Le parole al vento, nei fatti, non hanno senso. Eppure, assai spesso, sono frutto di mesi e mesi di lavoro, studi, ricerche. Non sono parole e soprattutto scritti improvvisati. Quelle venute, in questo periodo, da Istat, Eurostat, Svimez, Confindustria, Banca di credito cooperativo e, da ultimo, dalla Banca d’Italia che ancora è credibile per essere l’istituto di emissione di eccellenza, con un ufficio studi che fa invidia all’intera Europa, si possono paragonare all’acqua: scorre, forse, qualcuno beve, ma poi tutto resta come prima. Colpe? Non si sa. È certo, però, che quando l’istituto di credito per eccellenza sostiene che la crisi economica stritola la Calabria come uno tsunami, non ci sono state reazioni all’altezza dell’assunto ”fatto col timbro”: cioè,veritiero in termini assoluti. La disoccupazione è altissima continua, da anni a ripetere, la Banca d’Italia, più di qualsiasi altra regione del Sud, con una diminuzione degli occupati del 6% rispetto all’anno scorso. E non è un bel rilevare! Lo sapevamo, certo. Ma avere l’imprimatur dell’istituto di emissione, che, tra gli altri ha avuto alla guida da Einaudi a Menichella, da Carli a Ciampi per finire a Draghi che è stato voluto unanimemente dall’Europa alla guida e responsabilità della Banca centrale europea, non è cosa di poco conto, di cui non tenere nella giusta considerazione! E non è finita. Nonostante si fosse convinti del contrario, per Luisa Zappone, direttrice della filiale calabrese e Giuseppe Albanese, Iconio Garrì e Antonio Covello, del nucleo di ricerca economica, il turismo è in calo in confronto all’anno scorso, il settore edile ha avuto un tracollo come si sforzano di dire dalla Confindustria, sia regionale che provinciali, ed in particolare dall’Ance, i risparmi cedono il posto alle spese di prima necessità. Se i calabresi fossero state cicale anziché formichine,adesso, avremmo di che piangere! Non ne parliamo dei senza lavoro,dei disoccupati, degli esodati, dei pensionati. Le imprese, quelle che resistono alla furia degli elementi economico-finanziari, specie quelle del settore sanitario, dicono gli esperti, soffrono il mancato pagamento degli enti pubblici. E non sol quelle del settore sanitario. Ecco che l’industria parla, attraverso Andrea Cuzzocrea di Reggio e Natale Mazzuca di Cosenza. Occorre creare le condizioni, ha detto Mazzuca, ad Orientagiovani perché una nuova classe dirigente possa farsi spazio. Dice la Zappone, bontà sua, che solo l’agricoltura cresce: mi piacerebbe sapere dove, come, quando, visto che le clementine, nel migliore dei casi – prendere o lasciare – come frutto pendente si vendono a venti centesimi al chilo sulla pianta, e sulle bancarelle tre chili cinque euro. A parte i “fittasi” e i “vendesi” che abbondano in tutta la Calabria e non solo per gli appartamenti, ma anche per i terreni agricoli (ma, di grazia, non era il mattone, una volta, l’unico sistema di investimento?) adesso che si fa? In banca non si va,manco a parlarne, secondo Luisa Zappone è che la liquidità – e manco questa è una novità da scoop – è solo nelle mani della ‘ndrangheta. Di grazia, quest’ultimo report – come quelli dello Svimez e e della Confindustria – a cosa servono? Ad avere la fotografia della dura realtà quotidiana? E che ce ne facciamo se neanche passati e recenti governi, regionali e nazionali, sono stati in grado di trovare una soluzione a questa nostra Regione che non vorremmo derelitta? Se non fosse che i nostri genitori ci avessero insegnato ad essere formiche, adesso davvero fischieremmo alla luna. Aspettiamo tempi migliori alla padre Cristofaro, in tutt’altra situazione:«…Tempo verrà….». Il cattolico ha l’obbligo della speranza, chi cattolico non si professa a cosa e a chi si aggrappa? Se si fa una passeggiata sui vari corso Mazzini o Corso Garibaldi, il povero calabrese nota solo cartelli di “cedesi attività” in tutti i settori commerciali. È profondo rosso. Insomma, per la Banca d’Italia, i segnali positivi sono impercettibili. Per restare qui, bisogna affidarsi all’ottimismo della volontà: il pessimismo alla dirigente di banca sembra minore forse perché è convinta che il vantaggio del pessimista va incontro solo a sorprese piacevoli, mentre l’ottimista non può che averne di spiacevoli. E Gioia Tauro? Secondo la banca diretta dalla Zappone è l’unico luogo di crescita economica della nostra regione. Un’oasi in mezzo al deserto. Secondo la Medcenter container terminal il trend di movimentazione dei contenitori è in crescita, ma non è mai al livello degli anni scorsi. Le poche persone della Piana che lavorano al porto sono sempre più a spasso rispetto al passato: prendere o lasciare e così li vedi lavorare a fasi alterne e devono accontentarsi di “questa minestra”. L’accordo tra Maersk line, Cma Cgm,e la Msc dovrebbe portare nuova vita ai volumi di traffico, anche perché, grazie all’azione del presidente dell’autorità portuale Giovanni Grimaldi che, pur essendo in scadenza non rinnovabile, già ci sono i nomi di riciclati della politica regionale per la sua sostituzione (due ex presidenti di giunta, un ex parlamentare) le strutture interne sono state migliorate. Cecilia Battistello Eckelmann, la signora comandante di tutto, spera nel contributo di governo e regione perché si blocchi la cassa integrazione dei poveri cristi che lavorano al porto. Intanto fino ad oggi, le previsioni non sono rosee perché gli ultimi dati preoccupano l’azienda, i sindacati e i lavoratori che vedono diminuire le movimentazioni e di conseguenza il numero dei portuali. L’accordo tra i giganti del transhipment non è dietro l’angolo. E in dirittura d’arrivo non sembrano esserci le condizioni per aumentare l’occupazione nel porto. Anche il mare, diceva Verga, vuol essere ascoltato. Come i calabresi, sosteneva Alvaro, vogliono essere parlati. (0050)
*giornalista
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