CATANZARO Mimmo Tallini non è intenzionato a fare sconti: «Nessuno può assumere atteggiamenti incoerenti nella maggioranza». E anche se il destinatario dell’invettiva si chiama Peppe Scopelliti, la sostanza non cambia. Il casus belli questa volta è rappresentato dalle dichiarazioni rilasciate sabato dal governatore a Locri, durante la presentazione del libro di Gianfranco Fini. «Entrare nel Pdl è stato un errore così come è stato sbagliato dire sempre sì al capo», sono state le parole usate dal governatore davanti all’ex presidente della Camera. Parole dure ma per nulla gradite dall’assessore regionale al Personale, che ha da poco ufficializzato il suo passaggio a Forza Italia assieme al leader della sua corrente Pino Galati: «I duri giudizi espressi dal presidente Scopelliti sul presidente Berlusconi mal si conciliano con il ruolo di leader di coalizione che i fatti delle ultime settimane gli hanno consegnato. Il gruppo di Forza Italia, con amicizia e lealtà, gli ha riconosciuto questo ruolo che, comunque, andrebbe esercitato con equilibrio e spirito unitario. Sono tra quelli, assieme all’amico Giacomo Mancini, che più si stanno spendendo sul fronte unitario, nella consapevolezza che il centrodestra può legittimamente candidarsi a guidare ancora la Regione Calabria».
Tallini precisa di voler entrare nel merito delle polemiche tra Scopelliti e Berlusconi «perché fanno parte della normale dialettica politica». Ma su un punto l’assessore regionale vuole mettere le cose in chiaro: «Mi stupisce che il governatore accusi il leader di Fi di essere un uomo solo al comando quando proprio Scopelliti, in Calabria, ha assommato in un’unica persona tutte le cariche politiche ed istituzionali (governatore, coordinatore regionale del Pdl e leader del movimento politico che porta il suo stesso nome ndr). Lo dico senza polemica, ma occorre uno sforzo di coerenza da parte di tutti. Capisco la nostalgia per la defunta An, capisco anche la difficoltà di parlare in un convegno alla presenza del nemico giurato di Berlusconi, però ci sarebbe stato bisogno di maggiore prudenza e attenzione verso un partito che è fondamentale per il proseguimento dell’esperienza alla Regione».
Rispetto per gli alleati, insomma. Nell’immediato non ci saranno ripercussioni ma le parole dell’(ex?) fedelissimo sono destinate ad aprire una pagina inedita nel centrodestra calabrese: «Se l’uscita di Forza Italia a Roma ha determinato una nuova maggioranza a sostegno del governo Letta, come afferma in continuazione Alfano, con lo stesso meccanismo bisogna riconoscere che in Calabria la nascita del gruppo di Forza Italia ha determinato una nuova maggioranza, di cui bisogna tenere conto nelle sue varie articolazioni».
In conclusione la postilla che assomiglia tanto, politicamente parlando, a un avvertimento: «Se il Nuovo centrodestra sostiene che il metodo di scelta del leader di coalizione a livello nazionale sono le primarie, anche in Calabria andrà evidentemente utilizzato questo sistema, in cui ogni forza componente potrà legittimamente presentare la propria candidatura. In definitiva, desidero dire al presidente Scopelliti – che non ha bisogno di ulteriori prove della mia lealtà e della mia amicizia – che la leadership di coalizione riconosciutagli da tutti noi va rafforzata sul campo, con una ricerca costante dell’unità, evitando una concorrenzialità estrema tra le due principali componenti della maggioranza». (0030)
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