Non è vero che la Procura mi ha revocato i benefici
Illustre direttore, mi permetto di chiederle ospitalità in merito a quanto diffuso da un quotidiano in prima pagina il 5 gennaio scorso con il titolo: Gioia, revocati i benefici a De Masi; La Procura…

Illustre direttore,
mi permetto di chiederle ospitalità in merito a quanto diffuso da un quotidiano in prima pagina il 5 gennaio scorso con il titolo: Gioia, revocati i benefici a De Masi; La Procura di Palmi esprime parere negativo per le agevolazioni sui pagamenti ai creditori dell’imprenditore.
Credo doveroso intervenire per rappresentare la verità dei fatti:
1) Non risponde al vero che la Procura di Palmi mi ha revocato i benefici di cui alla legge 108/96
2) La sospensione dei termini di cui all’art 20 della legge 108/96 ha validità per 300 giorni e io ho provveduto per tempo a chiedere la proroga di tale beneficio.
3) La Procura della Repubblica investita da tale incombenza dalle recenti modifiche normative (ciò prima era di competenza della Prefettura) ha ritenuto visto quanto previsto dalla legge di non poter concedere tale rinnovo in quanto non previsto.
4) La Procura della Repubblica di Palmi ha quindi, come prevede la legge, provveduto a notificarmi l’atto di non accoglimento del rinnovo in quanto non espressamente previsto.
Questi sono i fatti.
Non vi è stata nessuna revoca ma un non accoglimento di una mia richiesta di proroga del beneficio.
Il mio scriverle questa nota non è figlio di sofismi letterali ma bensì di far presente alcuni aspetti che sono determinanti e molto delicati in un contesto in cui ci sono in ballo tante cose tra cui gli interessi ed il futuro di centinaia di persone e per tale ragione intendo chiederle formalmente, vista la delicatezza di questa vicenda, l’opportunità di chiarire e far presente la verità e mettere ben in evidenza lo stato delle cose.
Una premessa però è essenziale.
Io e la mia famiglia da decenni abbiamo e stiamo combattendo battaglie immani contro le illegalità, sia mafiose che di crimini finanziari, avendo ben presente ed essendo ciò anche un pilastro del mio credere e sentirmi cittadino, il rispetto verso le istituzioni. Mai in questi anni io ho detto e scritto in pubblico atti contro le istituzioni del mio paese. In queste vicende io e la mia famiglia abbiamo sempre ben definito la linea di demarcazione tra coloro i quali commettono i crimini e che sono contro gli interessi della collettività e le istituzioni chiamate a sostenere l’interesse generale della democrazia.
Un mio eterno grazie e un mio apprezzamento va alle istituzioni tutte e agli uomini che le rappresentano e per essere ancor più chiari in particolare agli uomini chiamati ad amministrare la giustizia.
In questo contesto e per evitare qualsiasi fraintendimento un forte apprezzamento va alla Procura della Repubblica di Palmi, al suo procuratore e a tutti i suoi collaboratori, che rammento a tutti sono stati i primi in Italia che hanno aperto il fronte dei crimini bancari.
Con questa premessa entriamo ancora nei fatti:
a) Dedico circa 10 ore al giorno per studiare, mio malgrado, di crimini finanziari e credo di esserne, purtroppo per me, diventato uno dei massimi esperti della materia in Italia. A differenza di molti credo che l’unico modo per combattere questi crimini sia quello di affrontare frontalmente il problema, studiando e analizzando i fatti e tradurli poi in azioni giudiziarie . Questi crimini che sono di massa e coinvolgono milioni di cittadini non si affrontano certo con il piangersi addosso e con discutibili “manifestazioni folcloristiche”.
b) Mi confronto nel merito a volte anche “duramente” con gli organismi preposti, vedi anche magistrati, ma nei soli luoghi competenti e nelle forme dovute, senza mai travalicare la linea del rispetto formale e sostanziale dei ruoli.
c) In questo contesto avendo contezza dello spirito della legge 108/96 e degli “interessi tutelati” dalla norma ho nel rispetto dei ruoli e nelle forme previste fatto ricorso al Tar, non contro il provvedimento della procura di per se, che ripeto risponde a quanto previsto dalla legge, ma come ho segnalato evidenziando che l’applicazione di quella norma in quel contesto e per come sono avvenuti i fatti, mette in discussione lo scopo primario della stessa legge, che ha come obiettivo primario la tutela delle vittime .
d) In Italia ci sono migliaia di casi in cui le Procure non concedono le proroghe, in quanto non previste dalla norma; ciò non è una notizia. La notizia invece, nell’interesse della collettività sarebbe, secondo me, un’altra: per la prima volta in Italia un cittadino contesta e chiede basandolo su studi e analisi ad un tribunale di pronunciarsi sulla legittimità di una norma e quindi del successivo provvedimento.
Da oltre 10 anni, sono stato il primo in Italia, ad aprire un fronte giudiziario senza precedenti contro uno dei più forti “poteri” che ci sono in Italia, quello bancario, sono stato marginalizzato e giudicato come un pazzo, ma oggi in tutto il Paese, sulle mie esperienze e suoi miei documenti e sulle mie sentenze, molta gente ha la possibilità di ottenere giustizia.
Sono un imprenditore che opera, non certo in un luogo in cui la democrazia, la libertà e la società civile sono nel pieno del loro essere ed agire, ma faccio il mio lavoro e non da oggi, nell’assoluto rispetto delle leggi praticando e vivendo la legalità. Le mie aziende sono conosciute e il mio operare in Calabria può essere certificato dalle centinaia di miei dipendenti e dalle organizzazioni sindacali.
Ho vissuto e vivo la mia vita sulla fede e su principi che si fondano nel rispetto degli altri e non certo su polemiche e tutela di interessi altrui.
Capisco che la libertà di stampa passa dal divulgare le notizie anche in parte forzandole, capisco di meno chi, non so sulla base di quali valori e principi anche professionali e morali, divulga notizie e documenti riservati.
Questi sono momenti molto delicati dove è in discussione la sopravvivenza di un gruppo industriale che aveva 300 dipendenti ed oggi ne sono rimasti circa 180, che chiede solamente il rispetto della legge e di ottenere quanto sancito da sentenze passate in giudicato: essere risarciti.
Abbiamo sempre fatto parlare i fatti e gli atti ed in questo contesto ho cercato con “l’autorevolezza” che penso di essermi conquistato sul campo di gestirmi personalmente e da solo sia il rapporto con gli inquirenti che con i media, per evitare appunto polemiche e speculazioni e illegittime forme di protagonismo.
Chiedo cortesemente ringraziandola molto, sperando che comprenderà, la necessità di questa nota, se può, di darne pubblicazione.
Cordialmente (0050)
*imprenditore