BLITZ "NEVER ENDING" | Borrelli: «Ecco come fallisce la giustizia»
La mancata celebrazione dei processi «determina il fallimento della politica giudiziaria». A dirlo è stato il procuratore aggiunto della Repubblica di Catanzaro Giuseppe Borrelli incontrando i giorna…

La mancata celebrazione dei processi «determina il fallimento della politica giudiziaria». A dirlo è stato il procuratore aggiunto della Repubblica di Catanzaro Giuseppe Borrelli incontrando i giornalisti per illustrare l`operazione condotta nel vibonese dalla squadra mobile di Catanzaro. L`inchiesta, coordinata dallo stesso Borrelli insieme ai pm Simona Rossi e Carlo Villani, infatti, ha portato alla luce le minacce e le intimidazioni subite da un imprenditore, Vincenzo Ceravolo, che nel 2001 aveva denunciato per estorsione un boss della cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia) ed un suo affiliato. La condanna d`appello è stata annullata dalla Cassazione nel 2009 ma il nuovo processo non è ancora iniziato.
La mancata celebrazione del processo, ha aggiunto Borrelli, è colpa «dei carichi di lavoro, della situazione complessiva nella gestione dei ruoli del dibattimento. Non è addebitabile a singoli operatori a Catanzaro ma evidenzia l`insufficienza degli organici nella gestione dell`arretrato. A Vibo Valentia gli organici sono tali che il presidente del Tribunale ha disposto di celebrare i processi con detenuti visto che entro la fine dell`anno quasi tutti i giudici se ne andranno e dovranno essere sostituiti nei dibattimenti. Non fare i processi influisce anche sulle indagini, perché un testimone o un collaboratore non può essere gestito per 12 anni. La credibilità di un collaboratore non viene mai sancita e questo influisce anche sull`esito dei processi».
Borrelli ha anche sottolineato «la bontà della strategia messa in campo dal procuratore Vincenzo Antonio Lombardo, di privilegiare i reati associativi anche per colpire i reati fine. Ciò ha fatto sì che nel periodo 2009-2014, nel vibonese ci sia stato un numero decisamente superiore di arresti per 416 bis rispetto ai 25 anni precedenti. L`unica eccezione è stata l`inchiesta Dinasty contro la cosca Mancuso».
Lombardo, dal canto suo, ha rimarcato come la lentezza dei processi comporti «una distorsione del sistema: la lunghezza della carcerazione preventiva». Il procuratore ha poi sottolineato la rapidità dell`azione della squadra mobile di Catanzaro e della Dda di sventare un`estorsione in corso. Il questore Guido Marino, dopo avere ricordato le tappe della vicenda giudiziaria innescata dal testimone di giustizia ha detto: «È una vicenda che si commenta da sola». Il capo della squadra mobile catanzarese Rodolfo Ruperti, che nel 2001 dirigeva la mobile di Vibo, non ha potuto non rilevare la sorpresa vedendosi davanti l`imprenditore tornare a raccontare fatti legati ancora alla vicenda di 12 anni fa. (0080)