso, ce la mette davvero tutta.

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