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Fava: «È l`ora di una riscossa sociale»

Il collasso di un sistema di potere e il cambio di strategia della criminalità organizzata, sono gli ingredienti della miscela esplosiva che rischia di deflagrare in Calabria. Non nasconde la sua pre…

Pubblicato il: 08/04/2014 – 18:31
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Fava: «È l`ora di una riscossa sociale»

Il collasso di un sistema di potere e il cambio di strategia della criminalità organizzata, sono gli ingredienti della miscela esplosiva che rischia di deflagrare in Calabria. Non nasconde la sua preoccupazione il vicepresidente della commissione nazionale Antimafia Claudio Fava, incontrando i giornalisti prima dell`incontro pubblico di Catanzaro organizzato da Sel sul tema “La Calabria travolta dagli scandali del centrodestra”. Le audizioni e le missioni compiute fino adesso dalla commissione Antimafia, ha spiegato fava, restituiscono l`immagine di una «`ndrangheta ferita che vuole passare all`attacco, il recente sequestro di un arsenale di armi dimostra ulteriormente come la “temperatura” in Calabria stia salendo a livelli di allerta». Per questo, ha aggiunto il parlamentare, «la commissione tornerà presto, visiteremo tutte le province proprio per cercare di ricostruire la trama complessiva di questa regione dove nessun territorio può dirsi immune». Fava non fa sconti e va dritto al punto: «L`Asp di Cosenza andava sciolta, la relazione che abbiamo potuto visionare è impietosa e allarmante. Certo non ci sono relazioni dirette tra management e cosche, ma l`infiltrazione è profonda». Per far comprendere, l`esponente di Sel snocciola alcuni dati. Circa 4 milioni e 300mila euro dati in consulenze legali, «soldi sprecati visto che c`erano già in organico 8 avvocati»; 80 dipendenti ritenuti contigui alle cosche, 439 precari stabilizzati senza requisiti, di cui almeno una sessantina vicini ai clan di Paola; decine di convenzioni con strutture sanitarie «in mano ai mafiosi». E ancora i fornitori a cui non veniva chiesto il certificato antimafia e gli appalti affidati senza bando pubblico. Davanti a questo scenario «di permeabilità dell`azienda la scelta doveva essere diversa». Ma il quadro di Fava è più ampio. Comprende Reggio Calabria «dove accanto al buco, c`è un vero e proprio assalto alla diligenza da parte della `ndrangheta, gli ispettori hanno trovato funzionari e dirigenti che non erano vicini alle cosche, ne erano parte, rappresentavano i loro interessi». Ma c`è anche Catanzaro dove dall`inchiesta della Procura emerge «una dimensione quasi patetica, indice però di una cittadinanza violata nei propri diritti». Davanti a una tale realtà l`imperativo di Sel è «cambiare davvero». Per farlo, però, serve avere alleati credibili. Il messaggio è al Pd e alla contraddizione che vede il partito oppositore di Scopelliti e Gentile in Calabria, ma loro alleato a Roma. «Il Nuovo centrodestra in questa regione ha una grande risorsa elettorale, la Calabria sta ad Alfano – sostiene Fava – come la Sicilia stava alla corrente andreottiana della Dc negli anni Ottanta». Il parlamentare chiarisce che l`obiettivo è «la ricostruzione del centrosinistra, o meglio di una coalizione di forze del cambiamento, ma il requisito essenziale è la rottura con il passato. Vogliamo vincere e governare per trasformare finalmente la Calabria in una terra libera. È l`ora di una riscossa sociale». Il partito di Vendola è pronto a partecipare anche a eventuali primarie per la scelta del candidato governatore, in questo caso la scelta dovrebbe ricadere proprio sul sindaco di Lamezia, Gianni Speranza. Da parte sua il coordinatore regionale di Sel prende tempo: «Innanzitutto occorre capire se le primarie verranno fatte. Per il momento si parla di personaggi come il magistrato Nicola Gratteri e Stefano Rodotà la cui discesa in campo sarebbe una cosa meravigliosa. L`importante comunque è che si costruisca un centrosinistra nuovo che voglia cambiare davvero». (0080)

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