MEDIA E POTERE | La reazione (tardiva) della politica
LAMEZIA TERME Un po` lenta, la classe politica calabrese. Il 19 febbraio succede che un giornale, L`Ora della Calabria, non vada in edicola, ufficialmente per un guasto alle rotative. Poi l`opinione…

LAMEZIA TERME Un po` lenta, la classe politica calabrese. Il 19 febbraio succede che un giornale, L`Ora della Calabria, non vada in edicola, ufficialmente per un guasto alle rotative. Poi l`opinione pubblica viene a sapere delle pressioni ricevute dal direttore, Luciano Regolo, per non fare andare in stampa un articolo che riferiva di un`indagine a carico del figlio di Tonino Gentile, neo-sottosegretario alle Infrastrutture e coordinatore regionale di Ncd. Umberto De Rose, stampatore del quotidiano nonché ex presidente della Confindustria regionale e attuale numero uno di Fincalabra, avrebbe chiesto, per interposta persona, all`editore del giornale Alfredo Citrigno di rimuovere l`articolo in questione, ricordandogli che «il cinghiale, quando viene ferito, ammazza tutti». Salvo rare eccezioni – il consigliere regionale Mimmo Talarico, il presidente della Commissione di vigilanza Aurelio Chizzoniti, il senatore del M5S Nicola Morra e l`ex parlamentare Franco Laratta –, la politica calabrese ha scelto la via del silenzio su un episodio che getta una luce inquietante sulla libertà di stampa in questa regione. Infine, la svolta: Gentile viene nominato sottosegretario nel governo Renzi, e tutti i quotidiani nazionali non possono fare a meno di raccontare lo spiacevole episodio che ha riguardato L`Ora. Solo a questo punto, quando l`intera opinione pubblica nazionale – e non solo quella calabrese – viene a sapere del tentativo di mettere il bavaglio a un organo di informazione, fioccano i comunicati di quei rappresentanti della politica e delle istituzioni che fino a oggi avevano taciuto. Di seguito, i vari interventi.
LO SDEGNO DEL PD
Tra i “primi” a bacchettare Renzi per la nomina di Gentile c`è l`ex candidato alla segreteria del partito Massimo Canale, che esprime «vicinanza e solidarietà» ai giornalisti dell`Ora, e che critica «una censura non completamente riuscita solo grazie all`ausilio di internet». «Abbiamo atteso di conoscere tutti gli aspetti della vicenda prima di esternare le nostre perplessità – continua l`esponente del Pd –, ma con la pubblicazione dell`audio della telefonata tra Umberto De Rose e Alfredo Citrigno, pensiamo di aver sentito abbastanza e ci sentiamo in dovere di esprimere la nostra preoccupazione su un episodio tanto delicato quanto pericoloso per la tenuta della democrazia in Calabria». Poi il giudizio su una scelta «politicamente inopportuna» che Gentile «dovrebbe rifiutare in attesa di chiarire la sua posizione, soprattutto ai calabresi che hanno visto leso il loro diritto a essere informati». Canale ne ha pure per De Rose, che viene invitato a rimettere il suo mandato di presidente di Fincalabra.
A ruota arriva la reazione del neosegretario regionale del Pd Ernesto Magorno, secondo cui «è stato un errore, grave, da parte del Nuovo centrodestra dare l`indicazione del nome del senatore Antonio Gentile a sottosegretario. Una scelta che il Pd calabrese, unitariamente, non condivide e che chiede sia rivista».
Al coro degli indignati si unisce anche l`ex commissario regionale del Pd, Alfredo D`Attorre. Per il deputato la nomina del senatore cosentino non è «edificante», ma anzi «inopportuna». D`Attorre si augura inoltre che Renzi e il partito di Alfano spingano Gentile a rassegnare le dimissioni. Dello stesso avviso anche i segretari provinciali di Catanzaro e Vibo, Enzo Bruno (che bolla come «uno schiaffo alla libertà di stampa» la nomina) e Michele Mirabello («vicenda a dir poco imbarazzante»).
E in serata è arrivata la dura nota del comitato regionale che all`ultimo congresso ha sostenuto Massimo Canale: «La nomina del senatore Antonio Gentile a sottosegretario è un grave errore politico. È una macchia all`immagine del governo nazionale. È la rappresentazione a Roma della Calabria peggiore». Ma i cuperliani vanno oltre e puntano il dito anche contro lo stesso Pd: «Le dichiarazioni odierne di Magorno sono tardive e non convincenti. Magorno scarica la responsabilità sul Ncd e sfugge al fatto che la nomina è stata fatta firmare a Matteo Renzi. Né sarebbe una giustificazione se si affermasse che Magorno non avrebbe avuto alcun peso nella scelta dei sottosegretari. Il problema è, allora, lo strabismo politico del Pd della Calabria: da una parte dice di collocarsi all`opposizione di Scopelliti, dall`altra inciucia sulla nomina di Gentile. Questa nomina è oggettivamente un riconoscimento all`asse Scopelliti-Gentile su cui si impernia la giunta regionale».
L`AFFONDO DEI 5 STELLE
Sul caso intervengono anche i parlamentari calabresi del M5S, Dalila Nesci, Federica Dieni, Nicola Morra, Paolo Parentela, secondo cui «la nomina a sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti del senatore Antonio Gentile è la dimostrazione che Renzi è già un rottame». Il premier avrebbe insomma commesso un passo falso, perché «con suo fratello Pino, Antonio Gentile è in politica da un trentennio, nel quale è sempre stato incollato a poltrone e con piglio famelico, protagonista di una stagione politica fallimentare, fondata su un assistenzialismo esteso e sull`esclusione, nei fatti, della dignità delle persone». Renzi «non doveva nominare Gentile, specie dopo la gravissima vicenda del giornale L`Ora della Calabria, non uscito per pressioni atte a impedire la diffusione della notizia dell`indagine sul figlio».
IDV: «GENTILE INDEGNO»
Va giù duro anche il segretario di Italia dei valori, Ignazio Messina, che – rivolgendosi al premier Renzi – sottolinea come non sia «un buon segnale per i cittadini dare responsabilità e incarichi a chi impedisce agli organi di stampa di fare il loro lavoro solo per coprire interessi o vicende personali non chiare. Queste persone non sono degne di servire il nostro Paese e non possono certo garantire la rivoluzione di cui tu parli. Ti chiediamo di ripensarci».
Anche da destra non tardano ad arrivare critiche. il presidente della Costituente regionale di Fratelli d`Italia, Francesco Bevilacqua, giudica «inopportuna e poco ponderata» la scelta di Gentile, anche «alla luce dei recenti fatti di cronaca».
LA DIFESA DEGLI ALFANIANI
Non mancano però le prese di posizione a favore del sottosegretario. A partire da quelle dei suoi compagni di partito. E così per i senatori Piero Aiello, Antonio Caridi, Paolo Naccarato, Nico D`Ascola e Giovanni Bilardi, la nomina di Antonio Gentile «non è solo un riconoscimento a tutto il Nuovo Centrodestra calabrese, ma soprattutto una speranza di inversione di rotta per l`isolamento strutturale che interessa da decenni la nostra Regione». Più o meno sulla stessa lunghezza d`onda il pensiero del consigliere regionale Rosario Mirabelli, che affida a Gentile il compito di «mettere in campo tutte le azioni politiche per ridurre il gap infrastrutturale della Calabria con resto del Paese».
Un “compiaciento” più istituzionale è invece arrivato dal presidente del consiglio regionale, Franco Talarico, sicuro che Gentile, il ministro Maria Carmela Lanzetta e l`altro sottosegretario calabrese, Marco Minniti, «sapranno esercitare la loro azione per il bene della Calabria». (0040)