REGGIO CALABRIA Alberto Cisterna non ha commesso nessuna truffa ai danni dell`università “Mediterranea”, ma dovrà comunque affrontare il giudizio perché accusato di essere a conoscenza delle false credenziali presentate dalla sua collaboratrice dell`epoca Grazia Gatto. Quest`ultima – oggi collaboratrice di Claudio La Camera e volto noto del Museo della ‘ndrangheta – è stata già condannata a un anno e quattro mesi di reclusione. È quanto ha stabilito il gup di Reggio Calabria Adriana Trapani al termine dell`udienza preliminare che ha visto l’ex numero due della Dna, Alberto Cisterna, indagato per falso unitamente a Grazia Gatto, per presunte irregolarità nei corsi per anni tenuti dal magistrato alla “Mediterranea”.
Stando alle indagini del pm Beatrice Ronchi – inizialmente applicata all’inchiesta, ma in seguito non riconfermata nella gestione del fascicolo – l’ex procuratore aggiunto della Dna avrebbe attestato falsamente la sua presenza all’università, dove per anni ha tenuto un corso di Procedura penale (sino al 2009) e uno di “Ordinamento giudiziario e forense” a titolo gratuito nel 2010. Un’inchiesta complicata, partita da una nota della Sezione crimine organizzato della Mobile del 5 marzo 2012, ma formalmente iscritta a carico di Cisterna solo il 27 giugno dello stesso anno. Una nota che – attualmente – agli atti del fascicolo non risulta, né le difese hanno mai avuto modo di vedere. Tanto meno è dato sapere – né il gup Adriana Trapani si è dichiarata competente al riguardo – come mai il pm si sia decisa a procedere a una formale iscrizione a quasi quattro mesi da quella comunicazione. Anomalie che le difese hanno sottolineato nelle prime fasi dell’udienza di ieri e costate al gup diverse ore di camera di consiglio, al termine delle quali la Trapani ha ordinato alla Procura di esibire quella documentazione fondamentale perché origine stessa dell’indagine. Un’indagine iniziata con la contestazione da parte della Procura di due falsi per l’anno 2009 e per l’anno 2010. In seguito alla ricezione dell’avviso di conclusione indagini, Cisterna ha dimostrato – documenti alla mano – l`insussistenza delle accuse. Tutti elementi che la Procura vaglierà a fondo, disponendo l’archiviazione per il falso del 2009 e l’incriminazione della Gatto, accusata di falso perché avrebbe presentato documentazione fasulla per documentare titoli di cui – alla prova dei fatti – la Procura non ha trovato alcun riscontro. Sotto tiro, ad indagine dichiarata conclusa, sono finiti però tutti gli incarichi affidati a Cisterna dall’università a partire dal 2000. In questo contesto sarebbe emerso che per l’anno 2006/2007 – l’unico in cui la “Mediterranea” avrebbe corrisposto un compenso a Cisterna – mancherebbero all’appello tre lezioni, per un valore di un centinaio di euro in tutto. Circostanze ricostruite dal pm Ronchi in oltre un anno di indagini e dopo decine di interrogatori degli studenti del corso, costate a Cisterna una nuova accusa – questa volta di truffa – e l’invio di un secondo avviso di conclusione indagini. (0050)
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