Favori al clan Bellocco, chiesto il giudizio immediato
Corruzione in atti giudiziari aggravata dall`articolo 7 e concorso esterno in associazione mafiosa, con queste accuse la Dda di Catanzaro ha chiesto il giudizio immediato per le 7 persone coinvolte n…

Corruzione in atti giudiziari aggravata dall`articolo 7 e concorso esterno in associazione mafiosa, con queste accuse la Dda di Catanzaro ha chiesto il giudizio immediato per le 7 persone coinvolte nell`inchiesta “Abbraccio” e ritenute contigue alla cosca di `ndrangheta Bellocco. Tra loro c`è il magistrato, Giancarlo Giusti, ex gip del Tribunale di Palmi. Il provvedimento del procuratore Vincenzo Antonio Lombardo e dei pm Carlo Villani e Vincenzo Luberto è stato trasmesso all`ufficio gip del Tribunale di Catanzaro e ora si attende che venga fissata l`udienza.
Oltre al giudice Giusti l`operazione scattata lo scorso 14 febbraio aveva portato all`arresto di Rocco Bellocco, 62 anni, Rocco Gaetano Gallo, 61 anni, Domenico Punturiero, 59 anni, Domenico Bellocco, 34 anni, Giuseppe Gallo, 30 anni e Gaetano Gallo, 60 anni.
Al centro dell`inchiesta ci sono 100mila euro che sarebbero stati versati per disporre la scarcerazione di alcuni esponenti di spicco della cosca Bellocco: è l`accusa mossa dagli investigatori, sulla base di intercettazioni telefoniche ed ambientali, a Giancarlo Giusti. Il fatto, secondo l`accusa, risale al 27 agosto 2009 quando Giusti, in qualità di componente del Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, dispose la scarcerazione di alcuni esponenti dei Bellocco contribuendo, così «al rafforzamento del programma criminoso» della cosca.
A creare i contatti tra il giudice Giancarlo Giusti e gli esponenti della cosca Bellocco di Rosarno, secondo quanto quanto emerge dall`inchiesta della Dda di Catanzaro, sarebbe stato un faccendiere di Vibo Valentia, conosciuto negli ambienti della criminalità come “l’avvocato”.
Il faccendiere Domenico Punturiero, di 49 anni, cugino dei Bellocco, secondo l`accusa, fece da tramite con Giusti che già conosceva per alcuni affari immobiliari fatti a Milano. Fu a Punturiero che esponenti della cosca Bellocco consegnarono 40mila euro, prima tranche del pagamento destinato a Giusti, pari ad un terzo dell`importo totale, affinché li desse al giudice. Il ruolo centrale assunto nella vicenda corruttiva assunto da Punturiero e da Giusti, secondo gli investigatori, è rivelato «dal chiaro ed esplicito tenore delle conversazioni intercettate e dalla indiscussa, amicale e affaristica frequentazione tra i due». Giusti, quando scatto il blitz della Dda di Catanzaro, era già ai domiciliari per una condanna a 4 anni di carcere nell`ambito di un`inchiesta della Dda di Milano contro i Valle-Lampada ed era stato sospeso dal Csm. (0080)