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«Sono calabrese». E chiede il pizzo a un ristoratore

BOLOGNA «Vedi cosa succede a chi si comporta male?». All`indomani di un incendio doloso appiccato al dehor del suo locale, la frase era chiaramente una minaccia per un ristoratore bolognese, che dopo…

Pubblicato il: 30/04/2014 – 10:40
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«Sono calabrese». E chiede il pizzo a un ristoratore

BOLOGNA «Vedi cosa succede a chi si comporta male?». All`indomani di un incendio doloso appiccato al dehor del suo locale, la frase era chiaramente una minaccia per un ristoratore bolognese, che dopo questa e altre intimidazioni aveva ceduto e pagato il pizzo, temendo altre conseguenze. Prima qualche centinaio di euro, poi altri duemila, oltre ad alcune cene gratis che il taglieggiatore pretendeva di consumare. Il commerciante però si è rivolto alla polizia che, a quasi un anno di distanza dai fatti, ha arrestato il presunto estorsore.
Rosario Liberti, crotonese di 40 anni, già noto alle forze dell`ordine, è stato raggiunto sabato da un ordine di custodia cautelare in carcere, chiesto dal pm Beatrice Ronchi, della Procura di Bologna.
La notte del 24 giugno scorso l`uomo era stato immortalato da una telecamera di sicurezza lungo la via del centro storico dove si trova il ristorante, poco prima che fosse appiccato l`incendio. I fotogrammi, incrociati alle testimonianze del titolare del locale e alle indagini della polizia, lo hanno smascherato. Le richieste estorsive erano cominciate qualche settimana prima, all`inizio sotto forma di un prestito. Poi,
dopo il rogo, l`uomo era passato a minacce più esplicite: «Sai sono calabrese e anche se mi denunci e vado in galera – gli diceva – ho degli amici».
Il provvedimento di custodia cautelare, inizialmente non accolto dal gip, in seguito all`Appello della Procura alla fine è diventato esecutivo. Gli è stato notificato nell`abitazione a San Mauro Marchesato (Crotone) dove era ai domiciliari per spaccio di droga. Gli investigatori escludono che l`uomo abbia davvero legami con la criminalità organizzata: probabilmente era solo qualcosa che voleva fare credere, per rendere più convincenti le minacce. (0020)

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