Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 22:45
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

E l`ambiente va in prescrizione

VIBO VALENTIA Adesso, la sola, flebile speranza per le associazioni che si erano costituite parte civile – in testa il Wwf – resta il reato di disastro ambientale, l’unico tra quelli contestati che p…

Pubblicato il: 25/11/2013 – 22:21
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
E l`ambiente va in prescrizione

VIBO VALENTIA Adesso, la sola, flebile speranza per le associazioni che si erano costituite parte civile – in testa il Wwf – resta il reato di disastro ambientale, l’unico tra quelli contestati che potrebbe rimanere in piedi anche dopo il 13 ottobre del 2014, data in cui si terrà la prossima udienza del processo “Poison”. La cronica carenza di giudici in servizio al Tribunale di Vibo rischia così di far finire in un nulla di fatto una delle più importanti inchieste in materia ambientale che riguardano il territorio vibonese, condotta dalla Procura e dalla guardia di finanza tra il 2009 e il 2010. Il caso al centro del processo, di cui si è tenuta un’udienza ieri, è quello della “Fornace Tranquilla”, una ex fabbrica di laterizi apparentemente abbandonata dove, secondo la Procura, tra il 17 maggio del 2000 e il 20 settembre del 2007, su un`area di 150mila metri quadrati sono state smaltite illegalmente 135mila tonnellate di rifiuti pericolosi, per lo più ceneri e fanghi industriali provenienti dalle centrale a carbone Enel “Federico II” di Brindisi.
Nell`udienza di ieri il Tribunale monocratico vibonese, presieduto da un giudice onorario – non era presente neanche il pm titolare dell’inchiesta – è stato costretto a rinviare all’anno prossimo il processo, circostanza che farà scattare sicuramente la prescrizione per il reato di gestione non autorizzata dei rifiuti. Stesso discorso per il traffico e l’illecito smaltimento di rifiuti pericolosi, che sarà prescritto sei mesi dopo la prossima udienza, mentre per il reato di disastro ambientale la prescrizione scatterà più tardi, perché tale condotta, contestata dalla Procura, si sarebbe protratta fino al 5 novembre del 2009, mentre per le altre si parla di settembre del 2007.
I rifiuti tossici, secondo l’accusa, venivano classificati come non pericolosi e sulla carta erano destinati al reimpiego nel ciclo produttivo, ma in realtà venivano interrati, a ridosso degli agrumeti. Nel sito sarebbero stati stoccati metalli pesanti, solfuri, cloruri, fluoruri, nichel, selenio, stagno e vanadio. Si tratta di elementi che in determinate combinazioni possono generare composti altamente tossici e cancerogeni, e il consulente tecnico dell`accusa non escludeva «la concreta e reale possibilità che i componenti pericolosi presenti in abbondanza nel sito potessero essere diffusi nell`ambiente circostante». In seguito all`operazione, infatti, il prefetto di Vibo dell’epoca ha disposto la distruzione di tutti i prodotti agricoli coltivati nell`area interessata. Il presunto smaltimento illecito dei rifiuti che avrebbe provocato un disastro ambientale, avrebbe fruttato agli imputati un risparmio di oltre 18 milioni di euro. L`ultima udienza si era tenuta il 24 giugno, slittata a ieri per un difetto di notifica.
Il gup aveva disposto il rinvio a giudizio per dodici persone. Si tratta di Giuseppe Romeo, 67 anni di Taurianova (incaricato della gestione dei rifiuti che arrivavano all`impianto), Stefano Romeo, 34 anni di Taurianova, Umberto Acquistapace, 80 anni di Rosarno (legale rappresentante della S.r.l. “Fornace tranquilla”) e Angelo Vangeli (dipendente e ragioniere della società). Poi ci sono i responsabili delle società detentrici dei rifiuti e incaricate del trasporto: Vito Sabatelli, 56 anni di Cisternino (titolare dell`omonima impresa individuale), Antonio Roma, 70 anni di Carovigno (aministratore unico della “Società lavori ecologici S.r.l.”), Angelo Ippolito, 39 anni di Monopoli (rappresentante legale della “Sotram S.r.l.”), Giuseppe Antonio Marraffa, 49 anni di Carovigno (rappresentante legale, dal 2003 al 2006, della “Ecoservizi S.r.l.”), Vito Antonio Sacco, 53 anni di Carovigno (amministratore unico, fino al 2003 e dal 2006, della stessa azienda). Infine gli uomini Enel: Luciano Mirko Pistillo, 54 anni di Rovigo (responsabile dell`unità di business della centrale di Brindisi dal 2003 al 2006), Carlo Aiello, 49 anni di Brindisi (responsabile della liena movimentazione materiali, compresi i rifiuti della “Federico II”), Diego Baio, 55 anni di Roma (dal 2001 al 2006 responsabile “Esercizio Ambiente e Sicurezza” della centrale a carbone).

Argomenti
Categorie collegate

x

x